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Il linguaggio del vuoto PDF Stampa E-mail
Indice articolo
Il linguaggio del vuoto
1. Complessità del processo conoscitivo
2. L’intelligenza creativo-intuitiva
3. L’informazione
4. Il vuoto e il suo linguaggio
5. Applicazioni concrete
6. Limiti dell’intelligenza creativo-intuitiva
Alcune osservazioni conclusive provvisorie
Bibliografia

L'applicazione dell'intelligenza creativo-intutiva presenta, però, anche dei limiti che bisognerebbe tenere sempre ben presenti e che di seguito in maniera molto schematica vengono sintetizzati:

  • Non ogni vuoto è significativo nei suoi legami nascosti. Ci sono vuoti che rimangono tali, cioè campi di forze venute a formarsi come semplici accumuli di materiali, perché non alludono a niente, ma sono espressione delle pure e non tanto infrequenti casualità accidentali che pure esistono nell'universo del visibile e che in qualche maniera ne determinano quel gradiente pur vistoso di instabilità.
  • Non bisogna paranormalizzare o soprannaturalizzare ogni cosa: molto si spiega agevolmente ricorrendo alle già note leggi della fisica, della neurofisiologia, della psicologia, della biologia, dell'antropologia e della sociologia. La genetica, peraltro, con il "Progetto Genoma", in questi ultimi tempi sta disvelando molti aspetti della vita una volta ritenuti misteriosi.
  • Non ogni azione o interazione avviene necessariamente e sempre a distanza: molto più spesso la causalità si evidenzia in maniera diretta e in termini di contiguità spazio-temporale rispetto al soggetto sperimentatore.
  • Bisogna far parlare sempre i fatti, evitando collegamenti che potrebbero essere arbitrari o riferibili a eventuali convinzioni soggettive della persona in cerca magari di conferme. Mai piegarli aprioristicamente a giustificare un'ipotesi o a sconfessare un'altra forse sgradita o ritenuta dannosa per il proprio consolidato habitus mentale o status sociale.
  • Cercare con l'intelligenza intuitiva significa soprattutto intravedere in profondità e saper "scoprire" l'evidente, lasciandosi da esso illuminare e guidare, e non invece inventare ciò che in realtà non c'è. Gli abbagli e le illusioni, se non si è ben critici e soprattutto intellettualmente onesti, qui sono molto più frequenti di quanto si creda e non sempre per motivi nobili.
  • L'estensione nel campo di indagine si deve intendere come limitata a determinati settori del sapere che hanno bisogno di una loro visione globale non ancora sufficientemente chiara.
  • Si deve ricercare l'eventuale incontro con altre globalità, per accettare alla fine quella che presenta la maggiore affidabilità e la migliore coerenza logica nei suoi elementi costitutivi sia formali che di contenuto. Quindi mai chiudersi nei pregiudizi, ma sapersi confrontare sempre, imparando a riconoscere i propri limiti, compresi quelli attinenti ai dati intuiti.


 

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