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Collisioni con asteroidi e/o pianetini.Questo è il vero
e reale rischio e viene dallo spazio. Se
la Terra fosse
una sfera perfetta non potrebbe conservare la rotazione attorno ad un asse,
sarebbe come una palla, cioè sempre pronta a variare l'asse di rotazione. La Terra, invece, è leggermente
schiacciata ai poli con una differenza tra il diametro della Terra ai poli e il
diametro della Terra all'equatore che è di soli 44 chilometri (12.712 chilometri
il minore e 12.756 il maggiore), una differenza minima che basterebbe l'impatto da parte di un corpo astrale con un diametro dai cinquecento ai settecento metri per
spostare l'asse terrestre di circa venti gradi. Se la Terra fosse una massa rigida
il movimento precessorio dell'asse la riporterebbe nella sua posizione
iniziale. Vi sarebbero distruzioni, ma l'asse di rotazione resterebbe immutato.
Il nostro
pianeta invece è formato da una sottilissima crosta dura all'esterno (circa 15-20
chilometri di spessore), e un'enorme massa fluida all'interno. Questa specie di
crema calda, una volta variata la posizione dell'asse, tende a mantenere il
nuovo asse di rotazione verificatosi neutralizzando l'effetto di ritorno alla
posizione precedente del giroscopio. Nel
caso di un impatto con un asteroide
delle dimensioni riportate, o maggiori, oltre all'effetto distruttivo
dell'impatto stesso, si verificherebbe quindi anche uno spostamento dell'asse
terrestre.
A causa dello
spostamento si avrebbe subito la rottura in più punti della crosta terrestre.
La crema bollente tenderebbe ad uscire dalle fessure della sottilissima crosta
fredda, provocando terremoti ed eruzioni vulcaniche. Se a questo aggiungiamo la formazione di enormi onde in grado di spazzare
le terre emerse, il quadro si offre certamente apocalittico. La
meteorologia sarebbe immediatamente stravolta e si potrebbero verificare piogge
di mesi e inaridimenti di zone un tempo fertili.
Ogni anno cadono sulla terra circa 12.000
corpi celesti del diametro massimo di circa un metro, ma attorno alla
Terra ruotano migliaia di corpi con orbita instabile di cui alcuni di oltre 2.000 metri di
diametro. Che la Terra
sia un bersaglio è fuori dubbio, che lo sia stato in passato pure: le centinaia
di crateri da impatto presenti sulla sua superficie lo dimostrano. Parecchi
testi antichi ci raccontano di grandi catastrofi successe nel passato: il
diluvio biblico, l'epopea di Gilgamesh, la distruzione di Atlantide non sono
che le più famose. In tutti questi testi si parla di onde enormi che sommergono
la terra abitata, di sensibili variazioni del clima; possibile che in tante
parti differenti e lontane tra loro si parli delle stesse cose, quasi con le
stesse parole, e tutto ciò sia solo frutto della fantasia di qualche autore?
Recentemente due sarebbero i pericoli di
impatto che la Terra
subirebbe da un corpo celeste: il cosiddetto Pianeta X o Nibiru (il "pianeta
oscuro o dell'attraversamento" secondo i Sumeri) e l'asteroide Apophis.
Il primo (Pianeta X), con la sua
estesa orbita ellittica di circa 3600 anni, sta attraversando il sistema
solare, cosa che fa periodicamente, e starebbe in rotta di collisione con la Terra e questo accadrebbe prima
nel 2009 e poi nel 2012 con tutte le conseguenze devastanti facilmente
prevedibili. Molti astronomi sostengono
questo: un pianeta o una stella nana sarebbe stata osservata già da molti anni.
(Fig. 9)
Fig. 7. Il Pianeta X (nel cerchio in rosso)
Inoltre, tutti gli altri pianeti si stanno
proiettando in orbite circolari differenti intorno al Sole e ciò sembrerebbe far supporre un'entrata da parte
di un oggetto spaziale (Pianeta X ?), che, se veramente esiste, avrebbe anche
lui ripreso questa orbita circolare. Nella sua marcia di avvicinamento Nibiru
attraversa lo spazio cosmico compreso tra la fascia degli asteroidi e Giove, ma
questa volta Nibiru potrebbe avvicinarsi eccessivamente alla Terra, esercitando
un surplus di attrazione gravitazionale in grado di influenzare e accelerare i
mutamenti climatici in atto sulla Terra. (Fig. 10)
Fig.
8. Orbita del Pianeta X
Il secondo
pericolo verrebbe dall'asteroide Apophis
che transiterebbe nelle vicinanze dell'orbita terrestre il 2029 e il 2036. La sua scoperta risale al
19 giugno 2004 da parte del Kitt Peak National
Observatory dell'Arizona (USA) e confermata poi il 18 dicembre
successivo dall'Osservatorio di Siding Spring (Australia). Apophis (dal dio
egizio Apofi, il Distruttore) ruota intorno al sole con un periodo orbitale
di circa 323 giorni e ad ogni giro di
rivoluzione incontra l'orbita terrestre
due volte. Ha un diametro di 320 metri e proprio il 13 aprile 2029 (alle ore
22,45: secondo calcoli più recenti il 13 aprile 2036)) passerà a circa 36.350 chilometri
di distanza dalla Terra, poco al di sopra dei satelliti geostazionari che si
trovano a 35.786
chilometri, con una possibilità reale di impatto che si
aggira di 1 su 40.000-45.000. (Fig. 11)
Fig. 9. L'asteroide Apophis
Il calcolo è
stato, per così dire, aggiornato nel 2005 dall'Istituto di Astrofisica di
Potsdam (Germania) e sarebbe di 1 su 450, stima non ufficialmente smentita, in
conseguenza della possibilità che la traiettoria venga perturbata dalla
presenza dei satelliti artificiali, che potrebbe far aumentare la probabilità
di impatto in maniera notevole. In caso di collisione, e questa interesserebbe
l'emisfero orientale, l'energia sviluppata dall'asteroide sarebbe di 1480
megatoni, cioè più di 100.000 volte di quella liberata dall'atomica lanciata su
Hiroshima. La cosa viene seguita e monitorata con estrema attenzione dalla
Planeti Society ed entro il 2017 dovrebbero essere presentati i progetti e le
valutazioni in modo che l'eventuale missione possa essere approntata prima del
2029 e del 2036. Questi sono i fatti e naturalmente speriamo bene che non
accada nulla di irreparabile.
Da tutto questo
insieme di elementi sia scientifici che riferibili a profezie o veggenze
certamente non si potrebbe stare molto
tranquilli. Le coincidenze indiziarie sembrerebbero essere tante, alcune più
esplicite con riferimento al 2012, altre
indirette relativamente a tale data. Ma cosa ci attende realmente?
R.:
La collisione con asteroidi e/o pianetini. Di piccoli frammenti
di materia provenienti dallo spazio ne sono caduti e ne cadono tuttora sulla
Terra. L'unico rischio vero, come è stato detto sopra, proviene dall'asteroide
Apophis e dal Pianeta X (o Nibiru).
Del primo, Apophis, è previsto il
passaggio attorno alla Terra per il 13 aprile 2029 e il 13 aprile 2036 e la
probabilità di impatto con essa è nella stima di 1 su 40.000-45.000, quindi
estremamente limitata, e comunque è sotto stretta osservazione da parte degli
astronomi. Ipotetiche soluzioni allo studio degli scienziati: un trattore
gravitazionale (navicella spaziale in grado di deviarne l'orbita), vele solari
(attirerebbero il vento solare che allontanerebbe l'asteroide) e tintura in
bianco della parte dell'asteroide esposta al sole ((respingerebbe violentemente
i raggi solari e allontanerebbe l'asteroide dall'orbita terrestre).
Del secondo, Pianeta X, il cui
avvicinamento alla Terra è previsto per il 2009 (peraltro già trascorso) e il
2012, la probabilità che entri in rotta di collisione con la Terra è nella misura di 1 su
70.000, quindi ancora più limitata di quella di Apophis e, per fortuna, con
nessuna certezza che ciò accada proprio il 21 dicembre 2012. In ogni caso anche
questo è sotto stretta osservazione presso l'Osservatorio Scott-Amundsen in
Antartide. (Fig,. 12)
Fig. 10. Il Pianeta X
Ovviamente ci auguriamo che nulla di reale si verifichi.
Da questo insieme di
considerazioni si evince piuttosto chiaramente che l'ipotesi catastrofista
sembra non avere nessun fondamento serio né nelle varie profezie né in elementi
scientifici. Quindi non esiste alcuna ragione accettabile per temere disastri
apocalittici per il 2012 e sarebbe da irresponsabili creare una inutile quanto
pericolosa situazione di attesa di un evento assolutamente improbabile tale da
generare immotivati allarmismi e diffuso panico presso l'opinione pubblica.
Di sciagure e paure nella storia
se ne sono prodotte già tante fra guerre devastanti, massacri, pulizie etniche,
terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, carestie, epidemie e pestilenze,
eccidi di ogni genere, ecc.: non si avverte assolutamente la necessità di
crearne delle altre proprio ora.
Certamente l'unica reale fine
del mondo prevista è quella personale determinata con la propria morte
fisica.
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