La devozione alla Madonna del Soccorso è vecchia di
secoli. Ne do qui brevi cenni, descrivendola così come si è andata sviluppando
negli anni.
Nel 1514 i PP. Agostiniani fondarono a San Severo un
piccolo convento annesso alla Chiesa di S. Pietro (chiamata poi dei SS. Pietro
e Agostino) e vi istituirono una Confraternita laicale detta del Crocifisso, i
cui iscritti indossavano saio e cappuccio di tela bianca e mozzetta celeste.
Nel 1564 gli stessi Padri portarono dalla Sicilia la
statua lignea della Madonna Nera di fattura bizantineggiante.
Gli Agostiniani erano legati all'Ordine di Santiago,
devoto alla Madonna Nera del Pilar : perciò la scelsero come Protettrice
anche nel loro convento di San Severo.
La venerazione per questo tipo d'immagine risentiva
della tradizione templare e iniziatica.
In seguito al terremoto del 30 luglio 1627 cadde il
tetto della chiesa, ma la statua rimase intatta.
Nel 1652, con la Bolla di Innocenzo X "Instaurandae"
, furono soppressi tutti i piccoli conventi, compreso quindi anche quello
agostiniano di San Severo. Nel frattempo la devozione della popolazione verso
la Madonna Nera cresceva tanto che nel
1761 e nel 1783 la statua venne portata in processione sulla strada per
San Marco in Lamis e poi fino a Stignano per implorare dal cielo la pioggia
dopo una stagione di grave siccità.
Il 12 maggio 1777 la Confraternita del Crocifisso
ebbe l'approvazione regia.
Il 22 ottobre 1843 la Chiesa dei SS. Pietro e Agostino
fu intitolata alla Madonna del Soccorso.
Con il beneplacito del Papa Pio IX e con delibera
del Consiglio Comunale di San Severo del 21 febbraio 1856 la Madonna del
Soccorso fu dichiarata Patrona della Città di San Severo. Priore allora era
Matteo Mascia. L'anno successivo con la partecipazione dei Vescovi della
Provincia si svolse la prima festa cittadina della Madonna come Patrona. Non
mancarono fuochi d'artificio, bande musicali...
Nel 1879 ,
su commissione del Priore Matteo
Mascia, fu preparata dall'artista
napoletano Rinaldi la pedana processionale.
Il 22 febbraio 1937
da Pio XI fu concessa al Vescovo del tempo Mons. Oronzo Durante la
facoltà di incoronare la Madonna, cerimonia che poi si effettuò solennemente in
Piazza L. Zuppetta l'8 maggio dello stesso anno. Le gemme delle due corone furono regalate dalle Signore della
Città. Priore era allora Francesco
Mascia e Podestà Michele Di Lembo. Sette giorni dopo, il 15, si celebrò il solenne pontificale in
Cattedrale con la partecipazione del
Card. Caccia Dominioni e di numerosissimi Vescovi della zona.
Il 9 maggio 1943
la Città e la Diocesi di San Severo furono consacrate alla Madonna da
Mons. Francesco Orlando.
Il 7 maggio 1951 con delibera n° 277/6884 del
Consiglio Comunale Piazza L. Zuppetta cambiò denominazione in quella di Piazza
Incoronazione. Nel maggio 1957 fu inaugurato in Piazza Incoronazione il
Monumento alla Madonna, dono della Sig.na N.D. Teresa Masselli. Nello stesso
anno la Chiesa fu elevata a Santuario.
Da Mons. Carmelo Cassati nel 1986 il simulacro della Madonna fu arricchito dalle due nuove corone, dopo il
furto dell'anno precedente da parte di ignoti. Il 10 maggio dello stesso anno
per la prima volta la Madonna del Soccorso fu portata processionalmente in
ospedale.
Nel 1987 con la partecipazione del Card. Giuseppe
Caprio fu ricordato solennemente in Piazza Incoronazione il Cinquantenario
dell'incoronazione stessa. La storia ora continua...
Quando un popolo scrive una pagina di storia (breve
o lunga che sia non importa), e questa della devozione alla Madonna del
Soccorso l'è, da qualche motivazione
interna pur deve essere
mosso : sarà inconscia, epidermica,
frammista magari a un bisogno di evasione e di festa o di timore e di scongiuro
per tutto ciò che sa di mistero o di sacro, può darsi, comunque c'è e tutto
questo va capito e rispettato, anche se non sempre è da giustificare la
degenerazione folcloristica del fatto religioso (chi non ricorda il "passata la
festa, gabbato il Santo" ? ) . La Fede è primariamente interiorità, ma è
anche socializzazione e ognuno, si sa, esprime
quest'ultima a proprio modo. Certamente la coerenza vuole che si debba
vivere fino in fondo l'istanza di una fede, senza cedimenti e compromessi o
contaminazioni di dubbio significato : sono convinto, però, che Dio si
serve anche di un "piccolo segno" (l'evangelico "lucignolo") per poter entrare
in una coscienza allo scopo di scalfirla e questo non bisogna estinguerlo. E
qui ognuno giudichi. Modificare o sradicare le mentalità, i comportamenti e le
tradizioni di un popolo, specialmente da noi al Sud, costituisce un'impresa
piuttosto ardua : ciascuno, qui, è
chiamato a svolgere la sua parte, secondo il proprio spessore profetico. Alla
fine Dio (almeno per chi crede in Lui), nella imperscrutabilità dei Suoi
percorsi tanto diversi e spesso anche
tanto lontani dai nostri consueti parametri di giudizio, farà il resto, aiutando magari tutti a
crescere da "adulti" in direzione di un'autentica Fede. Talora basta uno
sguardo o un ricordo del passato (una festa appunto) a salvare una vita :
la storia è ricca di questi imprevedibili, improvvisi e illuminanti episodi di
conversione, anche se il livello, nella guardia morale o nell'intervento
pedagogico durante la catechesi, non andrebbe mai abbassato. La "vox clamantis
in deserto" è necessaria quanto la speranza nella divina paterna bontà.
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