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L'Oltre nella Mistica PDF Stampa E-mail
(Da "Le voci dei Viventi nell' Oltre", SugarCo, Milano)

I mistici, si sa, sono quelli che hanno avuto un'esperienza diretta dell' "Invisibile" con il superamento temporaneo della barriera costituita dai sensi: la psiche cioè è in un contatto immediato, senza veli e ostacoli, con un altro campo di esperienza vissuto come "reale". Il fisico opera oggettivamente sull'energia-materia, il mistico sull'informazione. Famose, per stare solo ai mistici più importanti, sono quelle raccontate e descritte da S. Giovanni della Croce e da Santa Teresa d'Avila con il "Castello di Dio", dove tutto è luce, canto, ebbrezza spirituale, appagamento totale dell'essere. Non mancano altre ugualmente interessanti fornite da altri mistici, con particolare riferimento allo svedese Emanuel Swedenborg (1688-1772), al danese Martinus Thomsen ((1890), agli italiani Pietro Ubaldi (1886-1972) e Giovanni Tumino. Tutti affermano l'inesprimibilità in termini verbali di quanto andavano "contemplando", come tutti parlano di evoluzione da un corpo astrale (termine coniato da Hout) a uno spirituale. Sul numero dei "livelli" evolutivi c'è diversità di opinioni: nella sostanza, però, non variano di molto.
Per Martinus ci sarebbero tre sfere nello sviluppo della vita nell'Aldilà. La prima è costituita da quella in cui s'incontrano i propri "simili" (Inferno, Purgatorio, Paradiso). La seconda introduce al contatto più ravvicinato con la Luce. La terza è quella in cui il bisogno di compiere il "salto di qualità" verso sfere superiori si fa impellente e lo si soddisfa con una successiva reincarnazione tendente a una sempre più completa purificazione (44).
Swedenborg sostiene che, appena morti nel corpo, non si sa ancora di esserlo. Nel frattempo ci si trova in possesso di un nuovo corpo perfetto ed efficiente, con una psiche più potenziata nelle sue facoltà. Seguono l'incontro con persone care e l'esame della vita. In tutto si ha la sensazione di trovarsi in un ambiente sereno, pervaso da una diffusa luce "divina".
Per altri mistici i livelli evolutivi sarebbero sette: a ciascuno di essi corrisponderebbe un diverso grado di energia e di vibrazioni.
Per G. Tumino il piano evolutivo, simboleggiato nel Sacro Calice (47), avrebbe queste fasi: regno terreno, regno delle tenebre, avvio col piano astrale (accettazione-smistamento), regno della Luce (con 12 dimensioni), regno di Dio.
In sintesi potremmo schematizzare come di seguito gli elementi comuni ai vari mistici secondo la modalità del loro evolversi.
Subito dopo la morte:
La vita continua, come assopita, in uno stato vago e crepuscolare (con il ricordo del nome e idee legati alla vita terrena).
Le capacità mentali rimangono integre ma senza sufficiente controllo critico (come nei sogni).
Pur rifacendosi alle reminiscenze della vita terrena, la mente continua a conoscere con finalità e prospettive nuove.
Si sviluppano l'intelligenza e la creatività, ma con contenuti avulsi da quelli del proprio immediato contesto.
Si sviluppa anche la possibilità di confrontarsi e contattare altre vite psichiche "similari" e quelle ancora legate a un corpo terreno.
Questi cinque momenti, che non si escludono ma si compenetrano, potrebbero essere altrettante tappe di sviluppo dello psichismo (48).
Come si può notare, i mistici hanno una visione abbastanza dinamica della loro esperienza dell'Oltre, tutta orientata a una maggiorazione di conoscenza finalizzata al conseguimento del massimo di chiarore interiore, una sorta di "neghentropia" (=ricchezza) il cui accrescimento o impoverimento sono determinati dall'amore.

 

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