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In ricordo di Raffaele Iacovino PDF Stampa E-mail


A quasi un anno dalla scomparsa di RAFFAELE IACOVINO (8.02.1999) mi sembra un dovere, ma soprattutto un atto di affetto, ricordare questa indimenticata figura di amico, medico serio e coscienzioso nell'esercizio della sua professione e tutor di medicina generale, già Sindaco di questa Città (2.08.1972-24.03.1974) e acuto studioso dei fenomeni sociali e politici del territorio oltre che attento rivisitatore di alcuni personaggi illustri del nostro recente passato. Le persone giuste difficilmente si cancellano dalla memoria individuale e collettiva: la loro voce, come scrivo a fianco, non si perde nel tempo, anzi si rafforza man mano che i ricordi, selezionando l'essenziale dal marginale, si fissano in maniera definitiva nella mente.
RAFFAELE IACOVINO è stato un uomo che credeva in quello che faceva e agiva solo dopo un severo e accurato esame della situazione. Perciò i suoi giudizi risultavano sempre consistenti, ponderati, meditati, frutto di quell'antica saggezza che sapeva ben valutare e coniugare tutte le varie forme dell'essere. Apprezzava e praticava il silenzio ma evidenziava anche l'impegno generoso nel quale, esponendosi, trasferiva (e lo si vedeva) tutta la sua forza interiore. L'ho avuto a fianco nella lotta per il progetto universitario, perché, come solo pochi, aveva ben capito tutta la sua coraggiosa, originale e dirompente valenza innovativa. La stessa passione morale e civile, insieme a NINO CASIGLIO, trasfuse in politica negli anni '60 e '70 del 1900: da socialista convinto, ma dalle vedute aperte e liberali (alla SALVEMINI o alla CARLO ROSSELLI, per intenderci) ben lungi dal settarismo o dal trasformismo indecoroso dei tanti, intese, con la sua azione, offrire quello che egli definiva "un contributo per il riscatto delle classi più umili di questa Città". Spesso mi ripeteva, e in questo ero d'accordo con lui, che occorreva opporre un argine al degrado, all'ottusità. alla disonestà e schiudere una speranza alle nuove generazioni. Dotato, uomo colto com'era, di fine curiosità intellettuale si mostrò sempre sensibile non solo alle tematiche sociali e culturali, viste come movimenti di idee prima che di fatti, ma anche a quelle legate alla religiosità e agli interrogativi di fondo posti dall'esistenza quotidiana. RAFFAELE voleva sapere, capire. indagare, approdare a una conoscenza che desse un senso alle scelte e un colore alle cose: idealista ma anche concreto, accorto ma fedele all'amicizia, intransigente e rigido con sé quanto paziente con gli altri, tagliente nei discorsi (cfr. le sue posizioni sul "caso DI BELLA") ma pronto e discreto nell'ascolto, dialettico e duttile nel pensiero e nella parola ma rigoroso nelle decisioni, seppe essere lucido e critico sino alla fine, anche nella piena coscienza del suo male fisico. Per me, e credo per tanti altri che l'hanno frequentato, è e rimarrà un esempio di rara saggezza, di impareggiabile coerenza e di luminosa lealtà.
Al suo dire, RAFFAELE IACOVINO ha attinto " dall'osservazione dei fenomeni politici e sociali la grande passione per la storia", questo teatro ricco di luci, di suggestioni, ma anche di innumerevoli, oscure e squallide contraddizioni. Da qui sono nate le sue opere: 23 marzo 1950-San Severo si ribella (Teti, Milano 1977), 1946/Democrazia-Qualunquismo (Barberini, Roma 1981), Luigi Schingo.Artista tradizionalista, moderno (Gerni Editore, San Severo 1997). E insieme alla Sua Signora dott.ssa ASSUNTA FACCHINI: Proletariato Agricolo e Movimento Bracciantile in Capitanata (1861-1950) (Lacaita Editore, Manduria 1982), Leone Mucci-Il difficile cammino del socialismo (Capone Editore, Cavallino di Lecce 1989), Le origini dei partiti in Capitanata (1860-1926) (Leone Editrice, Foggia 1994).
Tutti questi sono lavori dai quali non si può prescindere se si vuol cogliere qualcosa della storia di questo territorio. Precisi, sempre ben documentati, percorsi da un'anima che sembra partecipi e voglia far partecipare il lettore agli eventi descritti, rimangono e rimarranno un punto di riferimento obbligato per gli storici del presente e del futuro. Altrettanta puntualità è stata posta nei suoi interventi sul periodico "Il Corriere di San Severo", dove sono apparse vere ed interessanti minimonografie di alcune personalità illustri della cultura, della politica e della religione del luogo: NINO CASIGLIO, RAFFAELE RECCA, ERNESTO LUFINO, MONS. BONAVENTURA GARGIULO, RAFFAELE FRACCACRETA, CARMINE CANNELONGA, ALFREDO MASSA, MONS. FELICE CANELLI...Recuperare la memoria, inserendola nel suo tempo e restituendola integra al nostro, è stato un segno di squisito servizio verso ciò che, considerato come valore universale, in nessun modo andrebbe mai trascurato: amore e rispetto verso gli uomini certamente ma anche tenerezza di figlio nei confronti di questa terra e di questo Sud attraversati sì da elementi deludenti eppur generatori di vivacità sociali prima che culturali.
RAFFAELE IACOVINO è stato una di quelle poche persone con le quali era possibile sostenere un discorso e un confronto seri e produttivi di idee e di progettualità. L'ultima volta che l'ho visto, nel dicembre 1998, mi disse: "Michele, devo prendere il pullman per Roma. Al ritorno ho cose importanti da comunicarti". Purtroppo a quella partenza per Roma è seguito solo un muto ritorno ai nostri occhi terreni ma accolto dall'affetto di quell'enorme folla di gente gremita nella Cattedrale.
Spenta la parola, restano le sue opere e soprattutto il suo spirito amico: ora i suoi resti hanno finalmente trovato una degna sepoltura nel cimitero di San Severo.
 

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