Nello stadio terreno
l'uomo è una realtà psicofisica strettamente interconnessa e interdipendente.
Sostanzialmente essa nella sua componente materiale è formata da atomi e quindi
da elettroni, capaci questi ultimi di fornire informazioni. Una volta cessate
le funzioni vitali con la morte, lo Spirito ("pneuma" secondo S. Paolo) scinde
i legami con il suo corpo fisico, assunto per l'avventura terrena, e varca il
confine della visibilità, andando, per così dire, a collocarsi in un'altra dimensione
del reale per evolversi. Rimarrebbe, però, conservata e ancora attiva nel
grande serbatoio-invaso della terra, e quindi teoricamente anche
reintercettabile, la sua personale memoria elettronica vagante o residuo
energetico entropico di natura vibratoria presumibilmente molto bassa (guscio
eterico o astrale, "complesso animico" secondo di Simone), che farebbe
percepire la sua presenza o sotto forma di infestazioni varie o intervenendo in
alcune esperienze medianiche e sarebbe una fonte informativa autonoma, statica
e comunque fissata, come risonanza
di uno psichismo ormai fossile alla
deriva, al proprio passato, poiché lo Spirito è già "altrove" e possiede altri
mezzi più diretti per manifestarsi (illuminazioni o ispirazioni interiori,
sogni, ecc.). Tale guscio-relitto sarebbe come l'involucro di una monotona
traccia parlante con un linguaggio comunicativo non più relazionato al presente
e spesso contraddittorio nei suoi contenuti, perché rispondenti al livello di
conoscenza raggiunto una volta dal soggetto in vita. Perciò nello studio dei fenomeni paranormali
occorrerebbe sempre saper ben discernere e distinguere la qualità dei messaggi,
perché le loro origini potrebbero essere molto diverse. Per sincronismo, inoltre, tali gusci, prima di dissolversi, potrebbero
interagire anche per lungo tempo fra di loro e con l'uomo ma senza rivelare
niente di nuovo o di particolarmente significativo, perché ormai privi di
libera e creativa coscienza, come, peraltro, non è da escludere che lo Spirito,
in determinate circostanze, potrebbe anche alludere o "servirsi" del proprio
vecchio involucro, recuperandolo magari temporaneamente e eccezionalmente per
l'occasione, e utilizzarlo poi come un
"segno" per farsi in qualche modo "riconoscere" anche tangibilmente per alcuni
dettagli dalla persona interessata.
Ovviamente, trattandosi di un argomento che in sé lambisce il mistero
dell'essere e del vivere, questo discorso non può che presentarsi come
meramente ipotetico, anche se probabilmente plausibile.
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