La vita è un flusso perenne di
eventi a volte ordinari e monotonamente ripetitivi, a volte imprevisti e
inattesi, qualche altra volta "strani" e misteriosi, che naturalmente per
"dire" qualcosa hanno bisogno di essere colti e letti con lucida attenzione.
Che questi ultimi accadano almeno "una tantum" nella vita di una
persona, sembra essere confermato dall'esperienza di ognuno. Tali eventi mai si
manifestano a caso come per combinazione, ma spesso si inseriscono nel contesto
del vissuto presente dell'individuo e non sono una "mera" coincidenza. Ė vero
che si dà anche questa ultima possibilità, ma io non credo molto nella
casualità o nel calcolo delle probabilità, salva la validità di quest'ultimo
nella stima dei fenomeni di natura fisica o semmai nel gioco: la mia esperienza
di psicologo e di osservatore delle cose umane mi induce a pensare che il
vivere di ognuno sia come una tela che ogni giorno si va tessendo e nel mentre
ciò avviene l'Io generalmente non ha ancora piena coscienza dei legami che
tengono l'insieme. Solo quando l'operazione si sarà conclusa il disegno allora
diventa chiaro e palese nei suoi dettagli e unicamente in quella condizione si
comprendono il "perché" e il "come" il tutto si sia potuto configurare in
"quella" determinata maniera tale da influire su alcuni altri eventi futuri.
Questo fatto mi ricorda tanto il ben noto paradosso dell' "effetto tunnel"
previsto dalla meccanica quantistica secondo il quale è stata osservata
l'interazione "a distanza" fra due o
più elettroni: quante realtà sotto il cielo ancora ignoriamo o vogliamo
ignorare!
Premesso questo, ritengo sia
utile e istruttivo raccontare qui un episodio realmente accaduto a una persona
di mia diretta conoscenza e che certamente non rientra nella connotazione di
una semplice coincidenza, perché troppo complesso e significativo è il contesto
nel quale si è verificato, né tantomeno si può parlare diu allucinazioni.. Per
il rispetto dovuto alla privacy indicherò questa persona con l'immaginario nome
di Crizia, una professoressa di Lettere presso un Liceo Scientifico di una
cittadina della Puglia settentrionale.
Il fatto risale al maggio 1998.
Crizia è un insegnante scrupolosa, professionalmente ben preparata, delicata
con gli alunni, come del resto con tutti, ancora nubile e vive da sola nella
casa paterna situata al centro della cittadina. La sua esistenza si svolge
nella più completa normalità: scuola, casa, visite a parenti e amiche, impegno
nel volontariato religioso. Come, però, accade spesso in alcuni periodi della
vita di ognuno, non mancano momenti di solitudine, di delusione, di
scoraggiamento e di stanchezza nei quali sembra di essere sradicati e lontani
da un mondo circostante che fugge freneticamente, ti isola e dà l'impressione che
non abbia alcuna voglia di ascoltarti. Crizia stava attraversando proprio una
di tali situazioni. Un giorno, dopo aver terminato le sue quotidiane ore di
lezione, stava uscendo dall'Istituto con la sua macchina, una vecchia ma
funzionale Miniminor. Dovette, però, fermarsi prima del cancello perché
un'altra macchina, tutta bianca e mai vista circolare in città, le si era posta
davanti. Alla sua guida vi era un giovane conducente, dai lineamenti del viso
bellissimi, occhi celesti e all'apparenza abbastanza alto ed elegante. In
questo lasso di tempo nella strada di fronte alla scuola un'altra macchina
incautamente manipolata da un bambino stava percorrendo a zig zag la via,
andando poi ad ultimare la corsa contro l'angolo di una casa: per fortuna non
si ebbero gravi conseguenze. In quel preciso istante la macchina bianca si
scostò leggermente dal cancello, lasciando così passare liberamente quella di
Crizia, che prese la direzione verso casa. A distanza ravvicinata quest'ultima,
senza un plausibile motivo, era seguita dalla prima. Giunta sotto casa Crizia
scese dalla sua Miniminor e si fermò anche l'altra dalla quale uscì quel
giovane avvenente, mai visto prima e assolutamente sconosciuto in città.
Sostando in piedi le disse con un accento del Nord: "Io so chi sei e cosa fai.
Ti dispiacerebbe se oggi pranzassimo insieme?" Dinanzi a una richiesta di tale
genere, naturalmente ognuno tende a trincerarsi in un cortese ma prudente
diniego e così fece Crizia, mentre si accingeva ad azionare la serratura del
portone di casa per entrarvi. La curiosità, però, è femminile. Si girò indietro
per osservare più da vicino il giovane, ma, con suo grande stupore, sia lui che
la sua macchina bianca erano come svaniti nel nulla. Crizia si rammaricò di non
averne preso il numero di targa, ma ormai era troppo tardi. Fatto fu che si
ritrovò improvvisamente serena, lo stato di depressione si sciolse come neve al
sole e una profonda e inspiegabile pace inondò il suo animo. In seguito non
rivide mai più quel giovane affascinante.
L'incontro, chiamiamolo così,
casuale produsse comunque due effetti benefici: il primo fu che evitò a Crizia
un possibile incidente a causa della macchina guidata dal bambino; il secondo
fu che nel soggetto interessato passò improvvisamente e "stranamente" quel grigio
momento di vita, che in seguito, peraltro, non ritornò più.
A questo punto è legittimo porsi
qualche domanda. Chi era quello sconosciuto mai visto prima e mai più
incontrato dopo? Perché il suo interessarsi a "quella" particolare persona e
proprio in quel periodo oscuro di vita e mai in altri? Si trattò veramente di
una pura coincidenza? Perché al girarsi di Crizia il giovane scomparve dalla
sua vista? E poi perché era così bello e dal volto rassicurante e disteso?
Francamente io non sono né
incline né propenso a soprannaturalizzare ogni evento, anzi. Cerco di
prospettare sempre delle ipotesi razionali e se queste non reggono a un'analisi
accurata, tento allora di formularne altre. Ebbene nel caso raccontato di
spiegazioni naturali e ragionevoli sembra proprio che non esistano. I fatti
così come si sono svolti sono stati realmente molto inconsueti. Come una
persona può sapere "tutto" di un'altra senza averla mai frequentata e, per
giunta, non essendo del luogo? Come poteva sapere del pericolo incombente e
dello stato d'animo del soggetto avvicinato? Come mai è sparito senza lasciare
più traccia di sé? Una persona "interessata" a un'altra, come minimo, si fa
viva una seconda e, magari, anche una terza volta.
La mia conclusione è che si è
trattato dell'apparizione di una presenza positiva, protettiva e dolce, volta a
comunicare fiducia e a donare salvezza a una coscienza umana: e poi al momento
giusto e nel luogo giusto! Non si può quindi assolutamente parlare di una
"coincidenza", ma di un "qualcosa" e di un "qualcuno", che vanno al di là del
comune quotidiano procedere delle cose.
Del resto non sarebbe il primo
caso. Se ne raccontano tanti e da parte di persone serie e attendibili.
Certamente a una pseudocultura di stampo materialista e non poche volte anche
superficiale tutto ciò potrebbe far sorridere o irridere su presupposti che non
siano verificabili. Ma la "realtà" si risolve sempre e totalmente solo in
quella assoggettabile alla sua verificabilità per essere accettata poi come
tale? Quante cose non sono misurabili (ansie, paure, amicizia, amore, sogni,
ecc) eppure esistono e fanno sentire i propri effetti sia a breve che a lungo
termine. Il fatto è che bisognerebbe sforzarsi a saper cogliere con più accorta
saggezza e in tutta la sua variegata complessità il grande mistero del vivere e
imparare a leggere e decodificare i suoi più piccoli dettagli, perché è in
questi ultimi che più spesso, specialmente nella nostra epoca attraversata da
una tanta diffusa distrazione, si formano quelle "parole" opportune capaci di
offrire senso e qualità all'esistenza.
Ritornando al racconto di sopra,
dati le modalità e il contesto in cui il fenomeno si è verificato, chi può
escludere a priori che quel giovane apparso in un momento critico di vita della
nostra insegnante non sia la materializzazione di una realtà ultraterrena, che
ha voluto rendersi così visibile e percepibile per aiutare e magari salvare una
persona in difficoltà? Denotiamola o identifichiamola con un qualsiasi soggetto
(angelo, saggio Maestro, parente defunto ecc) la conseguenza è che Crizia
ancora oggi, a distanza di anni, ne è fortemente segnata e tuttora quel lontano
ricordo la sostiene e la illumina nei percorsi giornalieri del suo vivere.
Io almeno credo che sia e debba
intendersi essere così: altri, se ce l'hanno, mi diano una diversa e più
convincente interpretazione!
(Da "Il Giornale dei Misteri")
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