L'ambiente
Parlare dell'ambiente che caratterizza il mondo
ultraterreno non è una cosa facile né abbiamo elementi sufficienti e concreti che
ci consentano di delinearne le forme. Ogni religione si è prefigurato il
proprio: regno della luce con Osiride e
i propri cari (antichi Egizi); .il Settimo Cielo, dove ci si troverà in uno
"stato di riposo nell'onniscienza" (Buddismo);
un giardino di delizie (Zoroastrismo); caverne, dove si celebrano
continue feste (Celti); i Campi Elisi),
come un luogo popolato da ombre evanescenti (Greci e Romani); una perfezione
dell'ambiente terreno, ricco di cibo e
fiori, presieduto da Tlaloc, dio della pioggia (Aztechi e Maya); felicità ricca di piaceri in un'isola per
immortali, custodita da otto semidei,
con un giardino circolare e un grande albero di giada con rami d'oro e
custodito da draghi (Taoismo); quattro "scomparti" o cavità-serbatoio ai quali
sono destinate le anime dopo morte: nei primi tre sono sistemati i peccatori,
nell'ultimo i giusti (Ebraismo: Libro di Enoch); perenne felicità per l'anima in compagnia di Allah e dei suoi
fedeli in un luogo luminoso, che ricorda e richiama tanto un immenso giardino
(Janna) dove sensi e percezione vengono
potenziati e gratificati nella maniera più piena, con sorgenti e banchetti dove
si è serviti e riveriti da vergini, le
"urì", ed efebi (Islamismo).
Per quanto riguarda la religione cristiana, a parte la
visione medioevale offerta da Dante nella sua "Divina Commedia", la teologia
sui Novissimi dice ben poco (M. Schmaus), però si offrono alcuni spunti e
squarci che in qualche maniera ci aiutano a intuire qualcosa. Per esempio nella
trasfigurazione di Gesù gli Evangelisti Lo presentano in compagnia di Mosè ed
Elia in un alone di grande e tranquilla luminosità, tanto da far esclamare ai
discepoli: "Signore, è bello per noi lo stare qui..."(cfr. Marco 9,3 e Matteo
17,2): Inoltre Gesù, oltre che al
Paradiso, dove si realizzerà l'incontro con il Padre (visione beatifica "faccia
a faccia"), accenna anche all'Inferno, luogo del fuoco e dello "stridor di
denti": forse è una metafora per far comprendere l'esistenza di uno stato di
estrema e intensa sofferenza per coloro che si sono autoesclusi da Dio e dal
Suo amore. Alcuni fatti, però, sembrano essere certi: l'acquisizione dopo
morte, come dice S. Paolo (I Corinti), di un corpo spirituale (sottile,
energetico, di luce?) e la conseguente necessità di un luogo particolare (di
natura psichica?) nel quale tale corpo possa interagire con altri simili. Di
sicuro sappiamo che la coordinata "tempo" scompare, perché non c'è più il
computo del divenire della materia, ma il continuo fluire dell'essere in un eterno presente, che così misura il
processo evolutivo dello spirito. Possiamo facilmente intuire che, essendo Dio
il centro di tutto ed essendo Egli fonte di vita e di pienezza dell'esistere,
anche l'ambiente circostante dovrà in qualche modo riflettere la totalità e la
pluralità di tale bellezza. Nulla di strano, allora, se i mistici ne parlano
ampiamente e diffusamente come di un "luogo meraviglioso" (S. Teresa d'Avila,
S. Giovanni della Croce, P. Pio, Martinus, Swedenborg...) o se la S. Scrittura
sottolinea la presenza di "cieli nuovi e terre nuove" in cui scorrono in
copiosa abbondanza "latte e miele" (simboli del benessere e della dolcezza).
A precisare meglio questi
concetti ci viene in aiuto quanto
riferito e descritto nelle esperienze o conoscenze di frontiera: luogo
dove permane intramontabile uno splendido giorno, ognuno ai trova a suo agio,
realtà psiso-fisiche assolutamente indescrivibili con parole umane, comunque un
panorama attraente e riposante, al
paragone del quale ogni suggestione paesaggistica terrena ne è solo un pallido
assaggio. Ci saranno monti, fiumi, laghi, alberi, frutti? Non lo sappiamo. Forse un'idea può essere
data dallo stupore che la varietà del paradiso terrestre suscitò nell'animo
dei nostri progenitori.
Mi rendo ben conto che su questo
argomento si può solo balbettare, perché non abbiamo punti fermi di riferimento
né particolari rivelazioni, se non l'esaltazione al massimo grado di quello che di più affascinante i nostri
occhi umani possano vedere e ammirare quaggiù. Un dato, però, sembra essere certo
ed è che lo spirito, dotato di un corpo sottile, in qualche modo deve potersi
esprimere e muovere anche in un luogo, magari non proprio uguale a quello da
noi solitamente considerato tale, ma
comunque sempre una dimensione spaziale,
seppure strutturata con modalità
diverse da quelle da noi conosciute, e perciò originale e nuova per la nostra
intelligenza: qui matematica e poesia possono liberare la loro creatività. Se esponenzialmente questo lo si moltiplica
poi all'infinito, allora è facilmente percepibile quanto ricco di sorprese sarà
l'Aldilà.
La sostanza
Proseguendo nel discorso che sto portando avanti, c'è da
chiedersi ora: come si presenta la "sostanza" dell'Aldilà o, per essere più
semplici, come e cosa si vedrà quando si lascerà il corpo terreno? La teologia
e le ricerche sulle conoscenze di frontiera dicono che nei primi tempi (il
"quanto" non si sa), dopo l'autogiudizio di fronte all'Essere di Luce (Dio),
l'anima, con l'assunzione di un corpo sottile fatto di energia, sosterà presso
i luoghi a lei più familiari sulla terra, probabilmente allo scopo di portare
conforto ai propri cari. Poi, come si dirà in seguito, inizia il processo di
purificazione e di evoluzione. Verso dove? In vista di una approfondimento e di
una crescita nell'ambito della conoscenza, ma soprattutto nello sviluppo
dell'amore verso Dio e i propri fratelli. L'oggetto della conoscenza è Dio
nella Sua complessità infinita che mai cesserà dI stupire l'essere umano in
quanto a bellezza, tenerezza, paternità e misericordia. Ciò costituisce
l'immensa felicità dell'anima, che si troverà eternamente di fronte alla
scoperta di sempre più affascinanti novità. Mai si esaurirà questo oceano di
conoscenza, perché sempre più ampi orizzonti si apriranno, come di fronte a uno
spettacolo che riserva imprevedibili sorprese. Da ciò nascerà l'amore verso
questo Essere buono e conseguentemente
un legame di fraternità verso i propri simili. Comprendo bene che qui si è di
fronte al più grande mistero dell'esistenza, sul quale ogni parola umana perde
di significato, quasi si annulla per trasformarsi in pura, gioiosa e beatifica
contemplazione.
La "sostanza" non è, dunque, un
fatto statico ma estremamente dinamico: è come lo snocciolarsi di un film
attraente che cattura l'attenzione dello spettatore, senza con ciò stancarlo né
tantomeno annoiarlo, perché in esso oltre che fruitori si è anche attori, che,
insieme al Grande Regista, creano, disegnano e scrivono sempre nuove scene.
Purtroppo a generare la sensazione del desiderio della fine è l'esperienza
legata alla temporalità: quando quest'ultima svanirà, scompare anche la
percezione sgradevole della fiacchezza, dovuta più all'esaurimento delle forze
fisiche che non a quelle psichiche.
Naturalmente a questa "sostanza"
appartiene anche l'incontro con gli Angeli, i Santi, i Saggi, i nostri cari che
ci hanno preceduto, con tutte quelle "presenze" che vanno a riempire le tante
"assenze" sperimentate quaggiù. Essi aiuteranno r guideranno ciascuno a
evolversi, a maturare i propri ambiti conoscitivi, a fornire continue
informazioni relative alle più delicate sfumature dell'essenza dell'essere e
delle cose. Le modalità secondo cui si produrrà e esprimerà un tale benefico
intervento di illuminazione interiore non ci è dato sapere: probabilmente
avverrà tutto a livello mentale sotto forma di nascita di pensieri sempre più
profondi e capaci di sondare gli angoli
più impenetrabili delle mille risposte cercate nel tempo e mai trovate. Da ciò
si genereranno meraviglia e continua voglia di andare sempre più avanti e più
in alto. Sul piano emotivo, invece, non ci sarà più spazio per la nostalgia, il
ricordo, il rimpianto o quant'altro che richiama qualcosa che si è abbandonato
sulla terra: tutto è recuperato nella sua totalità, nella sua pienezza e nella
sua più vitale e armonica comprensione. Vivere in un ambiente di tale genere
attraversato da una così tranquilla e riposante luce e in compagnia di Esseri
felici, senza più la paura, l'angoscia
e il terrore della morte: questa è la "sostanza" che attende e caratterizzerà
il futuro prossimo dell'uomo.
Tutto questo insieme di elementi
è prefigurato dall'attento studio della S. Scrittura oltre che dall'analisi
delle molteplici esperienze legate alle più recenti ricerche effettuate della
psicologia di frontiera (Transcomunicazione Strumentale...).
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