Fig. 2. Prima pagina
del manoscritto
Si tratta di 80 immagini acquerellate,
rilegate sotto forma di codice, scoperte nel 1982 dai giornalisti Enza Massa e
Roberto Pinotti nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (Fondo Vittorio
Emanuele 307) e attribuito a Nostradamus (Michel de Notre-Dame). In una scheda
originale dei padri cartusiani (latino di "certosini") allegata al manoscritto,
si dice che il codice venne portato a
Roma nel 1622 dal figlio, César de Notre-Dame, per essere donato al cardinale
Maffeo Barberini, futuro Urbano VIII (Pontefice dal 1623 al 1644). Un
manoscritto simile a questo è il
MARSTON MS 225, che si trova nella
Biblioteca dell'Università di Yale, a New Haven (Connecticut, USA). Il
manoscritto proviene dalla Baviera e Boemia, probabilmente nell'ambito di
quella corte imperiale presso cui ebbe molto probabilmente un grande impatto. L'iscrizione
sull'ultima pagina del libro fa pensare che si tratti di un testo proibito: vi
si legge, infatti, che il Cardinale Barberini, allora Direttore della
Biblioteca Vaticana, poiché la
Chiesa non voleva che nessun altro possedesse il libro, chiese
a persone fidate di interpretarlo, ma non ebbe risposte molto convincenti. Alcuni
oggi credono che le ultime 7 immagini del manoscritto costituiscano una ragione
sufficiente per farlo scomparire e sostengono che questi disegni e i possibili
riferimenti all'Anticristo indichino con allarmante precisione quando e come si
avvererebbe il peggiore incubo del genere umano, cioè la fine del mondo.
Per il nostro argomento delle 72
tavole interessano le ultime sette. Nelle prime quattro di queste è
raffigurata la ruota della terra (o
della fortuna) a otto raggi nelle diverse posizioni in cui viene a
trovarsi lungo il corso del tempo:
allineamento dai bordi esterni al centro della galassia e linea che passa al
suo equatore (prima croce o croce divina) e linea che unisce gli angoli della
posizione della terra all'equinozio e al solstizio (seconda croce o croce
umana) in modo da formare una figura disordinata (l'Anticristo) e poi una croce. (Fig. 3 e 4)
Fig. 3. La ruota a
otto raggi (lotta fra Cristo e Anticristo)
Fig. 4. Allinamento galattico (le due croci).
Le due croci (= l'incrocio
dei due allineamenti astronomici) non si
allineano dall'11.000 A.C. , all'incirca 13.000 anni fa. Nella quinta (n. 70) sotto la ruota compaiono
tre immagini di eclissi di sole e una di luna , verificatesi e da completarsi,
secondo Nostradamus, appunto negli
ultimi venti anni (1992-2012). La linea che unisce lo scorpione al sagittario
indica l'allineamento galattico (Fig. 5).
Fig. 5. La fine dei tempi
Fig. 6
Nella settima e ultima tavola (n. 72) la ruota si presenta senza
raggi, come a dire che la ruota, privata di raggi, non gira più e quindi che il
tempo sarebbe finito (Fig. 6).
R.: Nostradamus. È vero che fra le 72 tavole riportate nel
Libro
perduto c'è la numero 70 che sembra essere catastrofica e in qualche
modo rinvierebbe al 2012, quando cioè negli anni che intercorrono dal 1992 al
2012 si saranno verificate, sempre secondo Nostradamus, tre eclissi di sole e una di luna.
In realtà
di eclissi
di sole, fra anulari e totali, dal 1992 a oggi se ne sono verificate
ben dieci:
4.01.1992 visibile in Australia e Nord America;
11 agosto 1999;
21.06.2001 visibile Africa e Sud America;
4.12.2002 visibile in Africa, Indonesia e Australia;
21.11.2003 visibile in Australia e Sud America;
29/03/2006 visibile in Africa, Europa, Asia;
7.02.2008 visibile in Australia e Nuova Zelanda;
1.08.2008 visibile in Europa, Asia, Nord America;
22.07.2009 visibile in Asia, Oceania e Isole Hawai;
11.06.2010 visibile in Sud America
e di luna, sempre dal 1992 a oggi, ben nove:
Dicembre 1992;
Giugno 1993;
16.09.1997;
21.01.2000;
14.03.2006;
3.03.2007;
28.08.2007;
21.02.2008;
15.06.2011.
Dunque i conti previsti da Nostradamus non tornano!
Nella tavola successiva (la sesta) dello stesso testo (la
numero 71), peraltro, al di sotto della ruota con gli otto raggi campeggia la
presenza di una grande arca, simbolo indubbio di salvezza (Fig. 7).
Fig. 7. L'arca di una possibile salvezza.
È come se Nostradamus volesse far intendere
che tutto "potrebbe" finir male, ma c'è sempre l'offerta di una opportunità di
redenzione, basta solo la volontà di cambiare il comportamento in direzione del
bene: è l'uomo, in fin dei conti, a costruirsi il proprio futuro nel bene,
come, purtroppo, anche nel male. Il vuoto della ruota, come appare nella 72°
tavola (Fig. 6), non indicherebbe affatto la fine del tempo, ma l'inizio
auspicabile di un "nuovo tempo" alla
luce di Cristo: quei "nuovi cieli e nuova terra", dei quali parla San Pietro
nella sua seconda Lettera (c. 3, vss. 13)