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Le "Voci": interventi diabolici? PDF Stampa E-mail
Premetto subito che queste esperienze non hanno nulla a che vedere con lo spiritismo, l'esoterismo, la magia o, peggio, il satanismo o quanto di settario possa a questi legarsi: nulla vi è di più lontano, distante e distinto da queste pratiche, in alcuni casi immorali e criminali.

Ci troviamo invece di fronte a fenomeni scientifici tranquilli, verificabili, ripetibili (anche se non sempre a volontà), autonomi, ancorché inspiegabili. Nulla, quindi, che sappia di evocazione, di catena medianica, di bicchierini o tavoli che levitano, di riti segreti e occulti o di quant'altro di simile. È in questa ottica di serenità ( e serietà) interiore, ma anche di ricerca dell'obiettività, e in fin dei conti della verità (qualunque essa sia), che muovono queste ricerche.

Circa l'ipotesi, una volta data per probabile la presunta origine paranormale delle "voci", come da qualche parte (specialmente ecclesiastica) si affaccia, di interventi cioè diabolici in questi fenomeni c'è da fare un'osservazione preliminare.

Nel nostro mondo esiste il male e sotto diverse forme e tutti in qualche modo ne siamo testimoni, vittime e talora anche artefici più o meno consapevolmente. Esistono anche forze malefiche di natura ultraterrena, che intervengono e agiscono, purtroppo, nelle vicende umane. A fronte di questo scenario negativo sono presenti, però, anche le forze del bene, c'è anche chi lavora per la pace, la giustizia e la vita, c'è anche la fede nell'aiuto dell'Angelo Custode, c'è anche la verità della Comunione dei Santi, del legame cioè che unisce noi ai nostri cari scomparsi, tanto è vero che preghiamo per loro, li invochiamo (come facciamo per i Santi) nei momenti del bisogno, avvertiamo la loro misteriosa e affettuosa presenza che ci viene espressa in mille maniere e nelle più disparate situazioni. Anche questa è realtà e, almeno una volta, luminosa.

Un'altra osservazione è da fare. Le esperienze di metafonia non sono evocazioni, perché, per dirsi tali, dovrebbero essere effettuate allo scopo di farsi predire il futuro a fini più o meno ludici o di utilità contingente. Nulla di tutto questo accade, perché lo sperimentatore, quello serio, non fa domande sul futuro per scherzo o per interesse né tantomeno le "voci" si prestano predicendolo, ma si limita, quando è il caso, a porre qualche interrogativo per il semplice contenuto conoscitivo dell'Altra Realtà. Questo è il compito (e il dovere) della scienza: da queste ricerche, anche se da condursi sempre con estrema cautela e da gente ben preparata (non si dimentichi mai il potenziale dissolutorio del paranormale), la Fede non può che trarne vantaggio e giovamento (come in concreto accade). Del resto nel Documento del 1993 della Commissione Teologica Internazionale si parla esplicitamente di prospettive di comunicazione fra l'Aldiqua e l'Aldilà e si fa una chiara distinzione fra "evocare" e "invocare": si rifiuta il primo, ma non il secondo atteggiamento. Non è, dunque, nell'interesse di nessuno demonizzare la ricerca di frontiera. Recente è anche la dichiarazione del teologo dell'Osservatore Romano P. Gino Concetti: "È possibile una comunicazione tra coloro che vivono in uno stato di riposo eterno, in Paradiso, in Purgatorio...Può anche darsi che Dio permetta ai nostri cari di inviarci messaggi per guidarci in certi momenti della nostra vita" (La Repubblica, 27.11.1996).

Veniamo ora all'ipotesi diabolica. L'evocazione dei morti si chiama negromanzia. La pratica, legata alla magia e agli incantesimi, era ben nota e seguita nell'antichità e presso tutti i popoli (Cinesi, Persiani, Indiani, Egiziani, Greci, Romani, Germani). Hanno creduto in essa Socrate, Platone, Plutarco, Cicerone, Plinio il Giovane e tanti altri dopo di essi. Anche presso gli Ebrei era ben nota (si ricordi l'episodio di Saul che fa evocare dalla strega di Endor lo spirito del profeta Samuele: I Samuele 28, 3-25), anche se formalmente proibita e punita (cfr. Levitico 19, 31 e Deuteronomio 18, 10-11).

Della negromanzia scrissero anche Tertulliano, Sant'Agostino, Papa Gregorio Magno ( ne "I dialoghi"), Fichte, Schelling, Schopenhauer... (13)

La pratica evocativa dei morti è sempre stata associata a quella spiritica, salita molto in auge a partire dal 1850 negli Stati Uniti e diffusasi poi rapidamente anche in Europa. La grande medianità fu una caratteristica degli ultimi decenni del XIX secolo e dei primi del XX; poi, perlopiù l'attenzione si è rivolta ai fenomeni prodotti dall'uomo e perciò verificabili (telepatia...). Attualmente il vecchio "tavolino" e i "colpi" battuti su di esso sono stati sostituiti dalla psicografia, un bicchiere cioè rovesciato che gira sulle lettere per formare parole. È superfluo dire che in molte di queste sedute opera cineticamente più l'inconscio del medium o degli astanti, quando sono fortemente motivati, specialmente, si suggerisce, quando c'è aria secca, che non altre Realtà. Non si esclude che talora queste, servendosi dell'inconscio dei presenti alla seduta, possano intervenire. Ma chi sono? Sono sempre Realtà positive? Scartati gli inganni o le frodi, non potrebbe intrufolarsi lo Spirito del Male a confondere menti e coscienze? Nulla è da escludere. Perciò la Chiesa, e giustamente, è contro lo spiritismo, ancor di più se questo viene elevato a nuova religiosità. Ne cito alcuni suoi autorevoli interventi: Tertulliano (160-240), Alessandro IV (27.09.1258), Sisto V (1585), l'Arcivescovo del Quebec e il Vescovo di Barcellona rispettivamente nel 1854 e nel 1861, Lettera del Sant'Uffizio (04.08.1856), i Responsi dello stesso Sant'Uffizio (18.03.1898 e 24.04.1917), la Nota Pastorale dei Vescovi della Toscana ( Aprile 1994), quella dei Vescovi Campani (1995) e l'ultima dei Vescovi dell'Emilia e Romagna (2000).

D'altronde gli stessi Paolo VI nella famosa allocuzione del 15.11.1977 "Liberaci dal male" e Giovanni Paolo II nel discorso del 26.04.1995 hanno parlato chiaro in merito, alludendo all'azione del Maligno nel mondo.

Come può rivelarsi questa presenza subdola dello Spirito del Male? Essenzialmente con quattro modalità: la tentazione, l'infestazione locale, l'infestazione personale e la possessione diabolica. Per avere quest'ultima intervengono contemporaneamente più fenomeni: lo sdoppiamento di personalità con l'accentuazione di una particolare avversione al sacro, elementi di paranormalità (poliglottismo...) e il contesto (teatralità, bugie...). Chi ha assistito, come chi scrive, a qualche rito di esorcismo, ha potuto notare tutto questo insieme di fattori, che comunque devono coesistere (altrimenti si è davanti a sindromi psicopatologiche o psichiatriche). Quindi nella possessione, oltre che alla presenza dello Spirito del Male nel corpo dell'uomo, vi è anche l'esercizio effettivo del suo potere. Tutto questo, naturalmente, non è da confondere con il "poltergeist", che si rifà a ben altre cause, come la condizione psichica e nervosa del soggetto, le condizioni familiari, le tensioni (eventi precipitanti) e i fatti parossistici.

Quanto detto fin qui è una possibilità che in tutte le esperienze di frontiera, anche in quelle scientifiche (com'è per le "voci"), occorre non scartare "a priori". Qualche contenuto "turbante" e fuorviante può sempre esserci (non tutto è oro colato), qualche inganno può sempre intervenire, condizionamenti psichici, anche gravi, possono sempre verificarsi. Lo Spirito del Male cioè (intelligentissimo, ma non evoluto alle sfere del Sommo Bene) può sempre cogliere l'occasione propizia per confondere e oscurare la coscienza, spingendola al male, come la stessa coscienza può farsi da sola del male se si lascia troppo suggestionare dagli esperimenti.

Con questo, però, non bisogna "demolire" tutto. La stessa Commissione Teologica Internazionale su alcune questioni riguardanti l'escatologia invita all'apertura (cfr. Civiltà Cattolica, NB/3401-1992, pp. 458-494). Alla "giusta" prudenza invocata dalla Chiesa, ma anche dagli studiosi più responsabili, dovrebbe far sempre seguito un'apertura sincera, seppur sempre vigile e critica, della mente alla ricerca della verità. D'altronde di sopravvivenza personale si parla in vari passi della Bibbia (Isaia 26, 19; Daniele 12,2; Atti degli Apostoli 26, 13-26; I Corinti 15, 35-52, dove S.Paolo accenna al corpo animale e a quello "spirituale"), una verità questa definita da Benedetto XII nel 1336 e dal Concilio Lateranense V (1513). Lo stesso S.Tommaso d''Aquino in merito afferma: "I morti appaiono ai vivi o per speciale permesso di Dio che concede alle anime dei defunti di intervenire nelle faccende umane, intervento che va annoverato fra i miracoli, oppure siffatte apparizioni sono dovute all'azione degli Angeli o dei demoni, anche all'insaputa degli stessi morti (evocati). Proprio come capita, al dire di Sant'Agostino, a quei vivi che, senz'averne la minima coscienza, si mostrano in sogno ad altri uomini" (S.Th., I, 89, 8, ad secundum).

Il Card. Prospero Lambertini ( il futuro Benedetto XIV) conferma tutto questo nel Trattato "De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione".

Quindi prudenza, ma anche disponibilità. Mi sembra quanto mai interessante e rassicurante la risposta data dal Papa Pio XII in merito all'episodio accaduto il 17.09.1952 al P. Agostino Gemelli (illustre psicologo e fondatore dell'Università Cattolica del S.Cuore) che gli riferiva di una registrazione casuale su nastro nella quale udì la voce del padre: "Questo è un fatto di scienza; non un fatto di medianità. Il magnetofono incide quello che gli si dà, e se qui è inciso qualche cosa, vuol dire che è avvenuto all'esterno. Continui pure, perché il progresso della scienza deve continuare. La Chiesa non è contro il progresso della scienza, non ha nessuna intenzione oggi di ripetere il caso Galilei. Questa esperienza potrà segnare l'inizio di un nuovo studio scientifico per confermare la fede nell'Aldilà"(14). Parole di un grande Papa!

Nella "Lumen Gentium" del Concilio Vaticano II (n°49) si dice espressamente: "Il cammino coi fratelli morti non è minimamente spezzato".

Non per niente molti uomini di Chiesa si sono interessati e si dedicano a questi studi: il prelato Karl Pfleger (che seguì molto da vicino le esperienze di K. Raudive, morto nel 1974), Paolo VI (che fu informato da F. Jürgenson delle sue ricerche, nominandolo poi Commendatore dell'Ordine di S.Gregorio Magno), P. F.Brune, P.Andreas Resch, P.U.P.Magni (epistemologo e direttore di "Studium Christi")...

La stessa Chiesa nel 1969 istituì presso la Pontificia Accademia Alfonsiana la cattedra di Paranormologia, affidandone l'insegnamento al Padre Andreas Resch, e incoraggiò con una relazione debitamente autorizzata la ricerca sulle "voci" al III Congresso Internazionale di "Imago Mundi", svoltosi nell'autunno del 1970. Quindi sarebbe un incongruo gioco alla disinformazione il voler asserire la proibitività di queste ricerche.

Alcune osservazioni sono da fare. Se l'albero si riconosce dai frutti, e quelli espressi dalle "voci" sono tali perché invitano al bene, all'onestà, alla pace, all'amore reciproco, alla preghiera, alla fede nell'Aldilà, ciò vuol dire che l'origine di esse non può essere diabolica, perché, nonostante la sua furbizia, sarebbe impensabile, o perlomeno contraddittorio, un comportamento di questo genere da parte dello Spirito del Male. Non credo né che si sia inaspettatamente convertito né che si sia improvvisamente rimbecillito!

Sicché, comparando le diverse esperienze in merito fatte dai vari ricercatori, tutte contenutisticamente orientate nella direzione positiva, è assolutamente da scartare l'ipotesi demoniaca. Oltretutto queste ricerche confermano per buona parte le verità di fede e non mirano certamente a costituire né pericolose quanto fanatiche sette religiose né una visione alternativa di Chiesa. Gli unici requisiti richiesti in questo campo di frontiera, onde evitare possibili abbagli o imprudenti autocondizionamenti, sono la serietà umana e scientifica, l'equilibrio psichico, l'umiltà, un costante e controllato vaglio critico e autocritico. Alla fine risulterà che il diavolo c'entra nulla con tutto questo ambito di studi. In ogni caso fino ad ora nessuno sperimentatore o studioso di questi fenomeni è risultato mai affetto dalla syndrome del Tourette (disordine psichiatrico) e, tranne la possibilità di qualche rara traccia di stress (se si eccede, però, incautamente nelle registrazioni), nessuno risulta mai essere stato oggetto di possessione diabolica né tantomeno autore di atti sconsiderati o, peggio, criminosi. Anzi si è constatato e si constata tutto il contrario!

(Da N. Michele Campanozzi, "Le voci dei Viventi nell'Oltre", SugarCo, Milano, 2002)
 

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