Home arrow Storia arrow Il Baphomet
Il Baphomet PDF Stampa E-mail

Un mistero Templare ancora irrisolto
Quando a partire dal 13 ottobre 1307 il re di Francia FILIPPO IV, detto il Bello, complice il Papa CLEMENTE V, cominciò a intentare un lungo processo per eresia contro i Cavalieri del Tempio, oltre alle accuse certamente infamanti e probabilmente false (o almeno enfatizzate) prodotte nei loro confronti (apostasia, sacrilegio, pratiche esoteriche, sataniche e di sodomia...), ci fu, però, una che non ebbe una risposta al perché essi veneravano (o adoravano?) un idolo, il Baphomet, formato da uno strano essere androgino, con ali, testa d'uomo, corna e barba e un corpo femminile (seni) e zampe di capra. Le spiegazioni date a carico dei Templari furono di natura negativa: il Baphomet, secondo i denigratori, non era altro che una mostruosa entità magica, da identificare con la stessa persona del diavolo.

Questa lettura delle cose, se da una parte era funzionale alle intenzioni di FILIPPO IV (impossessarsi delle immense ricchezze templari), dall'altra aveva un qualche apparente fondamento nei verbali delle deposizioni fatte dai Cavalieri (sotto tortura), nei quali si parlava chiaramente di cerimonie iniziatiche per l'ingresso nell'Ordine. Fra le tante ricordiamo quella resa nel 1310 a Penne da Frate CECCO davanti alla commissione inquisitoria. Questi raccontò che nel 1297, inviato come novizio a Torremaggiore, fu interrogato da PIETRO ULTRAMONTANO con la domanda: “Hai visto il tesoro del Tempio che abbiamo qui?”. Alla risposta negativa PIETRO ULTRAMONTANO e GUGLIELMO ULTRAMONTANO lo introdussero in un “luogo fortificato e segreto”, dove erano custoditi “molti oggetti ecclesiastici di scherno e armi”, e venne sottoposto a riti che “non erano celebrati a Roma”. Quali? Nulla di preciso si sa.

 Il fatto fu che FILIPPO IV conseguì il suo intento con la soppressione dell'Ordine da parte di CLEMENTE V il 22 marzo 1312 e la conseguente condanna al rogo del Gran Maestro JACQUES de MOLAY, eseguita il 18 marzo 1314.
Venendo al Baphomet, di effigi di questo misterioso essere androgino ci sono tracce in vari luoghi: nell'ogiva del portale mediano della Chiesa di Saint-Méry (Parigi), sul portale della Chiesa di Saint-Croix (a Provins), in una scena della Natività a Saint-Bris Le Vineaux (ad Auxerre), sul portale dell'Oratorio di Sant'Antonio ad Arquata Scrivia (Alessandria)...

Cosa significa la parola Baphomet? Le etimologie proposte sono molte. Ne riporto le principali: deformazione in lingua d'Oc di MAHOMET (di qui “baphomeries”, cioè moschee); da BAPHÈ (= Battesimo) e MÉTEOS (= Iniziazione); da BAPHEUSMETE (=Tintore della Luna); dalla contrazione fra BAPTISTE e MAHOMET (per la tradizione ecumenica dell'Ordine); dall'arabo ABUPHIAMET (BUPHIAMET per i Mori di Spagna = Padre della Conoscenza), secondo VICTOR-ÉMILE MICHELET, dalla lettura al contrario delle iniziali di “Templi Omnium Hominum Pacis Abbas”; secondo LOUIS CHOCHOD, dall'analisi cabalistica delle prime lettere (B = beth, porta del Tempio; A= aleph, il mago; PH= speranza, stella dei Magi; M= men, falce; E= torre fulminata; TH= teth, la lampada velata): la scienza che illumina la vita umana.

In realtà cosa vuol dire tutto questo? Innanzitutto è da escludere, con sufficiente fondatezza, che ci si trovi davanti a un idolo o, peggio, all'immagine del diavolo. Il Baphomet, nonostante le sue forme non certo gradevoli, è solo un simbolo, quello della sintesi, della complementarità, della coincidenza degli opposti che solo il vero Homo Sapiens può cogliere (quindi un superamento delle particolarità e un atteggiamento interiore di tolleranza, mutuato dai Templari dal contatto con la cultura orientale). In altre parole è il segno del , rintracciabile, peraltro, anche in altre esperienze: cinese (i due principi Yn e Yang), indiana (nella danza di Shiva: comprensione di tutti i beni e di tutti mali), latina (il Giano bifronte), nel Gotico (l'apice dell'arco), buddhista (il Terzo Occhio), nel “borzakh" coranico (zona di confluenza dei due mari), presso i Celti (simboli binari), in Gesù (Uomo-Dio)... Questo si realizza nella fedeltà al Tempio: otto, infatti, sono le lettere del Baphomet, come ottagonali sono le torri del Tempio, come, del resto, segno della vita oltre la morte è l'ottaedro.

In conclusione siamo dinanzi a una visione gnostica della vita, meta e ideale di una concezione superiore dell'esistenza, cui i Templari tendevano (= l'Albero della Conoscenza): forse sta qui la chiave interpretativa del mistero e dei riti, oltre che di quello che in seguito si dirà sul “Priorato di Sion”.



 

.:Statistiche:.

Visite: 50398
Visite in questo mese: 0
Visite Oggi: 0