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Arte: "Sturiellet" di Andrea Pazienza PDF Stampa E-mail
Con grande godimento interiore ho letto "STURIELLET" (Editori del Grifo, Montepulciano 1989, con prefazione di VINCENZO MOLLICA), una raccolta di 32 pezzi di ANDREA PAZIENZA, il giovane e geniale fumettista sanseverese, scomparso purtroppo prematuramente circa due anni fa (16 giugno 1988). E' stato il mio primo impatto emotivo col PAZIENZA: di lui, in passato, non avevo avuto modo né fortuna di vedere qualcosa.
Dirò subito che del PAZIENZA mi ha colpito la fervida vena creativa, estrosa e acuta, sempre imprevedibile ma anche lucida nelle analisi e nei rilievi che va facendo su cose, eventi e persone. All'estrema libertà espressiva fa riscontro una fresca genuinità e una ben strutturata profondità nel tessuto narrativo.
E' sarcastico verso i "grandi", specie nella "PROLISSEIDE" (pubblicata su "Zut", n. 13 del 1987 e nn. 4-5-6-7-8-9 del 1987), ma anche tenero e romantico come in "Mio figlio, side one" (pubbl. su "Tango'', nn. 105-109 del 1988) e in "Un'estate" (pubbl. su "Tango", nn. 72-73-74-75-76 del 1987). Intimamente legato alla storia della sua terra (vedere "Figure storiche", di cui due inedite), il PAZIENZA ne evoca con rapidi e precisi affreschi fatti a noi ben familiari, come le serate trascorse alla "GiFra" dei PP. Cappuccini, le curiosità adolescenziali d'un quindicenne e le avventure innocenti sulla battigia del nostro mare garganico. Nella loro solare spigliatezza, i racconti si sciolgono come una danza di parole e di immagini, in cui la luce diventa musica e il colore poesia, senza sbavature e senza perdere mai il fine che il PAZIENZA si prefigge: la ricerca del senso, in verità raramente detta ma sempre intelligentemente serpeggiante nella tela del narrato. L'aggressività di qualche affermazione, a mio giudizio, è solo apparentemente tale: in realtà il PAZIENZA rimane un ragazzo, che si fa amare per la sua particolare irripetibile originalità (vedere, per esempio, "Cucù al salamone", pubblicato su "Tango", nn. 83-84-85-86-87 del 1987).
La sua curiosità indagatrice spazia in varie direzioni unitamente al costante bisogno di abbracciare nella comprensione della vita ogni dettaglio ma anche la totalità dell'insieme, i cui legami non solo non gli sfuggono, ma vengono percepiti sì con divertimento ma non poche volte anche con cenni di amarezza. Dalla lettura di "STURIELLET" ho avuto la chiara sensazione di trovarmi davanti a un giovane che conserva integro l'animo sognante di un ragazzo, ha gli occhi attenti del filosofo, attinge la felice sintesi del grande artista. E tutto ciò, in questi nostri tempi di smorti e insignificanti messaggi, francamente non è cosa di poco conto!

(Da Il Giornale di San Severo 18 marzo 1990)
 

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