Le contraddizioni della scuola |
|
|
|
È iniziato un nuovo anno scolastico per i nostri ragazzi e, per il modo come
si stanno presentando le cose, non sembra essere un avvio proprio tranquillo.
Si perseguono continue e confuse riforme e controriforme della scuola, revisioni
e annullamenti, annunci e disattese, centralità dell'educazione e sua
successiva negazione con scriteriati tagli nei fatti: una babele dalla quale
non si riesce a venirne fuori. Se poi si aggiungono i problemi legati al
sovraffollamento di classi, alla situazione dei diversamente abili, alle
opinabili esternazioni leghiste in tema
di organizzazione didattica e alla precarietà docente insieme a quelli di tante strutture fatiscenti,
allora si arriva al paradosso che ciò che dovrebbe stare più a cuore di ogni
altra cosa, il futuro cioè delle nuove generazioni, diventa un inspiegabile
peso e un optional, che vanno a favorire solo l'ignoranza e la dequalificazione dell'istruzione e il
degrado di una società. Il guaio è che tutto è diventato approssimazione,
improvvisazione, spettacolo talora indecoroso, pratiche di attività non sempre
sorrette da un intelligente progetto di
base. Invece si ha bisogno di più serietà e di maggiore coerente chiarezza non
solo nel legislatore, ma anche in chi è chiamato a essere e a vivere in stretto
contatto con le giovani menti. Per prospettare loro adeguate risposte occorre
conoscerle bene nel loro dinamismo non solo sul piano intellettivo, ma
soprattutto umano ed emotivo. Il mondo di domani sarà quello che si riesce a
costruire con lungimirante saggezza e responsabilità nell'oggi e questo è un
compito di tutti, perciò l'estrema necessità di richiamarsi a un sistema di valori di fondo da recuperare e perseguire:
onestà, dignità, rispetto per la persona e la legalità, libertà creativa,
rispetto per la natura e l'ambiente circostante, attenzione al merito e al
disagio, solidarietà.
Realizzare tutto questo richiede un nuovo approccio linguistico e
intellettuale e più ampie vedute psicopedagogiche, concrete disponibilità di
risorse, investimenti non avari, acquisizione di specifiche competenze e
soprattutto un grande amore per ciò che si fa. Senza questi requisiti si
rischia di non andare da nessuna parte. Speriamo che si aprano gli occhi in
tempo prima che sia troppo tardi: fin troppi giovani ai nostri giorni stanno o
emigrando all'estero o percorrendo strade, a dir poco, discutibili se non
addirittura rovinose. E questo non è
assolutamente tollerabile per una realtà di grande tradizione culturale com'è
l'Italia.
|
|