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Don Felice Canelli PDF Stampa E-mail
Era da lungo tempo che si attendeva la notizia dell'avvio del processo canonico diocesano per la Beatificazione di don Felice Canelli (San Severo 14.10.1880-23.11.1977): un simile annuncio, e la conseguente indicibile gioia diffusa nell'intera nostra comunità, l'ha dato il Vescovo Mons Michele Seccia durante l'omelia della Messa Crismale dello scorso Giovedì Santo. Sinceramente ne siamo tutti felici e grati al Vescovo, specialmente quelli che hanno avuto la fortuna di conoscere e star vicino a questo santo uomo di Dio. Don Felice, tale nel nome e nei fatti, è stato una persona eccezionale, amato e rispettato da tutti, generosissimo e tenero verso i poveri, i bambini e gli ammalati, aperto e attento al sociale e alla solidarietà, di una profonda fede nella Provvidenza. Io l'ho conosciuto bene, perché ci confessavamo a vicenda. Quante volte l'ho visto totalmente assorto in preghiera o, nel suo studiolo, a stendere appunti e pensieri sul diario o mentre studiava la Storia della Letteratura di Müller. Mi piace qui ricordare, fra i tanti, un episodio che mi colpì molto. Nel 1969 con i giovani della mia Parrocchia di S. Nicola organizzammo un Campo di Lavoro per il Terzo Mondo (costruzione di una scuola in Africa). Durante l'estate ci impegnammo a raccogliere in San Severo indumenti, carta, ferri vecchi e quant'altro fosse utile a essere venduto. Allora don Felice, uno dei pochi Sacerdoti che ben comprese il valore dell'iniziativa, mise a nostra disposizione il cortile della Scuola Materna Parrocchiale e spesso girò anche con noi per le vie della Città, bussando alla porta di tante case per chiedere qualcosa per lo scopo per il quale ci stavamo movendo: aveva allora la veneranda età di 89 anni! La sua instancabile energia ci commosse: fu veramente ammirabile!
dentici ricordi di don Felice conserva il suo medico curante degli ultimi anni, il dr. Mario Guerrieri. Riporto alcuni pensieri rimasti indelebili nella memoria del dottore.
"Dottore, coraggio e pazienza".
Indicandogli alcune buste poste sul comodino: "Questi sono soldi lasciati da alcuni Parrocchiani per altri poveri. Io nella vita sono stato un canale".
"L'amore divino è paragonabile a quello di una madre per i propri bambini e a quello tra due fidanzati se sono sinceri".
Sul letto di morte: "Mario, il letto di morte di un Sacerdote deve essere una cattedra".
Il 2 novembre 1977 a don Felice si ruppe il femore e venne ricoverato nell'ospedale di San Severo, dove morì alle ore 20.15 del 23 successivo: aveva 97 anni. Ricordo ancora il volto di don Felice prima che venisse chiusa la bara per essere poi tumulato nella cripta di Croce Santa: sereno, disteso, luminoso, quasi sorridente. Da allora quell'espressione del viso, che sapeva più di cielo che di terra, mi è rimasta sempre impressa nel cuore e nella mente.
Riporto qui di seguito la lettera di gratitudine scritta da don Felice al dr. Guerrieri: "San Severo, Natale 1976. Gentilissimo Signore Dottor Guerrieri Mario, sul Bollettino Parrocchiale che sarà pubblicato fra giorni, nella cronaca scheletrica della mia malattia sta scritto: E per quali miei meriti il medico curante Dottor Guerrieri Mario ha rinunziato al giusto compenso per le cure prestate? È stato tutto un dono della divina Provvidenza che ha ispirato a voi, Dottore, tanta generosità di cuore, non un servizio ma una donazione. La riconoscenza sia ispirata alla nobiltà del vostro cuore e confermata dalla preghiera che innalzo al Signore secondo le intenzioni vostre e della gentile Signora Dottoressa specie nei riguardi dei vostri Figli. Vi benedico insieme ai vostri Cari. Felice Canelli, Sacerdote". Questo era il suo delicato e raffinato sentire!
Sulla sua tomba don Felice dispose che venisse scritto semplicemente: "don Felice Canelli, primo Parroco di Croce Santa dal 1927 al 1977. N. 1880-M.1977". Ma aggiunse di suo pugno: "Parenti, Amici, Benefattori, Parrocchiani. Ricordatemi nelle vostre preghiere cantando riconoscenza al Signore per gli immensi benefici della sua Provvidenza a nostro riguardo. Continuate in umiltà e carità a servire Dio nei fratelli".
Chiudo questo breve ricordo trascrivendo il testamento di don Felice: "Nel nome del Signore dichiaro io qui sotto, scritto in data 27 agosto 1977. Posseggo nulla. Quel che potesse trovarsi di mio alla mia morte sia consegnato al mio nipote Pazienza Felice che per anni mi ha gratuitamente sostenuto. Sono certo, l'offrirà alle Opere assistenziali caritative. Felice Canelli. Aggiungo: ciò che pervenisse a me Presidente della Scuola Materna "Sacro Cuore" va dato al Consiglio Amministrativo della stessa Scuola Materna a saldo gestione 1976-77. Felice Canelli".
Cosa dire di più?= In queste parole c'è tutta la sua vita: Dio, i poveri, i bambini, il totale abbandono fra le braccia della Provvidenza, il distacco da qualunque forma di possesso, il servizio disinteressato donato al prossimo a prescindere da colori e appartenenze, l'umile e gentile gratitudine, l'assoluta onestà del vivere.
Grazie, caro don Felice, per questa autentica e originale testimonianza di Uomo, di Sacerdote e di Santo! Con pazienza ora attendiamo i tempi della Chiesa: per noi, però, sei sempre stato e rimani una Luce discreta, silenziosa, luminosa ma potente, cioè Dio, ne siamo convinti, ti ha già scritto nel grande Libro dei Suoi Santi.



 

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