Che l'esistenza del Bene e del Male sia un fatto
constatato e sperimentato è fuori discussione: ne siamo tutti consapevoli come testimoni, talora come vittime e
talaltra anche come artefici, in buona o in cattiva fede non importa. Una cosa
è certa ed è che la persona umana è un grande mistero miscelato di buone
intenzioni ma anche di discutibili azioni, di pensieri nobili ma anche di
profonde contraddizioni, di sentimenti oscuri ma nel contempo anche di nascoste
capacità di redenzione e di autoriscatto. Questo conflitto interno, che viene
poi scritto nella storia di ogni giorno, è una realtà che non poche volte fa
soffrire e sovente impone non facili domande alla umana coscienza: perché tutto
questo marasma di opposti? Una risposta plausibile, a parte quella che in
teologia si chiama "peccato originale", probabilmente è da trovarsi nei nostri
limiti di creature finite, intimamente condizionate da esigenze di
sopravvivenza ma attraversate anche da eroici atti di generosità: la qualità
della scelta dipende molto dal grado di evoluzione raggiunto nel processo
di raffinamento interiore. Se si
privilegiano lo spirituale e i grandi valori del vivere (pace, giustizia,
lavoro, legalità, libertà...), allora si spiega la positività nel comportamento
di alcuni; se tutto invece scade a un misero scontro fra insaziabili egoismi e
arroganti egocentrismi, tendono a prevalere invece gli istinti più irrazionali,
andando così contro l'ordine di una natura che vorrebbe che a ciascuno fosse
dato il proprio nel rispetto sempre di quello degli altri.
In ogni caso il Male è
sostanzialmente un "no" all'amore (definito dal filosofo G. Marcel "obiezione
alla morte"), alla verità, alla gioia, all'apertura cordiale alle domande del
prossimo, come, peraltro, é un fin
troppo chiaro "si" alla violenza della morte, all'astuto uso di mezzi
spregiudicati e accattivanti finalizzati al danno e al fermo rifiuto nei
confronti di Dio e della speranza. Esso conserva una sua non tanto strana
"banalità" (Hannah Arendt), non rare volte tristemente e desolatamente colorata
anche di vere e proprie tragedie, che dallo storico Male Relativo ne hanno
creato e creano tuttora quello Assoluto: il negativo alla fine, però, non paga,
è come una nera ombra che a boomerang si stende sul vivere e denota la presenza
di una diffusa zona di immaturità, di offesa alla propria e all'altrui dignità
e spesso di lucida follia da parte di chi lo pone in atto. Comunque il Male non
ha una prospettiva di lunga durata né un futuro che non sia quello della
distruzione di ogni bellezza, perché il perseverare in esso proprio a questa
sciagura conduce.
La lotta fra il Bene e il
Male continuerà fino a quando ci sarà
un uomo con le sue necessità, i suoi bisogni insoddisfatti e i suoi
variegati deliri di onnipotenza: la Storia insegna che questo si esprime non
solo in dolorosi e angoscianti disagi interni alla persona o a un popolo, ma
anche in squilibri sociali ed economici, in disastri ambientali e in non
rispetto per la vita (abusi e criminalità di ogni genere), in ossessivi
cedimenti alle sirene del possesso e del potere, in assurde guerre con le loro
devastanti macerie e spaventosi massacri, non esclusi quelli di tanti poveri
innocenti. Alla retta ragione è inconcepibile,
inaccettabile e repellente tutto ciò, ma, purtroppo, è così.
Allora cosa fare?
Certamente dinanzi a questo scenario non si può rimanere da spettatori inerti e
neutrali, e perciò irresponsabili. Se il Male assedia l'uomo e comunque
proviene dall'umana libera autoesclusione
da un onesto progetto, e non da Dio (anche se da questo Egli sa trarre
misteriosamente anche una preziosa briciola di Bene), occorre contrastarlo con decisa
determinazione attivando con coraggio, e magari rischiando, tutte le forze del
Bene, che pure esistono. A differenza di quest'ultimo, che si dispiega nel
tempo con un ampio respiro, il Male è invece rapida demolizione, sterile vuoto
e solo in apparenza stadio definitivo dell'esistere; in realtà, però, essendo
negazione della vita, anzi non-vita, esso muore con il suo stesso attuarsi,
mostrando così il suo vero volto, che è quello del non-essere, del nulla, della
presunzione insensata, della ripugnanza rifiutata con un senso di liberazione
dal sempre risorgente incanto costituito dal Bene. La Storia è sempre andata
avanti così, tale è oggi e tale sarà
per l'avvenire, secondo la nota
sequenza hegeliana di tesi-antitesi-sintesi. L'approdo finale è facilmente
intuibile: verrà un giorno che vi sarà
la vittoria della Luce sulle tenebre, dell'Amore sull'odio, del Giorno
sulla notte, della Verità sulla menzogna, insomma del Bene sul Male: e in
questo, senza attendere il giudizio dell'Aldilà, spesso il tempo si è dimostrato e si dimostra galantuomo. Fino a
quando, però, si sarà figli dell'incerta e tortuosa dimensione dello
"spazio-tempo" questo, purtroppo, è il dramma dell'esistenza umana, ma anche
una stimolante sfida e una continua opportunità di crescita, incamminandosi
nella direzione di una più "adulta" e illuminata umanità: il Male, non essendo
una fantomatica entità, proprio perché interpella e provoca la coscienza a una
reazione, se si è ben vigili, è riconoscibile, sconfessabile e superabile. Basta
solo saperlo discernere e poi volerne concretamente il suo isolamento.
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