La domanda non è né sciocca né
nessuno se l'è mai posta, anzi. In sé è legittima, umana e, purtroppo, implica
un tentativo di risposta molto complesso che va al di là dell'ampiezza della
domanda stessa, perciò sarà parziale e incompleto. Mi spiego cercando di
articolare un po' il mio discorso. La nostra logica, che caratterizza l'attuale
modo di ragionare e quindi di conoscere, è legata alle leggi delle sue fonti (i
sensi), cioè la sensazione e la percezione, e queste a loro volta dipendono dal
loro oggetto informativo, che è costituito dalla materia. È quest'ultima che è
soggetta a mutazioni e misurazioni, e perciò allude a un"processo" che prevede
un inizio, uno sviluppo, una fine e una sua successiva trasformazione in altri
elementi materiali. La nostra
intelligenza, operando in una
dimensione regolata dalle coordinate "spazio-tempo",
tende a scoprire e a individuare un "prima" e un "dopo", perché tutto è posto nel "divenire".
Per questo semplice motivo dico che la Sua domanda è più che legittima, ma,
purtroppo, è riferibile soltanto alle
realtà materiali. Quando si va a focalizzare l'attenzione su altre, che tali
non sono, una simile logica viene meno, perché insufficiente a coglierle nella
loro pienezza, che naturalmente va ben oltre un tale consueto modo di
conoscere. Con i nostri presenti limiti, le realtà immateriali, pur ampiamente
intuibili, non sono, purtroppo, sempre facilmente intelligibili né tantomeno
attingibili nella loro totale conoscibilità. Chi può mai parlare di creazione
(inizio-fine) nei sentimenti e nelle emozioni, come l'amore e l'amicizia,
nell'illuminazione artistica, nell'estasi musicale, nella contemplazione della
bellezza? Essendo esperienze percepite come esistenti fuori dallo spazio-tempo,
la domanda sulla loro origine non si pone e nessuno se ne meraviglia più di
tanto. Lo stesso, peraltro, accade anche per la nostra anima: di essa abbiamo
la netta sensazione che sia esistita da sempre. D'altronde, essendo stata, per
così dire, "oggetto-progetto" del Pensiero amoroso di Dio dall'eternità, in
qualche modo deve essere esistita potenzialmente da sempre, anche se non ancora
autoconsapevole del proprio esserci. Chi all'interno di sé non avverte talora
il respiro e la presenza della Mente di Dio? San Paolo nella sua Lettera agli
Efesini (cap.1, vss. 4) scrive: "...in Lui ci aveva eletti prima della creazione
del mondo, perché fossimo santi ed immacolati dinanzi a Lui per la carità". Qui
entriamo nel "mistero" del vivere, più grande della nostra
capacità di intendere: si ricordi l'episodio dell'angelo che rimprovera il
grande Sant'Agostino di voler racchiudere il "mare di Dio" nel "buco"
della propria limitata intelligenza. Perciò le realtà spirituali, pur
intuibili, sfuggono a un processo
scientifico di razionalizzazione.
Chi ha creato, allora, Dio?
Questa è solo una domanda "terrena", ma, considerata in sé, non si pone come
tale, ma si impone come "mistero amoroso", che si radica nel "fuori-tempo", e nell'amore non ci si chiede il "come"
e il "perché" né il "prima" e il "dopo",
ma lo si accetta unicamente come
gratuito "dono", cioè realtà spirituale che semplicemente "c'è", come in
un eterno presente, che non segue la linearità del mutare. Del resto un Dio
creato, che Dio sarebbe? E poi quando e chi gli avrebbe dato una nascita? Il
Nulla, il Caos, un altro Dio Superiore (!), una materia (!) speciale...? Quando
si vanno per riannodare eventuali anelli apparentemente mancanti, si corre
sempre il rischio che il tutto finisca con lo scivolare in un ridicolo circolo
vizioso senza fine (prima la gallina o l'uovo?). Se anche per quanto riguarda
il nostro universo materiale le teorie
relativamente alla sua origine sono molto discordanti fra di loro, anzi
qualcuno afferma la sua eterna evoluzione, figuriamoci, allora, quando si
parla di Dio, Energia Infinita e Immutabile che tutto genera e muove e,
per definizione, da nessuno può essere generata o mossa, perché altrimenti non
sarebbe più tale!
Su una realtà così difficile da
capire non si può minimamente
pretendere di avere una risposta
ultima, perché, purtroppo, una esaustiva
non c'è: il Più non può essere contenuto o spiegato dal Meno! Questo vuole il comune buon senso.
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