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Il Volto di Dio rivelato dalle "Voci" PDF Stampa E-mail
IV Convegno di Ricerca Spituale
"Dal mondo spirituale una certezza di Vita Eterna"

Marcianise (Caserta 25-26-27 febbraio 2005)

La teologia insegna che Dio è invisibile e ineffabile, totalmente al "di sopra" del tempo e dello spazio, anche se non sempre al "di fuori" perché in essi agisce e interviene come Padre, sfugge a ogni categoria conoscitiva e linguistica per il semplice motivo che i nostri strumenti intellettivi sono limitati in quanto imperfetto e inadeguato è il processo di acquisizione dei dati e perlopiù legato all'immediato visibile (sensazione - percezione - memorizzazione - atto razionale). L'uomo, però, ha la fortuna di avere un'altra fonte di conoscenza, molto più alta e fine, e questa è l'intuizione, la capacità cioè di unire e assemblare elementi solo apparentemente fra di sé slegati ma che, invece, a un'attenta e analitica osservazione presentano nessi e storie tali da creare un quadro d'insieme coerente e comprensibile. Capisco bene che questa fonte è poco utilizzata, perché troppo spesso si è distratti e superficiali, ma non per ciò non esiste: sarebbe come dire che l'amore e l'amicizia non ci sono sol perché non sempre sono tangibili. Ma a una lettura lucida dei "segni" non sono, forse, percepibili in tutta la loro emozionante realtà?
Venendo all'esperienza con le "voci", innanzitutto c'è da dire che occorre scremare con intelligente discernimento ciò che è inesatto, opinabile e proveniente magari da dimensioni "oltre" non sufficientemente evolute, perciò mediatrici di informazioni discutibili. E ce ne sono tante di queste, anche da me, e non solo da me, registrate. Non tutto è oro colato e, se non si è ben critici e solidi nell'equilibrio psicofisico, si può anche andare incontro a qualche grossolano abbaglio e, perché no, a pericolosi rischi per la propria salute mentale. Qui non c'entra lo zampino del diavolo, quanto piuttosto la bassa evoluzione dell'Entità comunicante.
Naturalmente io do per scontata l'esistenza del fenomeno "voci", come, tante volte scritto e motivato, di esse affermo, e ne sono profondamente convinto, l'origine paranormale.
Riguardo alla figura di Dio, con la debita precisazione fatta sopra, sostanzialmente le "voci" rivelano questi aspetti: Dio è un Padre, il Suo grande Amore per l'universo e quindi per tutte le sue creature, Dio è Luce, Dio è Gioia e Armonia, Dio è la Trasparenza davanti alla quale spontaneo sgorga il sentimento del "Grazie".
Dio-Padre. È questa un'affermazione ricorrente. La Sua paternità si esprime nella dolcezza, nella premurosa attenzione che mostra verso i Suoi figli, nella tollerante e paziente attesa dell'umana conversione, nel porgere un costante e continuo aiuto perché l'anima rifletta e si ravveda in vista di un suo totale cambiamento, nell'offerta generosa di occasioni e circostanze perché gli occhi dello spirito si aprano alla "verità" e alla "carità", nell'ascolto delle nostre domande e nell'invito a trovarne una risposta in situazioni spazio-temporali da Lui preparate appositamente perché noi le sappiamo leggere come tali, ma soprattutto nel seguire fino all'ultimo l'uomo donandogli infinite possibilità di salvezza, anche una volta lasciata questa terra ("purificazione"). Come Padre Dio non è assolutamente vendicativo, sebbene si addolori, se posso esprimermi così, quando è costretto a un rimprovero fermo, ma non a un giudizio definitivo: ci sono sempre e comunque una "porta aperta", un perdono, una mano, una ulteriore possibilità, come in una sfida contro il cieco capriccio dell'incomprensione che spesso accompagna e caratterizza le resistenze interne dell'individuo. Commuovono la Sua tenerezza, la Sua vicinanza, la Sua voce accorata contro ogni inutile strage, la Sua sollecitudine perché l'uomo non chiuda mente e coscienza: in fondo il fenomeno "voci", in questa nostra strana epoca di materialismo pseudoscientista oltre che di ignorante sufficienza, non a caso si è verificato e accentuato proprio in essa. È come se Dio volesse dire: "Volete delle prove? Eccole, ve le offro rispettando i nuovi e moderni strumenti di conoscenza che avete a disposizione". Se si analizza con diligenza quanto da me sempre detto sull'argomento balza subito agli occhi questo insieme di elementi, tanto da confermare in pieno le affermazioni di Gesù sulla bontà infinita di Dio, quando invita a pregarLo con il confidenziale e affettuoso "Padre nostro che sei nei cieli...".
Dio-Amore. Un giorno in una mia registrazione chiesi alle "voci": "Della figura di Dio cosa vi colpisce di più?" La risposta fu: "Il Suo grande amore per l'universo. Meraviglioso, si, meraviglioso". Le "voci" insistono, però, anche su un altro aspetto che è quello del "mistero". Di quella di Dio si tratta solo di un'apparente "assenza" che si rende, però, "presenza" nel silenzio dei Suoi gesti amorosi. L'umanità, e con essa tutto l'universo, è figlia di un Suo "progetto". Ci si può chiedere: perché proprio noi e non altri? Non siamo delle casualità o degli "accidens" della natura nati dal nulla, ma esseri "pensati" dall'eternità, perciò amati e conseguentemente accuditi con preoccupata sollecitudine, perché ai Suoi occhi si è tutti "importanti". In qualche modo l'uomo può essere definito "figlio dell'Immensità": mai scoprirà l'abisso, o se si vuole, la vetta dell'amore di Dio. Questo è il grande mistero nel quale si è immersi e che ha bisogno solo di essere indagato e riconosciuto nella coscienza di ognuno. Dio-Amore si presenta discreto, umile, provvidente, pronto a rendersi visibile in chi a Lui si abbandona con fiducia mediante "segni" anche fuori dall'ordinario: tutti gli sperimentatori hanno qualcosa da raccontare in merito. Per Dio-Amore le leggi della natura non costituiscono assolutamente un ostacolo o un limite, ma un'occasione per rendere percepibile la Sua onnipotenza. La parola umana nel tentativo di descrivere questo particolare aspetto della manifestazione del divino balbetta, diventa imprecisa, si perde in tante indefinite elaborazioni e metafore, comunque si blocca: restano, allora, la contemplazione, l'ammirazione e, dunque, la "meraviglia".
Dio-Luce. Questo elemento torna molto di frequente nella registrazione delle "voci". In un coro polifonico da me trovato inciso sul nastro si dice chiaramente "Dio è la Luce. Qui Dio, qui Dio, Egli è la Luce...". Dio, dunque, essendo Luce, è vita, splendore benefico che dà vigore all'esistenza di ogni cosa e che a Sé attira tutto e tutti, eterno giorno, che esclude notte, tenebre, morte e, quindi, incertezze: è speranza e ottimismo, come il sole in una gradevole giornata di estate. Essendo Luce, Dio è energia pensante e palpitante, fonte dell'essere e del vivere, capacità di vedere "illuminate" le cose senza più ombre in tutto il loro più recondito significato, è pienezza e felicità come solo la luce può comunicare, è chiarore che invita a trovare il "senso" ultimo di sé e degli altri, è specchio nel quale lo spirito si autoriconosce nella sua essenza, nella sua origine e nella necessità di un ritorno a Lui come in un abbraccio completo con l'Uno e il Tutto. La luce di Dio non abbaglia, ma è riposo alla vista, è parola che si fa colloquio disteso e familiare, è possibilità per noi futuri "Esseri di Luce e Angeli" di essere "ovunque", perché, essendo in simbiosi con lei, lo spirito, se così si può dire, "viaggia" con Dio oltre le frontiere dello spazio e del tempo. Dio-Luce è calore che dà forza all'anima, ne spiana la strada dell'evoluzione fino alla sua compiuta semplificazione, cancella le sue zone oscure facendole scoprire di essere parte integrante, insieme ad altre, di una felice e indescrivibile Città nella quale si è tutti fraternamente uguali, uniti e realizzati anche nelle più impercettibili pieghe dei propri desideri. Dio accende il silenzio della mente e della Storia. Nella Sua luce il cuore si apre, il pensiero trova le sue definitive risposte e si acquieta, scompare ogni domanda perché questa si scioglie e si liquefa come neve dinanzi a "Colui che è". Dio-Luce finalmente "È", cioè meta suprema di ogni più intima e nascosta aspirazione dello spirito. Questo elemento (luce), d'altronde, è descritto magnificamente nell'intero Cap. 1 del Vangelo secondo Giovanni, nell'esperienza dei grandi mistici (S. Teresa d'Avila, S. Giovanni della Croce, Padre Pio...) e nell'ultimo Canto del Paradiso di Dante Alighieri.
Dio-Gioia-Armonia. Questo aspetto lo si ritrova prevalentemente nei cori registrati dai vari sperimentatori, ma anche in molte risposte date dalle "voci", come quando dicono: "Io sono nella gioia", "Non temete, io vivo e sono felice", "Non piangete, perché io sono contento"...Dio, quindi, è Gioia perché Armonia, accordo supremo in cui è assente qualunque forma di stridulo disequilibrio, sintesi mirabile di ogni attesa. Quando in una delle mie tante registrazioni chiesi come si vive in Paradiso, le "voci" mi risposero con un magnifico coro, come a voler far intendere "Vedi, qui ci sono canto, felicità e fraternità gioiosa". Naturalmente la fonte di tutto questo è Dio: non si spiegherebbe altrimenti il fatto che a Lui esplicitamente si accenna nel coro. La Gioia s'intreccia e si fonde con l'Armonia, perché l'una presuppone l'altra e viceversa. Se dinanzi al concerto tenuto da un grande artista non si smetterebbe mai di partecipare, cantare con lui, esaltarsi con le sue più belle melodie, come si fosse una unità insieme ad altri, e ciò senza mai stancarsi, sì immagini cosa potrà essere lo stare presenti dinanzi a Dio, con la differenza che il concerto terreno, purtroppo, ha fine e malinconicamente termina con la parola "Ciao", quello divino, invece, è eterno, incantevole e capace di far vibrare ogni più delicata corda dell'essere e dello spirito. Dio non è un comune artista, è l'Artista, il Trascinatore dell'intero universo, Colui che crea entusiasmi tali da far sognare orizzonti infiniti e panorami dai profumi più deliziosi, è la eccezionale Star che, una volta incontrata, mai si vorrebbe lasciare. Scriveva Dante: "...la mia mente fu percossa / da un fulgore in che sua voglia venne, / all'alta fantasia qui mancò possa, / ma già volgea il mio desio e ‘l velle, / sì come ruota ch'igualmente è mossa, / l'Amor che move il sole e l'altre stelle" (Paradiso, c. XXXIII, vss.140-145). Qui anche per me una parola in più viene meno.
Dio-Trasparenza. È questa un'altra prospettiva che le "voci" presentano nel loro discorso su Dio. Egli è la Chiarezza, il faro dinanzi al quale nulla sfugge né può in alcun modo tentare di sfuggire, l'Innocenza che disarma ogni sciocca e insipiente ricerca di occultamento. Davanti a Lui, nella sua infinta bontà, si è spiazzati, si è come costretti a riconoscere e a riconoscersi per quelli che si è, il negativo si scioglie dinanzi alla Sua Bellezza, la colpa si delinea debole e per essa si è indotti a chiedere un sincero perdono. La Trasparenza di Dio è Dolcezza, Tenerezza, immensa Grandezza nella quale si è spinti, per così dire, a "tuffarsi" per essere avvolti e cinti da un abbraccio che solo un padre o una madre possono gratuitamente donare a un proprio figlio. Perciò Dio, e questo le "voci" lo sottolineano con frequente insistenza, vuole che si sia "puri", "limpidi", internamente "puliti", profondamente onesti, coerenti e aperti come un libro che si squaderna con Lui e con se stessi. La Trasparenza di Dio è Semplicità, è come il sorriso di un bimbo che tende le sue mani o il cuore di un amico che salva perché vuole bene, è la saggia parola che indica la strada sicura che conduce, dopo un lungo cammino, all'approdo e all'oasi della Terra Promessa. E potrei continuare...
Questo è il Dio speculare a quello presentato dalla Rivelazione, dalla Teologia, dalla Metafisica e dalla Scienza più aperta e del cui volto le "voci" illustrano solo qualche frammento, anche se è un Dio che, comunque. costituisce sempre un "mistero" per noi ancora nomadi emigranti in questa valle spesso oscura del deserto del vivere e in viaggio verso il nostro futuro "corpo di luce". È, però, tale e tanto che l'unica, vera e intelligente scelta che si possa e si debba fare è quella di inginocchiarsi con fiducioso abbandono fra le Sue braccia e imparare a saperGli dire. "Grazie. Grazie. Grazie per averci pensato, amato e chiamato un giorno all'essere per incontrarci per sempre nell'Immensità con Te".
 

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