Un mondo alla rovescia?
Studiando e analizzando bene la storia non è difficile scoprire una pratica di vita, fondata soprattutto sulla lotta per la sopravvivenza  per molti, sull'insaziabile cupidigia del potere per altri, sulla frequente ipocrisia per quasi tutti. Ognuno sembra essere un Io isolato in uno stato più o meno confusionale pronto a esplodere, quando la compressione diventa una miscela irresistibile di pulsioni che cercano una loro strada per venirne fuori: e ciò che spesso si vede è la distruzione con la relativa morte della speranza e della gioia, alle quali pure si è chiamati. Di esempi se ne potrebbero addurre a iosa sia a livello individuale che macroscopico. Il fatto è che la "memoria" non sempre insegna qualcosa, anzi quasi mai perché si tende a ripetere sempre gli stessi errori.
Oggi, rispetto al passato, le cose sembrano mettersi in una posizione ancora più discutibile. A parte le tante e sanguinose guerre in molte aree del mondo, oltre che al gravissimo pericolo costituito dal terrorismo e dallo scontro fra civiltà, c'è soprattutto da far notare che nella società odierna difetta un gradiente di conoscenza qualitativamente elevato, sicché fin troppo spesso accade che uomini giusti non siano al posto giusto, come a dire che più frequentemente vi sono ciechi a guidare le sorti dell'umanità, con il paradosso che impongono anche ad altri di essere tali. La realtà sembra essere proprio questa, se si è bene attenti a sezionare l'andamento delle cose.  Non è difficile capire tutto ciò: basta girarsi un po' attorno e osservare quanto succede.
Cosa dire e soprattutto cosa fare? Se il problema esiste, e tale comunque è, non si può rimanere spettatori inerti e passivi: in qualche modo la situazione va affrontata sia a livello globale che individuale.
Sul piano globale si spera soltanto che nasca un governo mondiale in grado di affrontare e risolvere concretamente le principali emergenze del pianeta (inquinamento con il conseguente "effetto serra", redistribuzione delle ricchezze fra Paesi ricchi e Paesi poveri, regole certe per un mercato da controllare meglio,ecc.). Questo, purtroppo, non dipende da noi: è solo un auspicio, anche se fondato.
Sul piano individuale ciascuno, se vuole, può giocare la propria parte, rendendo almeno più vivibile l'ambiente con il quale si è a contatto. Si possono testimoniare il servizio, l'amore verso il prossimo, l'onestà della propria vita, dispensando un sorriso, un saggio consiglio, una mano per aiutare chi soffre, una parola e un gesto di giustizia, di rispetto per i valori, la legalità e  i beni comuni. Nessuno dovrebbe poter dire: "Non mi importa". È il ragionamento dell'egoista: se tutti fossero così, il mondo andrebbe realmente alla deriva. E invece lo si può salvare se ognuno fosse più responsabile in quello che è e in ciò che fa: questo vuole la dignità dell'essere umano!