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Ambiti e limiti della sensitività I PDF Stampa E-mail

Introduzione

Da tempo  l'argomento della sensitività è oggetto di dibattito, anche se spesso questa tende a essere confusa con la medianità. Ambedue hanno in comune due cose: le modalità secondo le quali si esprimono (trance leggera o stato di veglia per la sensitività e trance quasi sempre profonda per la medianità) e i contenuti (presunti contatti con defunti).
Alcuni interrogativi qui si pongono come necessari: esiste veramente la sensitività e in cosa essa consiste? Come si manifesta?  Quali sono i meccanismi interni tramite i quali si rende percepibile all'esterno? Relativamente ai contenuti: sono veri e autentici o sono semplici proiezioni inconsce del soggetto? A queste domande, nel presente studio, si tenterà di dare sinteticamente alcune risposte.

  1. Esistenza della sensitività

  In giro circolano tanti sedicenti "sensitivi", che sono perlopiù di sesso femminile.  Si sa che l'animo della donna è particolarmente sensibile, recettivo e come tale spesso è portato a fantasticare, a creare immagini e proiezioni di realtà molte volte soggettive. Poi le amplifica con forti risonanze interne e dinanzi ai suoi occhi si presentano come "oggettive". Questo quando si agisce in buona fede. Ma non sempre è così. Più frequentemente accade di trovarsi di fronte a vere e proprie costruzioni arbitrarie fatte passare per reali, magari sfruttando lo stato di sofferenza  e di attesa di chi chiede un aiuto. In questi casi qualunque risposta sarebbe buona e apparentemente convincente, come quella della Sibilla Cumana,  e il tutto sembrerebbe ritornare, ma le cose stanno un po' diversamente. L'arte dell'inganno, purtroppo, è antica quanto l'umanità e, con i tanti mercanti di sogni e dell'occulto: il trucco è sempre in agguato!
La sensitività non è fatta di tante "visioni", di lunghi e chilometrici discorsi, trasmessi da presunte Entità, da generare poi messaggi invitanti al bene. Tali Entità non stanno certamente al sevizio del  "sensitivo". Quando vogliono aiutare, esse hanno altri modi per farlo e non sicuramente con il pagamento della cosiddetta "seduta" "Chi" si serve dei "sensitivi", quando questi ultimi sono autentici, certamente non lucra, ma semplicemente "dona".  Indubbiamente il confine fra aldiqua e Aldilà è estremamente sottile e quando il secondo si "rivela", lo fa comunque con le anime semplici e trasparenti, non con chi pratica  l'uso del guadagno.
E allora che cosa è la sensitività? Quando è vera, e sono pochissimi i casi, essa è una particolare e gratuita "illuminazione" che invade la mente e la coscienza del soggetto e gli fa percepire messaggi, scenari e presenze all'occhio normale non visibili e non accessibili. Questo dinamismo suppone che il "sensitivo" sia una persona equilibrata, armonica, mentalmente corretta e moralmente irreprensibile. La struttura psicofisica di queste persone è necessario che sia ben amalgamata nelle sue diverse componenti: pensieri,  emozioni e modalità percettive che si richiamino alla normalità. Vista così, l'illuminazione è un "regalo" legato non tanto al soggetto in sé quanto perché strumento per il  destinatario della stessa. Perciò non accade e non deve accadere "a volontà", su "comando" o su "richiesta": semplicemente avviene.  Il soggetto è come "assunto" ad amico che "riceve liberamente" un qualcosa e lo trasmette con altrettanta liberalità. È come se venisse a stabilirsi una osmosi di contenuti significativi per tutti e  lo scopo è quello di migliorare la vita dei soggetti in gioco.  Quindi sono escluse curiosità, pruderie, interrogatori, evocazioni e, in genere, tutto ciò che sa di più o meno mascherata costrizione. In questo senso l'illuminazione è un qualcosa che esce fuori dai comuni parametri sensitivi e percettivi:  è improvvisa e unilaterale.
Questa è l'autentica "sensitività": il resto risulta spesso con l'essere un insieme di sceneggiate, dietro le quali non rare volte  si nascondono interessi, inganni e magari ricerca di prestigio personale.

  2.     Modalità nella sua espressione

  Da un punto di vista "tecnico", il concetto di sensitività si riferisce complessivamente a "quell'l'insieme delle facoltà che permettono a un individuo di produrre fenomeni di percezione extrasensoriale e di psicocinesi." La sensitività può manifestarsi sia in stato di veglia che durante il sonno e in numerosi casi anche in stato di ipnosi e di trance. La cosa poco chiara è da sempre stata la tipologia di persone che possederebbero facoltà sensitive. Essa non sempre dipende dal sesso della persona, dall'età, dalla costituzione o dalla sua intelligenza.
Probabilmente un fattore riconosciuto è che questa facoltà può essere ereditaria: si pensi alle sorelle Fox, che avevano una zia chiaroveggente, il famoso medium D. D. Home era figlio di una sensitiva e come lui tantissimi altri soggetti dotati di sensitività avevano ascendenze familiari con questa specifica caratteristica. Certo è che questa facoltà può anche essere sviluppata con molto esercizio e soprattutto con una forte volontà. Un soggetto sensitivo può avere le sue "specializzazioni": "sensitivi" ad effetti "psichici" e "sensitivi" a effetti "fisici".
Il primo gruppo tende a dimostrare le proprie capacità in casi di telepatia, chiaroveggenza, precognizione, ecc.
Il secondo gruppo basa invece le proprie dimostrazioni su fenomeni quali gli apporti, le materializzazioni ed altro ancora. A loro volta queste due grandi suddivisioni vengono ancora suddivise in numerose sezioni minori: psicometria, biorisonanza, ecc.
Molti studiosi hanno tentato di classificare le tipologie di "sensitivi". La moglie del famoso J. B. Rhine le classificò in 4 principali

A.    Soggetti intuitivi che "intuiscono" con certezza un fatto lontano nello spazio e nel tempo;

B.     Soggetti allucinati, che dimostrano facoltà visive, uditive o tattili in stato di veglia o trance;

C.     Soggetti a sogni non realistici, che vedono un evento lontano nello spazio e nel tempo attraverso sogni simbolici;

D.   Soggetti a sogni realistici, che vedono un evento presente o futuro e le modalità con cui si svolgerà.

Infine, per quel che riguarda i processi alla base di questo fenomeno, basta ricordare la concezione enunciata dal Myers: "La sensitività è l'attività originaria dell'Io subliminale o inconscio."
Da molte ricerche sembrerebbe possibile che la sensitività sia un processo originario dell'essere umano che via via scompare facendo spazio alle ben più razionali facoltà umane.
Un "sensitivo" è una persona che riesce ad avere delle percezioni extrasensoriali o semplicemente ESP (acronimo dell' inglese Extra-sensory perception).
Viene chiamata percezione extrasensoriale o ESP, più precisamente psi, ogni ipotetica percezione che non possa essere attribuita ai cinque sensi. Un sinonimo diffuso a livello popolare è anche sesto senso. L'uso di questo termine sottintende la ipotetica esistenza di canali di informazione estranei e sconosciuti alla scienza e, infatti, gran parte degli studi al riguardo si muovono al di fuori del metodo scientifico. Con la Biopsicocibernetica molto si sta scoprendo in materia. Le percezioni extrasensoriali vengono chiamate in modi diversi a seconda della loro natura: capacità di prevedere il futuro (precognizione),
capacità di percepire visivamente cose non visibili naturalmente (chiaroveggenza), capacità di comunicare con il pensiero (telepatia).
Il campo di studio delle percezioni extrasensoriali (e di altre manifestazioni psi come la psicocinesi) un tempo era chiamato parapsicologia, oggi Biopsicocibernetica. La persona che si ritiene possieda tali facoltà è detta "sensitivo" (o paragnosta, soprattutto se collegato alla retrocognizione; medium se invece afferma di comunicare con Entità spirituali come, ad esempio, i defunti).
Quindi un "sensitivo" in pratica riesce ad accedere a livelli di coscienza superiore al di là dei 5 sensi che tutti conosciamo.
Secondo alcuni studi, tutti sarebbero sensitivi, perché ciascuno potrebbe entrare in uno stato di meditazione profonda, cioè in uno stato modificato di coscienza, chiamato Alfa. Sarebbero infatti le onde Alfa  (onde del sonno)  che inducono uno stato alterato, pronto a ricevere informazioni da canali extrasensoriali. Cosa c'è di vero?   Di vero c'è tanto e ci sono pure alcuni esercizi di facile applicazione  per verificare la propria sensitività.
Allora è un problema?   Direi che non lo è, ma ci troviamo solo dinanzi a una realtà diversa. Alcuni (i "sensitivi") sono dotati di questo potere in maniera naturale, ovvero riescono a portarsi alle onde Alfa in qualsiasi momento senza impegnarsi troppo. Cosa che non riesce a fare la maggior parte delle persone. Infatti raggiungere questo stato ed esserne coscienti per guardare oltre quello spazio diventa molto difficile e non alla portati di tutti.
Per meglio comprendere la dinamica della sensitività alcuni qui introducono il concetto di chakra (=ruota, vortice). Questi sarebbero vortici energetici che servono a far passare l'informazione dal cosiddetto eterico al fisico. La pulizia di tutti i chakra principali (7 fino al livello 3000 che diventano 12 a partire dal livello 4200) sarebbe importante per sviluppare una completa sensitività. Seguendo questo criterio, possono essere distinti 4 tipi principali di sensitività: la Chiaroudienza (capacità di sentire i suoni dell'eterico), per la quale ha particolare importanza la pulizia del chakra della gola; la Chiaroveggenza (capacità di vedere immagini dell'eterico), per la quale ha particolare importanza la pulizia del chakra della fronte; la Chiarosenzienza (capacità di percepire le emozioni di un altro essere nell'eterico), per la quale ha particolare importanza la pulizia del chakra della pancia; ed infine la Telepatia (capacità di percepire i pensieri di un altro essere nell'eterico), per la quale ha particolare importanza la pulizia del chakra della corona (sommità della testa).
La sensitività sarebbe, dunque, una prerogativa fondamentale nei fenomeni di precognizione.
Per il sensitivo è come avere una seconda vista in grado di scrutare qualcosa che è scritto anche se ancora deve avvenire, per la ragione che il "tempo" non ha confini e soprattutto non esiste.
Il tempo è quel fattore per cui "misuriamo" lo sviluppo biologico, determinandone una divisione arbitraria. Diciamo che il "tempo" è passato, perché il bambino diventa adolescente, poi adulto, poi anziano. Questo perché da quando era bambino a quando sarà anziano la terra avrà fatto un certo numero di rivoluzioni attorno al sole. In realtà, però, c'è stata solo trasformazione biologica, ma l'istante è lo stesso. Tutti gli eventi sono collocati temporalmente come sulla punta di un ago.
Celebre è la frase di Cristo nel Vangelo: "Io vedo satana cadere dal cielo". Non io ho visto, io vedo, come se la caduta di satana fosse un fatto che stesse avvenendo in quell'istante e non già in tempo remoto.
Il "sensitivo", quindi, sarebbe in grado di catturare con il suo terzo occhio quella parte che noi chiamiamo futuro, ma è collocato esattamente con altri eventi su quella punta di ago alla quale si accennava prima.
Facciamo un esempio concreto: le famose carte Zener. In genere si usano con una persona che mescola le carte e poi, senza mostrarla al "sensitivo", ne sceglie alcune in sequenza aspettando che il "sensitivo" dica la sequenza delle carte. In realtà alcuni formulano l'ipotesi che il "sensitivo" con il suo terzo occhio legga la carta, ma l'ipotesi più probabile è che il "sensitivo" con la sua seconda vista non veda la carta, ma veda il "futuro", cioè veda la carta rovesciata dopo la sua risposta. Se il tempo non esiste, il "sensitivo" starebbe semplicemente leggendo qualcosa che è già avvenuto in quel momento, ma che non è stato ancora vissuto.
Qui si innesta il concetto di chiaroveggenza: molti "sensitivi" non sono riusciti a sviluppare le proprie capacità, la propria seconda vista, altri invece, con un grado di sensitività maggiore, hanno avuto modo di "educare" questa facoltà extrasensoriale, al punto che per loro diventa estremamente facile predire eventi futuri per altre persone, spesso lontani diverse centinaia di chilometri.
Spesso tali persone si servono di mezzi di concentrazione fra i più disparati: da cristalli a oggetti particolari, alle superfici specchiate ecc.
Con frequenza si associa al concetto di sensitività quello di medianità.
Per comprendere quest'ultima è necessario, anche qui, ricorrere alla teoria dei chakra, riassumendo alcune ipotesi sui vari veicoli dell'uomo. Oltre al corpo fisico, strumento visibile che la persona usa per scopi materiali, l'uomo possiederebbe un corpo vitale composto di etere, un corpo astrale (o emozionale) e una mente.
Tutti questi veicoli (corpi) sarebbero concentrici e si presenterebbero interconnessi l'uno entro l'altro, con i rispettivi Centri vitali (chakra) opportunamente allineati, che facilitano alla persona la gestione dell'organismo nel suo insieme con i relativi processi vitali definiti ragionamento, parola e azione. L'Io di un individuo vivrebbe così entro tali veicoli e li utilizza per poter fare le necessarie esperienze nella scuola della vita.
Sempre secondo tale teoria, nello stato di veglia l'Io, il corpo mentale, quello astrale e quello vitale (eterico) interpenetrano il corpo denso e lo circondano per uno spazio di alcuni centimetri creando una nube di forma ovoidale detta "aura". Durante il sonno (quando il corpo denso dorme) avviene la separazione di alcuni veicoli. L'Io e la mente, rivestiti con il corpo astrale, si ritirano fuori dal corpo denso e vi fluttuano sopra, mentre questo giace sul letto. L'Io con i suoi veicoli sottili resta comunque unito al corpo eterico e al corpo fisico addormentato tramite una sottile funicella di colore argenteo.
Subito dopo tale separazione ha inizio un processo di rigenerazione energetica del corpo astrale. Tale  corpo, dopo esser stato rivitalizzato nel Mondo del Desiderio, può impartire energia al corpo vitale e questo, a sua volta, può iniziare a purificare il corpo denso eliminando i prodotti di rifiuto: per compiere un simile lavoro utilizza principalmente il Sistema Nervoso Simpatico. Ne risulta che al mattino, quando con il risveglio il corpo del desiderio, la mente e l'Io ritornano nel corpo fisico, lo trovano restaurato e pieno di energia.
Va notato come nella morte, sempre secondo la teoria dei chakra, la separazione fra i corpi sia uguale a quella che avviene durante il sonno. I cosiddetti morti sono infatti costituiti dall'Io, dalla mente e dal corpo del desiderio. Talvolta, per un certo periodo, essi rimangono coscienti del mondo materiale che hanno abbandonato. Vi sono anche alcuni defunti che si tengono aggrappati alla vita terrena e non si decidono ad apprendere le nuove lezioni loro spettanti: essi vengono definiti "spiriti erranti".
Questi spiriti erranti non hanno più un corpo fisico, ma desiderano ancora fare delle esperienze terrene, si servono perciò di quelle persone i cui corpi denso ed eterico hanno una debole connessione tra loro. Il grado di coesione fra questi due corpi non è infatti identico per tutte le persone. Quelle aventi i corpi denso e vitale più strettamente compenetrati sono i materialisti. Le persone, invece, che sono poco attaccate alla materia hanno generalmente una debole connessione e possono meglio rispondere ai mondi sottili. Ciò offre loro la possibilità di sviluppare alcune facoltà psi, però non sempre ciò accade in modo volontario ed autogestito. Questa sarebbe la medianità.
Avverte, però, a questo proposito Giuditta Denbech: "La medianità cammina sull'orlo di un baratro in cui luce e tenebra si confondono. La collaborazione con le schiere celesti non ricorre a mezzi pericolosi e rudimentali come la trance ad ogni livello, la telescrittura, il ricevimento di messaggi medianici, la manifestazione del cosiddetto "spirito guida". La collaborazione con gli Angeli è tutt'altra cosa, infinitamente lontana da questi ingannevoli espedienti."
Che dire in merito a tutto ciò? Indubbiamente è un modo sottile di intendere il modo come si manifesta la sensitività, distinguendola dalla medianità, ma non è certamente l'unico, perché non include, per esempio, tutto quell'insieme di interazioni con l'intero universo circostante (persone, materia vivente e non), del quale si è pur parte integrante, come insegnato dalla Biopsicocibernetica. Più sotto si metterà più a fuoco la questione.

  3. Ipotesi sui meccanismi operativi

  Escludendo quella dei chakra perché incompleta, sostanzialmente le ipotesi, che possono essere avanzate per spiegare la natura della sensitività, sono  riconducibili a tre:  la Sincronicità, la Biopsicocibernetica e una particolare "rivelazione" da parte dell' "Oltre".

a. La Sincronicità. Con questa si attingono informazioni al cosiddetto inconscio collettivo, nel senso che le esperienze di ogni soggetto in qualche modo vengono depositate in questa grande memoria comune, alla quale alcuni individui possono attingere i dati che loro servono in un particolare momento del loro vivere. Con la Sincronicità è come se il soggetto mettesse in comunicazione diretta se stesso, soprattutto nella sua parte inconscia, con la fonte informativa, sicché i dati fluiscono a seconda del bisogno di apprendimento o di necessità di una notizia.  Essendo lì, questa viene raggiunta con una relativa facilità e il soggetto è come se "vedesse", ripescandolo,  sul monitor della sua coscienza quanto gli serve e lo comunica, verbalizzandolo, all'esterno. Molti sono i fatti che testimoniano una simile possibilità (Jung, Pauli) e, quindi, non la si può scartare a priori. Con la Sincronicità siamo sul piano di una conoscenza di origine ancora naturale, quantunque misteriosa.

b.  La Biopsicocibernetica.  Questa nuova disciplina, elaborata da Enrico Marabini, insegna che l'uomo vive in un "campo" di continue interazioni, sicché tanti fenomeni comunemente definiti "anomali" in realtà non sono tali, ma semplicemente eventi naturali. 
Come premessa c'è da dire che la natura di per sé è contenitrice e portatrice di miliardi di informazioni: le particelle elementari e gli atomi, le cellule, le molecole, gli organismi viventi con il loro DNA, la terra, l'universo. L'uomo è parte integrante di questo immenso scambio di dati, sicché nulla vieta che molti di questi elementi informativi transitino da un individuo all'altro in modo tale che viene a crearsi come una "rete" unitaria ma variegata. Perché ciò avvenga è necessario imparare a sapersi porre in "sintonia", cioè lasciare che si instauri quella particolare "risonanza" interiore che consiste nella disponibilità all'apertura al flusso informativo, altrimenti  l'interazione inconscia, che poi tende a diventare conscia, non si genera. Il soggetto, allora, in queste condizioni, capta il nucleo del dato sotto forma di immagine mentale o di locuzione e lo trasforma in parola intellegibile, che andrà poi a comunicare alla persona interessata. Ovviamente non si può escludere a priori la mediazione linguistica del "sensitivo" o la sua particolare cultura, ma l'essenziale  si offre ben chiaro. La Biopsicocibernetica, in fin dei conti, introduce la grande prospettiva di quell'unicum della creazione, nella quale tutti si è inseriti e tutti fra di sé interagenti, con i conseguenti fenomeni di natura cognitiva e cinetica.

c. L'Oltre. Entriamo qui nel grande Mistero dell'Ignoto, che una intelligenza duttile e aperta non può escludere dalla sua indagine. Ě la terza possibile ipotesi esplicativa del fenomeno e si presenta sotto due forme:  

1. Con chi dialoga l'Oltre e in quali situazioni? In genere l'Oltre si rivela alle anime semplici e trasparenti, cioè a quelle moralmente pulite e intellettualmente oneste. L'atteggiamento interiore deve essere sempre quello del massimo rispetto, dell'ascolto umile, scevro da qualunque pressione psicologica, non frutto di interrogatori o di domande particolari, se non di aiuto e di preghiera. L'Oltre non si sollecita, ma spontaneamente si apre, come liberamente comunica a chi e quando vuole.
In quali situazioni? Generalmente l'Oltre si manifesta nei momenti di sofferenza, di bisogno, ma anche in altri, quando ravvede ch c'è necessità di conoscenza e di un po' di conforto. Dunque l'atteggiamento del "sensitivo" dovrebbe essere quello del silenzio e della discrezione.
Questa ipotesi non è da sottovalutare, anche se occorrerebbe essere molto attenti a saperne individuare la natura e il significato nell'eventuale messaggio che intende trasmettere. Il meccanismo del quale si serve l'Oltre è l'illuminazione diretta del soggetto: informazioni che, spezzato il "velo" dello spazio-tempo, si rende evidente e accessibile alla comprensione umana.

2. La seconda forma, in questo caso di sempre presunto contatto con l'Aldilà, sarebbe la medianità, distinta, come si è detto, dalla sensitività. Infatti, mentre il medium si contraddistingue per la capacità di comunicare con realtà non sensoriali, il "sensitivo" si contraddistingue per la capacità di percepire tali realtà non sensoriali. Talvolta un medium è anche "sensitivo" e viceversa, ma esistono  "sensitivi" che non sono medium  e medium  che non sono "sensitivi".
Per essere un buon "sensitivo", così come per essere un buon medium, è necessario essere un buon "canale", ossia riuscire a trasmettere informazioni provenienti da altri piani di realtà. Non sempre le informazioni "canalizzate" da un "sensitivo" sono però effettive informazioni di altri piani di realtà. O meglio, un "sensitivo" può anche filtrare le informazioni "canalizzate" attraverso paure od illusioni presenti in sé, e spesso inconsce, al pari di un medium. La sensitività indica, dunque, la percezione di uno qualsiasi dei piani non fisici dello spazio-tempo, non necessariamente da identificare con quello dei defunti.
Se la caratteristica che contraddistingue la medianicità è l'impossessamento, quella che contraddistingue la sensitività è la presenza di chakra puliti. Il "sensitivo", in altre parole, è tale perché i suoi chakra eterici contengono una quantità minore di blocchi energetici, che solitamente sono attaccamenti eterici verso altri esseri o luoghi ma talvolta anche macchinari eterici appositamente posti in quella zona da parte di qualche Entità eterica. Il medium, invece non necessita, per essere tale, di chakra puliti.: mentre l'informazione "canalizzata" dal "sensitivo" passa dall'eterico al fisico, quella "canalizzata" dal me3dium rimane nell'eterico. 
E' per questo motivo che il medium cade in trance nell'atto medianico, mentre il "sensitivo" no. Il "sensitivo", infatti, rimane perfettamente cosciente proprio perché l'informazione percepita dei piani superiori di vita viene trasmessa al cervello fisico e quindi elaborata dallo stesso in forma di immagini, sensazioni, intuizioni o suoni. L'informazione del medium, invece, sebbene possa essere filtrata dai corpi energetici del medium stesso, non raggiunge mai il cervello fisico: è il corpo mentale del medium che permette l'espressione verbale affinché comunichi una qualche notizia. Ciò che viene impossessato, durante una sessione medianica, non è infatti il corpo fisico del medium (che non subentra in alcun modo nella comunicazione medianica),  bensì uno con più fonti energetiche superiori allo stesso.
La sensitività, dunque, sarebbe una facoltà attiva, la medianicità, invece, una passiva. La medianicità richiede una forte dipendenza del medium dalla sfera superiore (ossia deve essere fortemente sradicato dalla Terra), la sensitività non richiede tale dipendenza, sebbene possano esservi persone molto dipendenti da realtà  superiori  e nello stesso tempo "sensitive".
Su tutto questo secondo e complesso modo di intendere la terza ipotesi, cioè la comunicazione da parte dell'Oltre tramite la medianità, sorgono non poche perplessità. "Chi" è la "persona" o la presunta Entità che comunica? Perché* c'è bisogno dell' "impossessamento"? E la libertà del medium L'essere "strumento" implica, forse, la sospensione o, peggio, la distruzione, anche se temporanea, della identità? È veramente l'Oltre che "parla", o la parte migliore e più evoluta di esso, o non piuttosto l'inconscio del soggetto? "Chi" veramente produce i fenomeni "fisici", come la tiptologia, la psicografia, gli apporti, i movimenti del classico bicchierino e altro? Perché il tutto deve svolgersi nell'oscurità? Solo per un risparmio dell'energia circostante presente nell'ambiente? Ma l'Oltre non è più "semplice" e meno complicato e soprattutto non genera, forse, serenità e pace? E si potrebbe continuare. Un po' di cautela, dunque, in questo discorso non farebbe male!
Le tre ipotesi, allora, con le osservazioni fatte sulla seconda parte della terza,  vanno tenute sempre ben presenti e di volta in volta saper discernere e distinguere la verità della "fonte" dalla quale il tutto proviene.



 

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