A-Alcuni dati
Il problema
"disoccupazione" riguarda quasi tutti i Paesi industrializzati,
in particolar modo quelli europei. Riporto alcuni dati che si presentano
drammaticamente significativi:
- USA ( 5,
4%)
- Giappone (3,4%)
- Germania
(12, 2/%)
Francia (12, 7%)
- Regno Unito (6, 5%)
- Italia (12, 3%)
In Europa,
con 20 milioni circa di disoccupati, in questi ultimi mesi si sta pervengo
alla soglia del I3%.
Per quanto concerne l'Italia la sacca maggiore
di disoccupati è concentrata al Sud con
il 22,2%, mentre quella giovanile, che sul territorio nazionale è del 34,5%, nel
Mezzogiorno tocca la punta del 57,3%. Non a caso le Province meno
sviluppate si trova�no proprio nel Meridione: Matera (al 76° posto), Foggia (all'84° posto), Bari (al 101° posto).(I)
Secondo Keynes
l'occupazione è in rapporto diretto con la crescita della domanda,
cioè con quello che si chiama PIL (Prodotto Interno Lordo). Se questo non
supera almeno il 2% si verifica il fenomeno inverso, cioè quello
della disoccupazione. In Europa (Italia, Germania e Francia), il PIL
in media è cresciuto in questi ultimi tempi appena dell' I,4% all'anno,
mentre negli USA siamo al 4,7% e in Giappone al 3, 6%. Così si spiega il fatto come
negli USA, a causa del tasso di crescita superiore a quella europea,
l'occupazione � aumentata di circa 9 milioni di unità In particolare
si hanno questi dati:
Germania (PIL al 3, 3%),
Francia (2, 2%)
Regno Unito
(1,5%),
Italia (0,8%; nel
1997; previsto 1'1% a fronte del 3% del 1996). Le
aree cosiddette di "speranza", nelle quali l'occupazione può trovare una qualche risposta sono
quelle legate al marketing (27%), all'Informatica (I, 9%), alla direzione generale (1,7$), alla progettazione (8%), all'amministrazione
e finanza (13&), all'area tecnica (25%),
al migliore utilizzo delle risorse umane (5%), (2)
Per la Puglia vanno
molto bene l'industria calzaturiera (Barletta, Casarano, Trani), quella legata alla produzione
di mobili (Andria, Altamura), l'abbigliamento (Ceglie, Bitonto).
Nel Sud prospera un
vasto bacino di lavoro sommerso, che in qualche ma�niera allevia il problema
"disoccupazione", ma certamente non lo risolve.
B- Le cause del fenomeno
- L'introduzione delle nuove tecnologie con
conseguente riduzione
della forza-lavoro;
- La variabile "mercato" che impone
continue variazione nelle prestazioni lavorative, alle quali purtroppo non sempre si è preparati;
- La quasi totale assenza di una progettazione
complessiva dello sviluppo;
- Una politica di
natura assistenziale e non mirata;
- In molti luoghi assenza di infrastrutture
(viabilità, trasporti) con conseguente difficoltà nella rapida collocazione dei prodotti;
- Un fisco e una tassazione disincentivanti
per le imprese alle assunzioni;
- L'eccessivo
garantismo sindacale;
- Colpevoli
ritardi nel favorire l'imprenditoria giovanile;
- Assenza di studi analitici sul campo per
prospettare offerte lavorative
adeguate;
- Assenza di cultura imprenditoriale e di
iniziative concrete negli
operatori economici del Sud;
- Importazione di modelli produttivi non
sempre legati alle ef-fettive
possibilità del territorio;
- Lentezze
burocratiche nell'utilizzo dei fondi stanziatila bloccati.
C- Possibili
soluzioni
Ne prospetto alcune:
- Innanzitutto saper trovare una sintesi fra sviluppo, innovazio�ne tecnologica e flessibilità
- Rivedere gli ammortizzatori sociali (cassa
integrazione...) con l'attivazione di scuole di riconversione lavorativa;
- Il salario d'ingresso legato all'aiuto alle
imprese che meglio si
attivano sul versante occupazione;
-
Sbloccare in tempi brevi i fondi già stanziati. In
Italia,a casa della paralisi burocratica, sono congelati oltre 57 mila e 500 miliardi
(18.000 per l'edilizia pubblica; 11.200 dei fondi europei da spendere
entro il 1997; 11.000 per le opere di viabilità; 10.000 per le aree depresse;
5.000 per il Giubileo; 2.500 per gli incentivi alle imprese).
- Utilizzare al meglio i fondi strutturali
europei. Dal 1989 al 1993 l'Italia ha perduto 21 mila miliardi per mancanza di progetti.
Per gli anni 1994-99 sempre all'Italia sono stati assegnati
44 mila miliardi,
di cui 31 mila al Sud, per il quale è richiesto un co-finanziamento del 20% da
parte del nostro Stato. Per il Sud, inoltre, ci sono ancora 12
mila miliardi (pacchetto Mediterraneo) da utilizzare. Finora di tutto questo non è stato
speso neanche il 15%, con il grave rischio di vedersi ridotte in futuro
queste disponibilità, a differenza, per esempio,di Spagna
e Portogallo che si dimostrano più efficienti nella progettazione. Basti pensare che le
nostre regioni non riescono a inviare a
Bruxelles personale per la formazione a dirigente e che la nostra Puglia delle risorse assegnatele non
fa uso che del 25%!
- Una
diffusione più capillare dell'Alta Cultura, come elemento propulsore di sviluppo e
quindi di occupazione.
D- I reflections
psicologici della disoccupazione
Tra i principali e più vistosi:
-
Difficoltïà nella sopravvivenza;
- Diffusione
del disagio interiore;
- Rinvio nel tempo di scelte importanti di vita (matrimonio, casa.ecc.) ;
- Caduta del
valore speranza;
-
Rinforzo alla debolezza psicologica dovuta alla
necessità
(concorsi truccati, corruzione...);
-
Varie forme di nevrosi personali e collettive (conflitti di coppia,
angoscia per il presente e il futuro dei figli, ec.);
- Insorgenza di stati depressivi;
-
Nei casi gravi: ribellioni personali, focolai di rivolte
col�lettive, instabilit� sociale, possibilitïà di suicidi, conflittualit� fra le classi sociali.
E- Osservazioni
conclusive
-
Il
lavoro èun diritto ;
- Più creatività e maggiore coraggio ;
- Il
futuro è di chi osa e di chi sa adattarsi ;
-
Si spera che una risposta venga dal Patto sul lavoro (fra
Governo, industriali e sindacati : 24.9.1996), dalla Conferenza sul lavoro (da farsi)
e dal pacchetto Treu (salario d'ingresso, minimo vitale, patti territoriali, borse lavoro...);
-
Ci ai augura che si sviluppino i lavori socialmente
utili (in Italia sono impegnati circa 100.000 unità), i
corsi di formazione lavoro, l'imprenditoria giovanile (legge
n. ½236) e le cosiddette "reti di prtezione" (possibilità di rioccupazione per i licenziati),
che in Italia assicurano solo il 25,6%, mentre in Germania il 73,7 %, in
Danimarca il 94,7 %, in Belgio il 91,3 %, in Inghilterra il
67,7% e in Francia il 53, 5%. Lo stesso auspicio
vale per le cooperative sociali o di servizio.
Ma sarà cosi?
TABELLE
A- Dati crescita
- Gran Bretagna: +3, 3%
-
Canada: +3t 2 %
- USA: :+2, 2 %
- Francia:+2,3
- Giappone:+2, 2%
- Germania: :+2, 2%
-
Italia:+1,I%
B- Situazione italiana (marzo 1997)
- 5° posto al mondo: reddito speso
per tasse
- I9ï° posto al mondo: reddito pro capite (19 milioni di dollari)
- Disoccupati:
- Nord (7, 1%)
-
Sud (21,8 %)
- Giovani: 34 %i (1996)
- Occupati:19.824.000. Decremento nel 1997:
A
-Agricoltura: -3� 3 % )
B -Industria:-2 %)
C
-Terziario: +1, 4
- Tasso disoccupazione:
- 53.000 in più sul 1996 (+1,9)
-
2.809.000: in cerca di lavoro
- Maschi 14,9 %
- Femmine: 10, 3 %
- Povertà:
- Foggia al 74°
posto con 14 milioni di reddito
pro capite rispetto ai 29 di Bologna
-
La Provincia di Foggia al 71° posto fra quelle che
ricevono meno soldi dallo Stato (4.686.000 pro capite rispetto agli 8.696.000 di Vercelli)
-Fondi europei e multiregionali:
- Sud:stanziati 62 mila miliardi e 769
milioni; utilizzati
al 31.12.1996:9 mila miliardi
e 551 milioni
-
Puglia:4 mila miliardi e 655 milioni
- utilizzati: 267miliardi
-
Fondi cancellati dal bilancio (1988-1994)
- inutilizzati: 23 mila miliardi e 324 milioni
C- Lavoro
- Legge approvata al Senato il 19.3.1997
(Pacchetto Treu) :
- Lavoro interinale (lavoro in
affitto)
- Pormazione-lavoro (triennale;per il Sud:300
miliardi)
- Riduzione
orario settimanale di lavoro (40 ore) e
part-time
- Formazione
professionale (revisione) -Lavori
socialmente utili (1.000 miliardi)
- Lotta al lavoro sommerso (100 miliardi alle
imprese che
intendono mettersi in regola)
- Tirocini al Sud (1700 miliardi): 100.000
giovani da
occupare in lavori socialmente utili o in borse di
studio presso imprese per un anno
-Per le aree depresse:
-Patti territoriali (finora approvati 7)
-Contratti
d'area
-Contratti
di Programma
Note
(1) Fonte: Sole
24 Ore del 31.12.1996
(2)
Fonte: Dipartimento di Sociologia della Cattolica, 1996.
(Università
di Foggia, Seminari di studio, Cattedra di Economia Politica, 13 marzo 1997; 11 aprile 1997;
22 maggio 1997)
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