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Note di Psicologia della massa PDF Stampa E-mail
Come l'individuo, anche il popolo ha V^ una sua particolare psicologia, che tocca sia il suo modo di essere che di pensare e di agire. Gli antichi latini dicevano: "Senatores boni viri, Senatus mala bestia": si dà, cioè, il caso che il singolo, in sé considerato, possa avere le migliori qualità di questo mondo, ma che, se aggregato ad altri, insieme a questi ultimi perda la propria identità e diventi branco, gregge o, a seconda delle circostanze, popolo plaudente e supino o giustiziere senza appello. È quello che è sempre accaduto nella storia passata e recente, con tutti gli orrori che ne sono derivati. Trovandosi nella massa, la persona tende ad annientarsi nella sua parte cosciente, con il predominio dell'inconscio e dell'istinto, è facilmente contagiatabile e suggestionabile ed evidenzia una inclinazione a trasformare in azione le idee suggerite: in altre parole il suo lo si presenta debole, contaminato dal gruppo, come sprovvisto di una lucida libertà di decisione e di scelta. Soprattutto tende a identificarsi con il "capo", dal quale dipende e sul quale trasferisce le proprie più oscure pulsioni.
La massa, invece, presenta le seguenti coordinate: è mobile, come un magma, irritabile, con una esasperata affettività, inibita nella funzione intellettuale, violenta ed incostante nei desideri, attraversata da sensi di onnipotenza, insofferente ad ogni differimento nel tempo di ciò che vuole realizzare "hic et nunc". Inoltre la massa è acritica, influenzabile, credulona, estremista, autoritaria ed intollerante, amante degli eccessi e della forza, conservatrice, capace d'una reattività morale contraddittoria, sensibile alla magia della parola, confusa nel non saper distinguere tra reale e irreale. In tutto questo marasma riesce veramente difficile "difendersi" dalla massa, conservare la propria autonomia di pensiero e di movimento, essere se stessi, subendo magari anche l'emarginazione. Difficoltosa che sia, l'unica strada, però, è quella di non piegarsi, di non annullarsi, di non ridursi a una pura presenza numerica, di non accettare il silenzio per evitare la "diversità", di non essere insomma domestici o servi pronti a suonare il piffero per far danzare il monarca del momento.
Naturalmente tutto ciò richiede coraggio, una grande fede in se stessi e nella propria dignità, molta ironia, perché nessuno è mai tanto forte da distruggere l'intera altrui spiritualità. La massa è funzionale al potere e questo la coccola, la blandisce e l'illude: passerà l'ubriacatura delle allucinazioni e tutto alla fine ritornerà nella più concreta e giusta misura. Anche questo ha insegnato e insegna la storia. Basta avere solo un po' di pazienza, una schiena diritta e una preventiva dose di indipendenza critica e autocritica di cervello
 

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