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Michele Campanozzi

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N. Michele Campanozzi

Psicologo, Scrittore e Giornalista, Direttore della Sezione Teoresi del Laboratorio Interdisciplinare di Ricerca Biopsicocibernetica di Bologna.

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Sabato 5 Aprile 2014 alle ore 17.00 nell'Auditorium Provinciale di Oliveto Citra (SA) parteciperà insieme ai relatori Romeo Frigiola, Don Pasquale Paduano e Claudio Pagliara al convegno sul tema "Il Mistero delle Apparizioni Mariane - tra scetticismo e fede". Maggiori dettagli qui .
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Andrea Pazienza PDF Stampa E-mail
Recentemente, a venticinque anni dalla scomparsa (16 giugno 1988), sono state pubblicate alcune opere inedite di Andrea Pazienza, il nostro grande fumettista che con la sua genialità si è imposto all'attenzione del mondo. Con il suo linguaggio vivace e intelligente ha saputo raccontare in immagini la storia di una intera generazione di giovani con testi permeati di raffinata e suggestiva creatività. È stato il "padre" di tanti notissimi e straordinari personaggi: Zanardi, Pentothal, Pompeo...
Ricordo ancora quando il suo caro papà Enrico, mio amico da sempre, in occasione di una mostra a San Severo all'indomani della scomparsa di Andrea ad appena 32 anni, tenendomi sottobraccio mi invitò con parole venate di delicato affetto: "Michele, vieni a vedere Andrea mentre lavorava". Mi commossi allora dinanzi a tanta tenerezza paterna per un figlio.
Ritornando agli inediti c'è da dire subito che siamo di fronte a figure che illustrano un percorso esistenziale con un quadro di elementi fondamentali: la centralità della figura umana nella sua solitaria titanicità rivisitata con un pennello agile e vigile anche su particolari anatomici, l'idea del "viaggio" talora veloce (a cavallo) talaltra lento fatto di assorta riflessione, la forza e la mistica potenza della natura di fronte alla quale si interroga con stupore in muta w rispettosa contemplazione del suo mistero, lo sfogliarsi di quelle nude abitazioni nelle quali si nascondono i tanti e inespressi tormenti e segreti del vivere. Qui arte, filosofia e poesia si incontrano, s'intrecciano e si fondono nell'invenzione di un unico nuovo affresco d'insieme dal quale emergono alcune istanze di fondo: la continua ricerca di un significato da conferire all'esistere, l'impulso interno a esternare come d'impeto quelle frementi emozioni che si andavano delineando e sostanziando non solo nella fantasia ma anche nella mente, la chiara sensazione del rapido consumarsi del tempo forse inconsciamente consapevole del termine  che gli era stato concesso, quella concentrazione di tetti sotto i quali pure vibra e pulsa l'energia della vita ma che non sempre riesce a venire allo scoperto, la frantumazione e la decostruzione/riscrizione  in soluzioni originali  degli schemi narrativi nella loro linearità che come in una sorta di  "salti quantico" tendono a porsi al di là della comune e consueta continuità formale come a  voler attingere quello che non è racchiudibile in uno spazio-tempo definito e perciò limitato.
Andrea era un ragazzo geniale, arguto e molto più maturo della sua età, che andava intuito più che capito e soprattutto ascoltato nelle pause e nei silenzi. Questa genialità si mascherava dietro l'ironia, talora sarcasticamente sferzante, ma era solo la semplice espressione di un rifiuto dell'omologazione al già dato e della nostalgia di un ritorno  a quell'innocente ritmo primordiale sempre sognato e ricercato. Non so quanti l'hanno visto così, fermandosi ad apprezzare magari e perlopiù solo gli effetti visibili (la sua vasta produzione artistica) senza risalire alle dinamiche della sue domande di fondo che non sempre hanno incrociato interlocutori in grado di afferrarne la sincera portata e la complessità della sua interiorità. Quella generazione degli anni '70 aveva bisogno di parlare con coscienze "vere", sensibili e intelligenti, che purtroppo, non sempre al momento opportuno si rendono presenti all'animo con discrezione e disinteresse ieri come oggi. Il resto che generalmente si racconta di Andrea è prevalentemente la sequenza biografica del fluire del suo breve vissuto terreno (collaborazione a riviste famose come Cannibale, Il Male, Frigidaire, Linus, Tango, Corto Maltese, scenografie e manifesti cinematografici, amicizia con personaggi illustri come P.V. Tondelli e Roberto Benigni, omaggi d'arte, intitolazione di strade e luoghi...), meraviglioso ed eccezionale cammino certamente e giustamente riconosciuto come tale, ma assolutamente non esaustivo della profonda e inesplorata ricchezza della sua personalità, che ricorda tanto l'agostiniano "Inquietum est cor nostrum...", così pervaso da una implicita domanda di immenso e di eterno.
La parentesi della sua intensa esperienza vitale e artistica sulla scena di questo pianeta è stata come un dono di luce da parte di una stella apparsa improvvisamente all'orizzonte che avrebbe solo bisogno di occhi diversi per essere colta in tutta la sua ancora rara bellezza. Mentre la sua memoria rimane e rimarrà nel cuore di tutti, ora il suo corpo riposa insieme a quello del suo caro papà Enrico all'ombra di un albero con lo sguardo che, oltre il velo della Gran Madre Terra, può finalmente  ammirare estasiato l'incanto di quel cielo infinito nel quale ambedue, prendendosi per mano, si muovono liberamente  a cantare con pienezza e per sempre il loro perenne e grato Inno alla Vita.
                           (La Gazzetta di San Severo, 22 giugno 2013)
N. Michele Campanozzi

 

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