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INTRODUZIONE
Da più parti si è scritto e si scrive di Supercoscienza
Universale come di una immensa risonanza nella quale con una serie
continua di
interscambi informativi vanno a inserirsi e a riflettersi pensieri,
energie
emotive, vissuti di ognuno e di tutti come un grande invaso nel quale
ogni cosa si ricompone e
ritorna all'unità originaria dell'essere e quindi del vivere. Ovviamente
tutto
ciò costituisce ancora un mistero come,del resto, lo è il problema della
coscienza individuale, anche se molto intorno a essa si conosce.
Nel presente lavoro la questione verrà trattata sotto
forma di ipotesi avanzata dalla filosofia, dalla stessa scienza e dalla
storia
delle varie religioni: naturalmente ogni ragionamento ipotetico non è
affermazione di verità, ma indica solo un processo di costante verifica
dei suoi
presupposti. Alla fine si proverà a proporre una via di interpretazione
di una tale
possibile esistenza.
Prima di passare all'esame del problema, ritengo
opportuno premettere alcune osservazioni di natura antropologica.
Il termine "antropologia" significa
letteralmente "studio dell'uomo" (dal greco "anthropos = uomo" e "logos
= studio"). Lo studio dell'uomo nella sua interezza è un'impresa di
enorme difficoltà
ed è per questo che i metodi proposti sono in genere incompleti e
limitati.
Una antropologia, però, che voglia definirsi tale dovrebbe possedere
alcuni
elementi fondamentali:
-
essere concreta, cioè fondata non su dati e definizioni astratte
e concettuali, ma
sull'esperienza;
- essere totale, cioè comprendere tutti i tipi di
esperienza e di situazioni nelle
quali viene a trovarsi l'uomo;
-
essere dinamica, cioè considerare non solo il "presente"
staticamente, ma
osservare come l'uomo cambia nel tempo, sia a livello individuale che
storico e
collettivo;
- essere interdisciplinare, cioè collegata agli aspetti
biologici, psicologici,
artistici, sociali, etici, religiosi, intellettuali, economici,
ecologici ecc. ecc..
Tenendo presenti queste premesse, in
generale si può dire che la struttura dell'uomo ha come simbolo la scala,
una rappresentazione cioè del salire e del discendere, del progredire e
del
regredire, dell'evoluzione e dell'involuzione, perciò è un qualcosa di
dinamico.
La scala, a sua volta, può essere associata ad un altro simbolo:, quello
della montagna.
Tale scala può essere espressa sotto forma
di gradini: ne scelgo sette, perché questo sembra essere un numero
ricorrente
(note musicali, colori, giotmi della
settimana, opere di misericordia spiritualr e corporalr e vizi capitali,
ecc. ).
Schematizzando, dal basso in alto:
1) materia corporea
2) corpo vivente
3) affettività
4) intelligenza
5) libertà
6) autocoscienza
7) supercoscienza.
Visivamente può essere
così riprodotta:
Gli antichi, e fra questi S. Paolo, dividevano il simbolico
"settenario"
in tre gruppi, seguendo il criterio secondo cui l'uomo risulta composto
da tre
elementi: corpo (soma), anima (psiche), spirito (pneuma):
Si noti che il quinto
grado è intermedio, appartenendo sia alla psiche
che al pneuma. Naturalmente alla
scala positiva (di ascesa), rovesciandola, corrisponde una negativa (di
discesa).
Tutto il processo è graduale e vale sia
per il piano individuale che collettivo.
Sul gradino più alto si situa la Supercoscienza come
momento di sintesi e di massima comunicazione con tutte le altre
coscienze,
quasi a formarne una unica grande Coscienza.
Fatte queste doverose precisazioni, passo ora a
trattare l'argomento nei suoi vari aspetti, così come sopra prospettato.
(Per
le figure di sopra: cfr. www.gnosis.it/scalaindex.html).
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