Il Codice Da Vinci: una mistificazione storica
Ho letto l'anno scorso il voluminoso romanzo di Dan Brown Il Codice da Vinci, divenuto rapidamente campione di vendite, e qualche giorno fa (n.d.r. maggio) ho visto la sua versione cinematografica da parte di Ron Howard. Indubbiamente sia l'uno che l'altra costituiscono un thriller ben costruito, ma rimangono solo tali, senza cioè alcun fondamento storico, nonostante che l'Autore a p. 9 del libro ci tenga a precisare: “Tutte le descrizioni…di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà”.

 Sostanzialmente la domanda di fondo che attraversa l'intera opera è quella dell'esistenza del cosiddetto Priorato di Sion, che custodirebbe un “segreto”, che, se rivelato, potrebbe sconvolgere le radici stesse della storia del cristianesimo: Gesù avrebbe avuto una figlia da Maria Maddalena, dalla quale, con la predominanza del femminino, avrebbe poi tratto origine la dinastia dei Merovingi (451-751 d. C.), vera depositaria della discendenza da Cristo sulla terra. Sicché il Santo Graal, più che indicare il calice usato da Gesù nell'Ultima Cena, non sarebbe altro che la metafora di una donna (Maria Maddalena), cioè di una linea genealogica trasmessa dal Sang Réal (Sangue Regale) della stessa. Naturalmente con tutte le prevedibili conseguenze che ne deriverebbero per la natura gerarchica della Chiesa.

L'intero e oscuro argomento presenta due elementi essenziali da chiarire: l'esistenza del Priorato di Sion e la verità del presunto “segreto”.

Il Priorato di Sion

Le ipotesi sull'esistenza del Priorato di Sion sono riconducibili schematicamente a tre.
La prima. Secondo alcuni storici (Jean Marquès-Rivière, Robert Ambelain, Wilke...) si ritiene che ai vertici dell'Ordine dei Templari vi sarebbe stata una società segretissima, “un gruppo che perseguiva scopi segreti di potenza sostenuti da un esoterismo rigoroso”. Con la finalità di restaurare la dinastia merovingia in Europa, erede di un qualcosa di inquietante, Goffredo di Buglione (discendente da essa per via del bisnonno) avrebbe fondato l'Ordine dei Cavalieri di Nostra Signora di Sion, così denominato da una vecchia Abbazia diroccata trovata in Terrasanta. Tale Ordine avrebbe avuto origine da tre comunità che operavano di nascosto: gli Esseni, i Saggi della Luce (discepoli di Ormus) e i monaci dell''Abbazia stessa. Sarebbe stato proprio l'Ordine di Sion a volere l'istituzione dei Templari: ciò risulterebbe da uno Statuto del 1152 e da una pergamena del 1178, alla quale si fa cenno in una sua copia risalente al XIII secolo. Da questi ultimi poi nel 1188 si sarebbe scisso, assumendo il titolo di Priorato di Sion (o Convento di Sion), con sede a Gisors (Francia). Al dire di Jacques de Mollay (ultimo Gran Maestro dei Templari) e di Raudulphe de Praellis, i Cavalieri del Tempio erano a conoscenza di un “terribile segreto” assolutamente non rivelabile (deposizioni del 26.11.1308 e dell' 11.04.1309), contenuto in tre articoli che nessuno conosceva “tranne Dio, il diavolo e i Maestri” (Gaucerand de Montpezat, antenato dei reali di Danimarca). Di esso sarebbe venuto a conoscenza anche Federico II, che lo avrebbe celato in un enigmatico anagramma inciso su una statua a Castel del Monte (D8 I D CA D BLO C L P S H A2). Nel 1188, per non sparire, con Jean de Gisors il Priorato di Sion sarebbe entrato in clandestinità.
Il 17.01.1981 a Blois (paese natale di Victor Hugo, a suo tempo Gran Maestro) si è tenuta l'assemblea del Priorato di Sion. Il 17 è un numero ricorrente nell'altro mistero di Rennes-le-Château, del quale tratterò ampiamente più sotto, quando si accennerà al cosiddetto “segreto”. Ancora non ben identificati restano i 19 sarcofagi e i 30 cofani trovati sotto il loggione del Castello di Gisors (Normandia, Francia) come anche gli Archivi del Priorato nei sotterranei adiacenti.
Secondo questa versione, fra i Gran Maestri, tra gli altri, sarebbero da annoverare: Goffredo di Buglione, Bertrand de Blanchefort (Signore del castello di Rennes-le-Château), Jean de Gisors, Sinclairs (Signore di Rosslyn, in Scozia), Lusignano, Leonardo da Vinci, Botticelli, Isaac Newton, Montesquieu, V. Hugo, Claude Debussy, Jean Cocteau...

La seconda. Il vero Priorato di Sion era un autentico Ordine monastico cattolico, nato nel 1099. Un priorato è una casa religiosa od ordine. Sion o Zion è l'antico nome di Gerusalemme, dove l'Ordine era acquartierato nel convento di Nostra Signora di Mt. Zion. Nel 1187 quest'Ordine monastico trasferì la propria sede centrale a S. Giovanni d'Acri in Palestina e più tardi in Sicilia. Nel 1617 cessò di esistere e sarebbe stato assorbito dalla Compagnia di Gesù (Ordine dei Gesuiti).

La terza. Una figura centrale, enigmatica e controversa, che ha creato la leggenda attorno al Priorato di Sion, è quella di Pierre Plantard (18.03.1920-03.02.2000), un personaggio dalla vita molto avventurosa, legato agli ambienti esoterici, realisti ed eversivi dell'estrema destra francese. L'interesse per l'occulto si sviluppò in Francia sin dalla metà dell' ‘800 e condizionò di sé l'intero arco della vita politica francese fino alla II Guerra Mondiale, generando una molteplicità di gruppi che intendevano imporre i loro valori morali nella società. Negli anni Trenta si contavano 14 di tali gruppi iniziatici, tra i quali importante fu quello di Alfa Galati. Di quest'ultimo, responsabile legale fu appunto Pierre Plantard, che ne accrebbe il potere, facendogli assumere in una vaga idealità celtica e cavalleresca una connotazione antisemita e antimassonica in vista di un generale “rinnovamento nazionale francese”, cosa che cercò di far passare anche sotto il regime filonazista di Vichy. Negli anni successivi al secondo dopoguerra Plantard cercò di fondare varie associazioni, ma con scarso successo, autopromuovendosi nei circoli cattolici come il legittimo pretendente merovingio al trono di Francia: il luogo di riferimento parigino era soprattutto il seminario di S. Sulpice. Con atto pubblico stipulato ad Annemasse (Alta Savoia) il 7 maggio 1956 egli costituì l'Associazione “Priorato di Sion”, che tra gli scopi, mutuati peraltro da Alfa Galati, aveva quello di voler essere un movimento di ispirazione cattolica, far risorgere l'Antica Cavalleria e promuovere la solidarietà. Di essa Plantard divenne il Segretario Generale e André Bonhomme il Presidente.. Per creare notorietà attorno al nuovo gruppo Plantard propagandò l'idea dell'esistenza del famoso tesoro e degli Archivi segreti di Gisors (Chiesa di S. Anna: naturalmente nulla fu trovato), depositò alla Biblioteca Nazionale di Parigi e poi utilizzò a proprio uso e consumo i documenti di Rennes-le Château (regolarmente contraffatti e falsati da Philippe de Chérisey, socio di Plantard, in seguito reoconfesso della falsificazione), ne creò di nuovi, si permeò delle idee dei Rosa-Croce, del Graal e soprattutto del filosofo italiano Julius Evola, secondo il quale un ordine mondiale poteva essere fondato solo sul recupero della monarchia, perché “sacra”. Comunque il Priorato di Sion si presentò come il più importante gruppo esoterico occidentale, accreditando così la credenza di essere l'unico depositario di una presunta storia segreta, nota solo agli iniziati. Nel 1993 Plantard sotto giuramento ammise di aver fabbricato tutti i documenti che circolavano sul Priorato, compresi i cosiddetti “Les dossiers secrets de Henry Lobineau” (ai quali si fa cenno nel libro e nel film), che sarebbero stati donati alla Biblioteca Nazionale di Parigi dall'abate F. Bérenger Saunière e ivi trovati nel 1975 (un elenco della dinastia dei Merovingi e dei Gran Maestri del Priorato di Sion), ma in realtà fatti confezionare nel 1967 dallo stesso Plantard, come da lui medesimo scritto nel n. 1 della rivista Circuit di quell'anno. Ma già nel 1957 l'Associazione venne sciolta e lo stesso Presidente Bonhomme ebbe a commentare : “Eravamo solo quattro amici che volevano divertirsi”. Plantard, però, continuò per la sua strada fino alla morte, tentando, ma invano, di rivitalizzare la memoria dell'Associazione.
Certamente sospette appaiono alcune “morti” legate all' Affaire Priorato, ma molto probabilmente hanno a che fare più con ragioni di bassa lotta politica e ideologica che non di natura strettamente storica e religiosa.

Il Priorato di Sion, che aveva come simbolo l'ape disposta in un triangolo con il vertice verso il basso (sigillo della sovranità merovingia, ma anche di re Salomone), sempre secondo Plantard (in Rennes-le-Château-capitale secret de l'histoire de France) avrebbe contato 121 membri, ripartiti in 5 gradi e 9 commenderie, e 243 “Fratelli liberi” o “Fanciulli di S.Vincenzo” (uomini politici, religiosi e della massoneria). Un'altra fonte informa che il Priorato di Sion sarebbe stato diviso in 729 province, in 27 commenderie e 9 gradi. Ma l'accredito e la veridicità di questi dati rimangono tutti da verificare e comunque destano non poche perplessità per la loro nebulosità.
Che dire di queste tre ipotesi? Scartando la prima e la terza per chiari motivi di inattendibilità storica, si può solo affermare che una piccola comunità religiosa, detta appunto Priorato di Sion, pur nella lacunosa frammentarietà dell'esigua documentazione disponibile, è realmente esistita, ma si è sciolta nel corso del tempo, come riferito nella seconda ipotesi. Il resto è solo fantasia, frode e inganno per gli ingenui.

Il presunto “segreto”

Accenno ora ai vari aspetti che costituirebbero il cosiddetto “segreto” custodito dal Priorato di Sion: il “mistero” di Rennes-le-Château che ha dato origine al tutto, il Vangelo di Maria, gli scritti gnostici, l'Opus Dei, il ruolo dei Catari e degli Albigesi nella diffusione di alcune leggende, la figura di Leonardo da Vinci

Rennes-leChâteau. Si sa che l'Ordine dei Cavalieri di Cristo (Templari), fortemente legato al Priorato di Sion, è stato da secoli circondato da un alone di mistero, vista anche la tragica fine che i suoi membri hanno fatto il 18 marzo 1314 sul rogo a Parigi. Tale “zona d'ombra”, chiamiamola così, non è legata solo ai riti di iniziazione, al culto del Baphomet, alla pratica esoterica mutuata dall'Oriente, ai vari simbolismi o al cosiddetto “tesoro” nascosto chissà dove quanto soprattutto a un “segreto” sconvolgente e inquietante per la cristianità, di cui sarebbero stati depositari almeno alcuni di essi e ai vertici più alti. Leggiamo nei verbali del  giudizio che il Gran Maestro JACQUES de MOLAY il 26 novembre 1308 urlò ai suoi inquisitori: “Mi piacerebbe dirvi tante cose, se soltanto non foste le persone che siete, e se foste autorizzate a sentirle”. L'11 aprile 1309 fu chiamato come testimone il Maestro Raudulphe de Praellis, giureconsulto, che affermò sotto giuramento che un cavaliere templare, di nome Gervis della Commenda di Laon, gli aveva svelato che vi era nell'Ordine un terribile segreto di tale importanza che avrebbe preferito perdere la testa piuttosto che rivelarlo.

Qual era questo misterioso “segreto”? Una qualche notizia viene data il 6 novembre 1644 quando François Pierre, marchese di Blanchefort e signore di Rennes-le-Château, redasse un testamento e lo fece registrare il 23 novembre dello stesso anno dal notaio Captier di Esperaza: in esso si parla chiaramente di un “segreto di Stato”.

Rennes-le-Château è un paesino del Dipartimento dell'Aude (in Linguadoca). Qui nel 1781 il curato Antoine Bigou ricevette in confessione e in punto di morte dalla marchesa di Hautpoul, Marie de Négre D'Arles, un segreto di famiglia che avrebbe dovuto essere tramandato. La marchesa morì il 17 gennaio 1781 e non venne sepolta nella cripta della Chiesa del paese (del resto di sua proprietà), ma “ufficialmente” nel cimitero comune, che poi si scoprì non essere il vero luogo della sepoltura. Perché non nella cripta? Un motivo plausibile non c'era, anche perché in seguito fra Chiesa e cimitero si verificò una “strana” traslazione di resti umani (si fantasticò di quelli della Maddalena). Nel frattempo il curato Bigou fece collocare in uno dei pilastri sotto l'altare alcuni documenti. Il “segreto” da questo venne comunicato all'abate Cauneille che, a sua volta, lo trasmise ad altri due abati, Jean Vié ed Emile François Cayron. La “catena” di trasmissione continuò con il curato Henry Boudet e poi con François Bérenger Saunière. Quest'ultimo nel 1890 si diede da fare per restaurare il cimitero e la Chiesa di Rennes-le-Château, peraltro ricca di simboli esoterici (es. la statua del demonio Asmodeo) e massonici (sul portale, voluto da Saunière, sta scritto “Terribilis est locus iste”), e in realtà in una colonna posta sotto la lastra di marmo dell'altare maggiore vennero alla luce alcuni manoscritti con il sigillo della regina Blanche de Castille: si trattava dell'albero genealogico merovingio di Dagoberto II dal 681 al 1244 e dal 1244 al 1644 e due testi codificati dei Vangeli (un passo di San Giovanni in linguaggio criptico).
Da quel momento il curato Saunière, intervallando frequenti viaggi a Parigi (dove, presso il seminario di S. Sulpice, depositò una copia delle pergamene), ebbe una vicenda di vita fortunata sul piano economico e finanziario (acquisto di terreni, costruzione di Villa Betania e della Torre Magdala, in onore di Maria Maddalena: il tutto intestato alla sua governante Marie Dénarnaud)), ma travagliata su quello dei rapporti con la Chiesa (processo ecclesiastico a Carcassonne e a Roma) e della sicurezza personale tanto che morì in circostanze misteriose e senza assoluzione il 22 gennaio 1917. Sulla sua tomba dispose che si scrivesse in maniera enigmatica INRI (con la N capovolta). Per quale motivo? Prudenci Regnanti Torres, studioso catalano, spiega che la N capovolta vuol dire Nazareth che al rovescio è da interpretare come Hterazan (in ebraico “Ha-te-ratz-an” significa “Dove è la misteriosa camera”). Quindi l'iscrizione INRI diventerebbe “Io so dove è la misteriosa camera del re dei Giudei”. Tutti i suoi averi andarono alla governante Dénarnaud e, con testamento redatto nel luglio 1946, alla morte di quest'ultima (29 gennaio 1953) alla famiglia Corbu. Nell'aprile 1955 Noël Corbu sul luogo dell'antica proprietà del curato inaugura il ristorante “La Torre”. Il 12 gennaio del 1952, su sollecitazione dello stesso Corbu (naturalmente per attirare turisti a Renne.le-Chteau), Il Dispaccio del Mezzogiorno pubblica un articolo dal titolo “La favolosa scoperta di un curato”, mentre nel 1968 l'esoterista Gerard de Sede stampa “Il tesoro maledetto”, che sarebbe stato trovato nella cittadina francese (circa 472.000 franchi della Reggente Bianca di Castiglia, madre di San Luigi IX re di Francia, o dei Catari e degli Albigesi, oggi 4.000 miliardi di vecchie lire?): il tutto, al dire dello stesso de Sede, si rivelò poi falso. Da qui ebbero inizio il mito e la leggenda del “mistero”.

Sta di fatto che tutte le persone che ebbero a che fare con questa storia finirono di morte violenta: l'abate Gélis (assassinato il 1 novembre 1897), Marie Dénarnaud (assassinata), Louis Saint-Maxent e Gaston de Koker (trovati impiccati il 6 marzo 1967) e Pierre Feugere (suicida il 7 marzo 1967). Questi ultimi tre sono gli Autori dell'opuscolo “Il Serpente Rosso”, nel quale la Maddalena viene chiamata Nostra Signora dei Cristiani. In realtà gli stessi, prima di morire, dichiararono che si trattava di un semplice “sogno” fatto il 17 gennaio (il sempre ricorrente numero 17!). All'origine di tali morti “misteriose” probabilmente, come scrivevo sopra, ci saranno state ragioni più di ordine economico o malavitoso che non altre di diversa natura.

Ma come sono andate realmente le cose? Certamente è tutto un bluff, organizzato in circoli esoterici che avevano interesse a screditare non solo la Chiesa ma la stessa verità storica, compresa l'interpretazione che è stata data a una copia del quadro di Poussin (1594-1665) I pastori d'Arcadia acquistata da Saunière a Parigi, che su un sarcofago ivi raffigurato portava la scritta “Et in Arcadia ego”, anagrammato in “I. Tego arcana Dei” (“Vattene. Custodisco i segreti di Dio”: la tomba della Maddalena!). In realtà Poussin a Rennes non si era mai recato e una tomba analoga cominciò a essere costruita solo nel 1930! Molto probabilmente l' Affaire Saunière, a parte le stravaganze esoteriche del curato e gli interessi turistici di Corbu, aveva il sapore più terreno di un traffico lucroso, e illecito, di donazioni e di Messe, come ampiamente dimostrato con documenti dagli storici J. J. Bedu (1990) e R. Descadeillas (1991).

 Sugli altri interrogativi sollevati nel romanzo Il Codice da Vinci, mi soffermo solo con poche e brevi osservazioni. Buona parte degli argomenti utilizzati da Dan Brown sono stati perlopiù tratti dal libro di M. Baigent-R. Leigh-H. Lincoln Il Santo Craal (Milano 1984), Autori che, a loro volta, hanno considerato stranamente e frettolosamente come attendibili le notizie invece sconfessate sopra.
I miti apocrifi. Di Vangeli apocrifi, compilati nel III secolo d. C. e scoperti nel 1947 a Nag Hammadi (Egitto), ne circolavano molti: il Vangelo di Tommaso, di Filippo (I e II), di Maria, della Verità, di Giuda (Jebel Qarara 1978, in Egitto), ecc. Sono scritti che si rifanno allo gnosticismo (la conoscenza, tramite una particolare Illuminazione, di una Verità superiore con la sola intelligenza, come era per gli Esseni) ed erano un tempo diffusi e letti in piccole e ristrette comunità iniziatiche egizie e redatti in lingua copta o greca. Parlano di “dottrine” più che di “fatti” e sono giunti a noi in forma lacunosa. Della sobrietà storica hanno ben poco: quando accennano a qualche episodio, sembra di trovarci più di fronte a una bella e inverosimile favola che non alla descrizione di un reale evento. Del Vangelo secondo Maria (Maddalena), per esempio, del quale abbiamo solo due brevi frammenti trovati in un papiro del III secolo, non si dice nulla di particolare se non che la Maddalena fu la prima persona alla quale Gesù apparve, suscitando con ciò un po' di gelosia in alcuni apostoli, come Pietro. Partire da qui, però, e concludere che fosse la moglie di Gesù e che Egli l'abbia baciata sulla bocca ce ne vuole ! Nei Vangeli ufficiali o “canonici”, documenti storici credibili, perché scritti qualche decennio dopo la morte di Cristo, con i testimoni diretti cioè ancora viventi, e accettati nel Canone Muratoriano formatosi tra il 150 e il 190 d. C. (non certamente confezionato da Costantino, che è vissuto circa un secolo e mezzo dopo) come unici scritti veramente storici su Gesù, si dice che non solo Egli era celibe (un Rabbi-Maestro, com'era Lui, poteva, secondo la legge ebraica, anche sposarsi, ma Egli non l'ha fatto: quale motivo ci sarebbe stato per non parlarne?), ma che addirittura gli apostoli si scandalizzarono quando Lo videro conversare con una donna al pozzo di Sichem (Gv 4, 1 ss.): se Gesù fosse stato sposato, quale “scandalo” ci sarebbe stato? Inoltre nel Vangelo di Giovanni (Prologo), ma non solo (cfr. anche Mt 15, 39), si dichiara esplicitamente la Sua divinità, che il Concilio di Nicea (325 d. C.) non ha fatto altro che definire e sancire solennemente contro l'eresia ariana.

Dove stanno, allora, la congiura del silenzio o, peggio, il cosiddetto complotto contro la femminilità (rappresentata da Maria Maddalena), per celare un presunto “terribile segreto” ? La Madonna è stata sempre venerata, come, nella storia della cristianità, tante altre Sante donne (Santa Rita da Cascia,, Santa Chiara, Santa Scolastica, Santa Brigida, Santa Faustina, le “rivelazioni divine e mariane” fatte a personaggi perlopiù femminili…). Alcune di queste sono state dichiarate anche Dottori della Chiesa (Santa Caterina da Siena, Santa Teresa d'Avila, Santa Teresa di Lisieux). La figura di Maria Maddalena non è stata mai oscurata né tantomeno svalutata, anzi è considerata una Santa (“apostola apostolorum”: prima testimone e prima messaggera del principale dogma del cristianesimo: la Risurrezione), ma dire che è discendente dalla tribù di Beniamino (come Gesù da Davide) per accreditare il fantasioso “Sang Réal” (la immaginaria figlia avuta da Gesù, che così avrebbe ereditato un “doppio” sangue reale trasmesso poi ai Merovingi) è una invenzione senza alcun serio fondamento documentale storico. Il Priorato di Sion avrebbe difeso questo elemento “femminino” contro il “complotto” che voleva negarlo: ma di quale Priorato si parla e di quale Opus Dei, fondato nel 1928 da S José Maria Escrivà de Balaguer e ispirato a valori cristiani, non certamente nato allo scopo criminale di uccidere il prossimo? Il “complotto”, allora, sta nella realtà o non piuttosto nella mente di alcuni, che con tanta disinvoltura hanno contaminato e tuttora contaminano generi fra di loro molto lontani?



 Leonardo. Cosa c'entra Leonardo da Vinci con tutto questo, con il Priorato di Sion, con il “segreto”? Perché si vogliono arbitrariamente attribuire inesistenti simbolismi esoterici alle sue opere, come a quella dell' Uomo vitruviano (il pentacolo che chiude una stella a cinque punte, la bandiera israeliana, formata dall'intersezione di due triangoli: sintesi di mascolinità e femminilità) o al triangolo con il vertice in basso (femminilità)? Monna Lisa della Gioconda una figura androgina? Lisa per “Iside” (una divinità femminile egizia)? Ne Il Cenacolo, secondo questa interpretazione, il discepolo alla destra di Gesù non sarebbe San Giovanni (considerato sempre un giovane) ma la stessa Maddalena, solo perché tra Gesù e San Giovanni c'è una curvatura tale da formare uno spazio a triangolo capovolto (una “V” o addirittura, con i profili dei due personaggi, una enorme “M”, cioè Maria!), dunque con il discepolo che non sarebbe più San Giovanni ma la stessa Maddalena. Tutte queste mi sembrano solo forzature, che partono da un presupposto indimostrato: certamente l'immaginazione, e talora anche la cattiva fede, non ha limiti e può, quando vuole, far vedere in ogni cosa il tutto e il suo contrario (illusioni ottiche). Ma questo non significa “leggere” la storia e ricercare in umiltà e serietà scientifica la verità!

La “tomba della Maddalena” sotto quella di Isaac Newton o all'interno della piramide di vetro del Louvre? È una tradizione criptica riportata dai Rosa-Croce, secondo la quale essa si troverebbe “Sub rosa in coelo stellato”, appunto sotto la piramide. Questa, però, è fantasia, certamente fervida, ma sicuramente non realtà, perché mai accertata da scavi archeologici!
Per ultimo, il famigerato tesoro dei Catari e degli Albigesi: non è stato mai trovato!

Per tutta questa serie di ragioni sia il romanzo Il Codice da Vinci che il relativo film non sono altro che una mistificante distorsione della storia. Che il libro sia stato letto da circa cinquanta milioni di persone dimostra che, nel fallimento della cosiddetta civiltà tecnologica, da una parte esiste una indubbia domanda di “sacro”, alla quale si danno risposte più da business fatto di stuzzicanti, e pericolose, curiosità in una prospettiva antireligiosa, anticattolica e anti-buonsenso (es. New Age, riti satanici…), dall'altra si assiste alla desolante constatazione di una grave e diffusa ignoranza sulla religione cristiana e i suoi fondamenti storici. E questo dovrebbe far riflettere non poco!

(da 'Il Giornale dei Misteri', agosto 2006)