Pacem in terris
Il grande anelito del Beato GIOVANNI XXIII espresso nella famosa Enciclica "Pacem in terris" dell'11 aprile 1963 è quanto mai attuale soprattutto in questi tempi in cui venti di morte spirano minacciosi un po' ovunque (Palestina, Iraq, Cecenia, Africa...). Del resto altri Papi avevano già levato alta la loro voce contro la guerra e ogni forma di guerra. L'attuale Pontefice sembra aver fatto della vita e della pace il suo impegno costante e non manca occasione per ricordare a tutti che i conflitti non solo sono dannosi e distruttivi, ma soprattutto inutili a raggiungere gli scopi per i quali s'invocano e si praticano.
È nell'animo e nella natura stessa del cristiano, come operatore e tessitore di bene, "dover" volere la pace . "Pace in terra agli uomini di buona volontà", cantavano gli angeli sulla fredda grotta di Betlemme. "Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio", ricordava Gesù nelle Beatitudini. "Pace e Bene", ripetono i figli di San Francesco. "Iustitia et Pax" è il nome di un Pontificio Istituto. "Pax Christi" è l'emblema di un diffuso movimento cristiano. È vero che lungo la storia non sempre è stato così. Si è teorizzata la "guerra giusta", ci sono state tante aggressioni usando il simbolo della Croce e anche il nome di Dio: ma di tutto questo nell'anno del Giubileo del 2000 GIOVANNI PAOLO II ha chiesto perdono all'umanità e ciò basta, se non a riparare il danno, almeno a prendere coscienza della sua sostanziale negatività.
La pace è un dono di Dio, ma anche una scelta dell'uomo, che può risolvere diversamente dal solo ricorso alle armi gli eventuali problemi che si presentano nei rapporti fra i popoli. Non si dimentichi che alla fine sono sempre i più deboli, i più indifesi e i più poveri a pagare il conto e il costo di decisioni avventate. La guerra è la negazione non solo della buona volontà, ma soprattutto è il segno dell'odio, di sconfitta della ragione, di abbandono dell'attesa paziente, di una profonda incapacità di ascolto, di cieca imprevidenza nel non saper prevenire: per natura l'uomo è egoista e chiuso fra le maglie avvolgenti del bisogno di sopravvivere. Quando si perpetuano ingiustizie senza uno spiraglio di soluzione, quando l'economia va nella direzione degli interessi del più forte, quando l'arrogante superbia intende piegare le altrui volontà al proprio arbitrio, allora la guerra è inevitabile: ma di chi è la colpa e qual è la vera causa?
La pace è amore comprensivo, espansione generosa dello spirito, mano tesa alla domanda, rispetto per l'ambiente e le persone. È un soffio delicato del cuore che in tutti sa vedere e riconoscere un fratello, al di là del colore della pelle o di una fede. La pace è equilibrata tolleranza nei confronti del diverso, è accettazione dell'altro come riflesso del volto di Cristo, è l'essere certi di appartenere a una famiglia che ha Dio come Padre comune. "Padre nostro che sei nei cieli": sapersi accogliere tutti come seduti alla stessa mensa, con uguale dignità, con pari diritti e doveri.
Questo nostro meraviglioso pianeta non ha bisogno di violenze o di seducenti finzioni, ma di una carezza che lo faccia fiorire, ascoltando la voce dei deserti e respirando i silenzi delle nevi, in una nuova primavera. Il sangue dell'uomo è prezioso a tal punto da non dover essere sparso con tanta incosciente e calcolata leggerezza. Le madri non dovrebbero più piangere, impaurite e sperdute, i figli che non ritornano, le mogli i mariti, i figli i loro padri o le città la cenere delle proprie rovine. Molte volte si muore senza un vero perché.
Se una guerra occorre fare, e questa è sacrosanta, è alla miseria e alla povertà, alla avidità dell'industria bellica, al mercato delle armi nucleari, chimiche e batteriologice, alla stupidità criminale delle cosiddette pulizie etniche, agli egoismi economici e politici mascherati dall'ombra della civiltà, alle ragioni che incatenano la disperazione al terrore.
Dio voglia che un giorno tutti gli uomini si prendano per mano, si chiamino per nome, recuperino i tanti sogni infranti e insieme percorrano la comune via che porta al bagliore della Luce: quella è la vera Terra Promessa sulla collina dei Giusti.