Matteo
Tondi (San Severo 1762 - Napoli
16.11.1835) è stato uno di quegli scienziati che ha lasciato una traccia di
sé), illustre mineralogista e geologo (dai suoi contemporanei fu considerato il
primo d'Europa), inconfondibile nella storia della ricerca. Formatosi alla
scuola prima del fratello maggiore Nicola Tondi, valente latinista, e di
Antonio Gervasio e poi all'Università di Napoli dove si laureò in medicina,
ben presto rivelò la sua "vocazione" per lo studio della chimica,
pubblicando nel 1786 il trattato "Istituzioni di chimica".
Seguì
entusiasta le teorie di Lavoisier e il re Ferdinando IV lo inviò, per
permettergli di fare un po' di pratica, alle scuole di mineralogia in Ungheria
e in Sassonia, allora molto fiorenti. Il suo viaggio conoscitivo, durato otto
anni, lo spinse a recarsi anche in Inghilterra, in Irlanda, in Scozia e in
Islanda.
Tornato nel 1797 a Napoli, fu incaricato dal governo
borbonico di fare ricerche minerarie in Calabria. Aderì alla Repubblica
Partenopea e per questo venne considerato un proscritto e costretto all'esilio
in Francia.
A Parigi
ebbe la nomina di "professore aggiunto" al Museo di Storia
Naturale e, rientrato a Napoli, con l'avvento del re Giuseppe Bonaparte, fu
chiamato a ricoprire la cattedra di mineralogia, istituita in quella città per
la prima volta (14.11.1806).
Nel
1811 da Gioacchino Murat fu nominato Ispettore Generale delle Acque delle
Foreste e, tornato re Ferdinando IV, venne confermato alla cattedra di
mineralogia (allora chiamata Geognosia). Come Direttore del Museo di Napoli,
sistemò i 5359 pezzi, dei quali 2200 rocce e 3159 minerali, pubblicando in
trattati specialistici una classificazione razionale degli stessi. La morte lo
colse in piena attività e fu sepolto nella Chiesa di S. Agostino degli Scalzi.
Il Tondi, al
quale è stato intitolato il nostro Liceo Classico, è stato uno scienziato di
vasta cultura, stimato e apprezzato dai personaggi più illustri dell' epoca
(Francesco I d'Austria, Federico Guglielmo di Prussia, dal re di Sardegna, dal
grande naturalista Humboldt), oltre che insignito di innumerevoli onorificenze
(a Pietroburgo, Parigi, Napoli, Bologna, Bari...).
Certamente è un esempio del modo come si deve essere
studiosi: metodico, dalle molte curiosità mentali, aperto e rigoroso nella ricerca,
buon selezionatore nella gerarchia dei valori. Che il passato insegni queste
buone cose!
|