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Tecnologico. Per la
tecnologia il mezzo è anche fine e il senso è svuotato di significato: contano
solo l'uso del dio-tecnica e la continua sua autoriproduzione con la
conseguente eclissi di tutto ciò che attiene alla sfera psichica, che, come
autentica "signora" dell'agire, dovrebbe dominarla e guidarla verso finalità più
umanizzanti. La tecnologia "sembra" essere onnisciente, non avere confini e per
essa, senza la dovuta selezione delle priorità, ogni cosa si tende a immolare e
sacrificare fino al punto da rendersene schiavi e talora anche vittime. Soltanto
allora viene a galla l'esigenza di un Dio, che alla tecnica può conferire
un'anima, una coscienza del limite e, perché no, uno stimolo a non escludere dal
proprio ambito altri piani del conoscere e del vivere, compresi quelli non
eludibili relativi alla realtà del mistero.
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