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Una Supercoscienza universale? PDF Stampa E-mail
Indice articolo
Una Supercoscienza universale?
Introduzione
1. In Filosofia
2. Nella Scienza

INTRODUZIONE

Da più parti si è scritto e si scrive di Supercoscienza Universale come di una immensa risonanza nella quale con una serie continua di interscambi informativi vanno a inserirsi e a riflettersi pensieri, energie emotive, vissuti di ognuno e di tutti come un grande  invaso nel quale ogni cosa si ricompone e ritorna all'unità originaria dell'essere e quindi del vivere. Ovviamente tutto ciò costituisce ancora un mistero come,del resto, lo è il problema della coscienza individuale, anche se molto intorno a essa si conosce.
Nel presente lavoro la questione verrà trattata sotto forma di ipotesi avanzata dalla filosofia, dalla stessa scienza e dalla storia delle varie religioni: naturalmente ogni ragionamento ipotetico non è affermazione di verità, ma indica solo un processo di costante verifica dei suoi presupposti. Alla fine si proverà a proporre  una via di interpretazione di una tale possibile esistenza.
Prima di passare all'esame del problema, ritengo opportuno premettere alcune osservazioni di natura antropologica.
Il termine "antropologia" significa letteralmente "studio dell'uomo" (dal greco "anthropos = uomo" e "logos = studio"). Lo studio dell'uomo nella sua interezza è un'impresa di enorme difficoltà ed è per questo che i metodi proposti sono in genere incompleti e limitati. Una antropologia, però, che voglia definirsi tale dovrebbe possedere alcuni elementi fondamentali:  

  • essere concreta, cioè fondata non su dati e definizioni astratte e concettuali, ma sull'esperienza;
  • essere totale, cioè comprendere tutti i tipi di esperienza e di situazioni nelle quali viene a trovarsi l'uomo;
  • essere dinamica, cioè considerare non solo il "presente" staticamente, ma osservare come l'uomo cambia nel tempo, sia a livello individuale che storico e collettivo;
  • essere interdisciplinare, cioè collegata agli aspetti biologici, psicologici, artistici, sociali, etici, religiosi,  intellettuali, economici, ecologici ecc. ecc..
Tenendo presenti queste premesse, in generale si può dire che la struttura dell'uomo ha come simbolo la scala, una rappresentazione cioè del salire e del discendere, del progredire e del regredire, dell'evoluzione e dell'involuzione, perciò è un qualcosa di dinamico. La scala, a sua volta, può essere associata ad un altro simbolo:, quello della montagna. Tale scala può essere espressa sotto forma di gradini: ne scelgo sette, perché questo sembra essere un numero ricorrente (note musicali, colori,  giotmi della settimana, opere di misericordia spiritualr e corporalr e vizi capitali, ecc. ). Schematizzando, dal basso in alto:

1) materia corporea     
2) corpo vivente     
3) affettività 
4) intelligenza      
5) libertà      
6) autocoscienza      
7) supercoscienza.

Visivamente può essere così riprodotta:

figura 1.jpg

Gli antichi, e fra questi S. Paolo,  dividevano il simbolico "settenario" in tre gruppi, seguendo il criterio secondo cui l'uomo risulta composto da tre elementi: corpo (soma), anima (psiche), spirito (pneuma):

figura 2.jpg


Si noti che il quinto grado è intermedio, appartenendo sia alla psiche che al pneuma. Naturalmente alla scala positiva (di ascesa), rovesciandola, corrisponde una negativa (di discesa). Tutto il processo è graduale  e vale sia per il piano individuale che collettivo.

figura 3.jpg


Sul gradino più alto si situa la Supercoscienza come momento di sintesi e di massima comunicazione con tutte le altre coscienze, quasi a formarne una unica grande Coscienza. 
Fatte queste doverose precisazioni, passo ora a trattare l'argomento nei suoi vari aspetti, così come sopra prospettato. (Per le figure di sopra: cfr. www.gnosis.it/scalaindex.html).



 

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