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La Battaglia di Civitate PDF Stampa E-mail
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La Battaglia di Civitate
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La sconfitta di Civitate aprì una nuova pagina nella storia: i Normanni, eliminate le ultime resistenze bizantine e diventati padroni del Sud, per primi, dopo Roma. riunificarono l'intera Italia Meridionale (ROBERTO il GUISCARDO fu investito da NICCOLÒ II a vassallo della Chiesa e duca di Puglia, Calabria e Sicilia, anche se in realtà quest'ultima, contro gli Arabi, fu conquistata prima da RUGGERO I, fratello di ROBERTO, e poi unificata in regno, con capitale a Palermo, da RUGGERO II). La presenza normanna al Sud, notevole per ciò che di artistico vi ha lasciato, sostanzialmente ebbe un governo centralizzato, diviso in circoscrizioni amministrate da giustizieri (per gli affari giudiziari) e da camerari (per la riscossione delle imposte). E sarà da COSTANZA di ALTAVILLA (figlia di RUGGERO II e pronipote di quel TANCREDI, padre di quegli undici valorosi condottieri normanni) che nascerà poi il grande FEDERICO II.

Per quanto riguarda Civitate, elevata nel frattempo a capoluogo della Capitanata (dal Concilio di Melfi, agosto 1059, fino al regno di GUGLIELMO II, 1189), dopo un periodo di splendore durato fino al XV secolo, con i suoi 44 Vescovi (da AMALGERIO o ALMIGERIO fino a FRANCESCO ALCIATI o ALCIATO), a causa di calamità naturali, incursioni turche e malaria (dovuta alla presenza del fiume), decadde a tal punto che le sue famiglie (molte delle quali albanesi provenienti dalla Bosnia-Erzegovina) furono costrette a trasferirsi fra il 1560 e il 1570 verso l'attuale S. Paolo di Civitate, baronia allora di Don CESARE GONZAGA, ottenendo da quest'ultimo il 17.01.1573 la possibilità di seguire nella liturgia il loro rito greco. Nel 1581 vi giunsero gli ultimi abitanti di Civitate e il 26.10.1862, con decreto regio, S. Paolo fu denominato ufficialmente S.Paolo di Civitate.

Così l'antica Civitas Traiana (la più antica della Daunia, insieme ad Arpi, Luceria, Salapia, Sipontum e Uria) rivive oggi nel Comune suddetto, situato a 183 metri sui colli Liburnei e padre di 113 suoi figli caduti per la patria fra la I e la II Guerra Mondiale.


 




 

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