Tempo e Spazio sono i contenitori nei quali si scrive, si
modella e si sviluppa la storia della materia. Quest'ultima è connotata da
sequenze temporali (prima-dopo) e da segmenti locali ben distinti nelle loro
configurazioni (avanti-indietro, sopra-sotto).
Tempo, Spazio e materia
interagiscono continuamene fra di loro con un gioco di interscambi
attraversati da fusioni e da scissioni,
in seguito alle quali quasi sempre nasce un qualcosa di nuovo, che non è la
semplice sommatoria degli elementi originari. Ovviamente Spazio e Tempo sono
sempre relativi all'osservatore e alla sua collocazione interna ed esterna
rispetto all'evento osservato, sicché la stessa materia può prestarsi a una
lettura diversa a seconda della particolare angolatura dalla quale è vista e
analizzata. Come conseguenza immediata, quindi, si possono avere più visioni
della stessa realtà, che alla fine risulta con l'essere il più delle volte
sfuggente e spesso non compiutamente ben definibile se non in maniera
estremamente frammentaria.
In concreto il Tempo si presenta
come rigorosamente legato nei suoi nessi causali (passato-presente-futuro), con
la particolarità che il vero presente, in questo incessante scorrere del tempo,
probabilmente è solo una formulazione concettuale, perché nel momento nel quale
lo si vive o lo si pensa è già un fatto passato. L'unità temporale, dunque, è
una misura delle successioni della materia nei suoi vari stadi e come tale
esiste perché è intimamente legata all'idea di evoluzione delle cose e a chi le
pensa: in natura, si dice, nulla si crea ma tutto si trasforma, anche se
occorre aggiungere che ogni trasformazione in qualche modo è sempre una sorta
di nuova creazione, perché viene comunque a originarsi un elemento prima
inesistente. Questo costituisce di per sé già una espressione di miracolo.
Lo stesso deve dirsi dello
Spazio. È in esso che si verifica visibilmente questa serie d mutazioni della
materia. Spazio e Tempo sono interconnessi fra di loro: ogni cambiamento
temporale genera sempre uno spaziale e viceversa. Questo processo è stato bene
intuito da Einstein e comunque è sotto gli occhi di tutti. Infatti uno Spazio
ristretto in qualche modo è come se dilatasse il Tempo, come quest'ultimo, se
breve, è come se tendesse ad amplificare e a intensificare lo Spazio, nel senso che lo piega alle sue
poche risorse, potenziandolo quasi nella sua oggettività. Non a caso
l'esperienza quotidiana insegna che nei piccoli luoghi sembra che il Tempo
scorra più lentamente e questa idea è connessa all'altra dell'attesa, durante
la quale addirittura si ha la sensazione che non passi mai. Quando si realizza
l'evento atteso è come se Tempo e Spazio si fermassero e si coagulassero, come
in una sorta di estasi nella quale si vanificano queste diversità: è quello che
comunemente si chiama l'attimo di felicità, che sa quasi di eternità, cioè un
momento supremo nel quale Tempo e Spazio sembrano trasmutarsi in nuda essenza spirituale. Ovviamente tutto
ciò, anche se all'inverso, accade negli
spazi vasti (città...), dove il Tempo sembra che si riduca al minimo nella sua
estensione.
Se tutto ciò fa parte
dell'esperienza quotidiana della materialità, che, non lo si dimentichi, è comunque un fatto sequenziale e quindi
irreversibile, quando si va a riferirlo allo Spirito cambia molto se non tutto.
Le realtà immateriali non sono soggette alle comuni leggi della fisica,
semplicemente vanno oltre, cioè si situano al di là dei confini
spazio-temporali, pur permeandoli senza difficoltà. Il Tempo si annulla nel suo
snodarsi, quasi s'incartoccia, diventando così un continuo eterno presente. Lo
stesso avviene per lo Spazio: nel nostro caso esso non contiene, ma è contenuto
dallo Spirito. Perciò quest'ultimo si presenta caratterizzato dalla contemporaneità
e dalla ubiquità. La
ragione è che esso è Puro Pensiero e Puro Amore e
questi prescindono da un qualsiasi calcolo di misurazione e di sistemazione in
un determinato luogo. Esistono e coesistono come una realtà di altra natura,
non prigioniera della sensazione e della percezione, pienamente libera di
modularsi e rimodularsi senza
soggiacere alla fluttuabilità e magmaticità degli elementi materiali.
Il Tempo e lo Spazio dello Spirito si offrono allo sguardo
come impregnati di una dinamica evolutiva
quasi senza fine, perché Pensiero e Amore non sono realtà statiche ma in
costante movimento, come tante frecce rivolte all'Assoluto e si sa che
quest'ultimo è fuori da ogni coordinata quantificabile. Un tale processo di
sviluppo avrà, per così dire, termine nell'estasi dinanzi alla
Verità, ma quest'ultima si scioglierà sempre ricca di novità e di interesse, come fosse
un insieme di cerchi concentrici, che, per usare una analogia umana, schiudono
sempre più ampi e luminosi orizzonti, dei quali l'ultimo costituisce l'inizio
di un' altra affascinante serie. Il Tempo e lo Spazio dello Spirito sono,
quindi, orientati verso una sempre maggiore pienezza dell'Essere, che, come
tale, non esaurisce mai le proprie potenzialità nell'esprimere le sue varie modalità
di esistenza.
C'è poi da dire, e qui alcune conoscenze scientifiche
possono ritornare utili e illuminanti (Relatività, Fisica Quantistica,
Matematica...), che se tutto si trasforma in energia vibratoria (cinetica o
luminosa) e se questo è il risultato della nota equazione einteiniana (E=mc²),
allora lo Spirito si presenta anche come Pura Luce, anzi Super-Luce,
perché la sua velocità nella produzione di pensieri e di spostamenti locali,
così si può presumere, è istantanea, reversibile e onnipresente. Vi è cioè come
una intensa concentrazione di energia pensante, dalla quale sono esclusi il
"prima" e il "dopo", l' "avanti" e il "dietro", il "sopra" e il "sotto": tutto
"è" e niente "diviene", anche se questo particolare
modo di "essere" comunque si evolve in direzione del suo "dispiegamento".
In questo discorso si è totalmente fuori dai parametri della logica fisica:
tutto diventa unicamente oggetto di intuizione rapidissima più che di
ragionamenti causali lenti. Le interazioni sono così centrate sull'attimo,
che in sé questo condensa e include
tutto il Tempo e l'intero Spazio. Come ciò accada, una pallida idea ci è
offerta, sempre per analogia, dalla contemplazione di un oggetto, di un'opera
d'arte o da una esperienza di forte connotazione emotiva positiva. In queste
circostanze Tempo e Spazio si bloccano, anzi ci si astrae da essi, lo Spirito è
come se si ricaricasse esponenzialmente all'infinito, si potenziasse in maniera
umanamente inspiegabile e si dilatasse improvvisamente oltre lo spazio-tempo,
proiettandosi su un altro universo di esistenza: questa è la vera, autentica e
meravigliosa sua essenza!
In conclusione, anche se questo argomento va a sfiorare
una delle realtà più ardue da capire e da definire, seppur vicina e addirittura
interna, con sufficiente certezza si può dire che il futuro che attende lo
Spirito in parte è già iniziato quaggiù, ma a condizione che sulla componente
materiale dell'uomo prevalga sempre in qualche modo quella interiore, attivando
attentamente, e possibilmente, scelte che vadano nella direzione di una
evoluzione sempre più raffinata verso la Conoscenza e l' Amore
sincero per l'Eterno, gli Altri e il proprio Sé. È vero che fra corpo e
psiche esistono relazioni e risonanze reciproche strette e profonde, ma è anche
vero che il governo delle stesse non dovrebbe mai essere demandato agli elementari impulsi istintuali del
primo: la natura può essere dominata, e l'ascesi mistica lo insegna e attesta,
con la conseguenza che lo spazio-tempo anche quaggiù può assumere un'altra
fisionomia, che è quella della dilatazione, del progressivo riassorbimento in
una realtà superiore, del superamento dei confini limitati della sensibilità e
del lucido aggancio a quella che è e sarà la sua meta finale: l' unione, nella
salvaguardia della propria identità personale, con la Luce e la Vita,
principio e fonte di ogni gioia e felicità e quindi di annullamento di tutte
quelle barriere che impediscono un flusso libero e gratificante del grande dono
ricevuto che è quello dell'Esistere. Quindi il Tempo e lo Spazio
dello Spirito, adombrati oggi dall'angusta frontiera del tangibile, sono
destinati a essere "forme altre" di una perenne unica vitalità,
perché in qualche maniera anche la materia ha un suo particolare psichismo,
tanto da poter diventare corpo glorioso e luminoso capace di attraversare tutto
senza alcun ostacolo di sorta.
Del resto questa prospettiva è ampiamente confermata dalla
teologia (I Lettera di S. Paolo ai Corinzi, c.15, vss. 46 e ss.; la
trasfigurazione; la resurrezione di Gesù e le sue apparizioni ai discepoli,
ecc.), dalle varie esperienze di autentica medianità, dalla transcomnicazione
strumentale, dalla narrazione documentata di tante manifestazioni dell'Oltre,
dalla natura di molti sogni (condensazioni, atemporalità e aspazialità), da alcuni
fenomeni psi (telepatia, chiaroveggenza...) e dalla stessa psicologia (alcuni
momenti di forte vivacità affettiva durante i quali mente e fantasia sembrano
come rapite e catapultate fuori dal corpo).
La medesima percezione si avverte anche nell'attività della creazione
artistica (pittura, scrittura, musica): il soggetto è così concentrato nel
proprio agire che non si accorge più di niente, né di ciò che gli accade
attorno, né di dove sia e, in alcuni casi, neanche degli stessi stimoli della
fame o della stanchezza fisica. I medesimi rumori esterni minimamente
interferiscono o rallentano ciò che si va scrivendo, dipingendo o componendo
sulla carta o sulla tela.
Se, come tutto fa pensare, le cose stanno realmente così, allora quello che oggi sembra, ed
è, transitorio, effimero e troppo condizionato dallo spazio-tempo, compresa la
parte migliore che si identifica con la coscienza, un giorno, quando sarà
scoperta e rimossa la coltre del "velo", a ogni cosa verranno restituiti il proprio volto e il loro vero
"senso" e lo Spirito finalmente potrà riattingere e raggiungere la sua
primitiva Origine: tutto si ricostituirà nell'unità di quel magnifico mosaico
che l'esperienza terrena ha scomposto in tanti innumerevoli tasselli, dei quali
nel presente non si sente altro che una flebile voce che tende solo a farsi
riconoscere. E anche questo fa parte del mistero del comune vivere umano: per
l'intelligenza la sfida, la ricerca e la vittoria risiedono nel dare allo
Spirito l'impulso e la spinta a andare oltre le ombre dell'apparente tramonto.
È nell'Altro Emisfero che riaffiora l'alba
di quel nuovo Giorno che mai più si spegnerà con il morire dell'attuale
precaria scala dello spazio-tempo!
(Da Il Giornale dei Misteri, febbraio 2008)
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