Rendiconto della Sezione
Teoresi
Il Direttore della Sezione Teoresi-
N. Michele Campanozzi
Relazione letta in apertura della sesta assemblea
annuale dei Ricercatori del 1 dicembre 2007
tenutasi a Bologna presso l' Aula Magna dell' ESAGONO (via Montenero 17/a - Bologna)
L'importanza e la novità delle
ricerche portate avanti dal nostro Laboratorio, peraltro a tutti ben note e
molto apprezzate, sono fuori discussione. Ciò è accreditato sia dalla serietà
degli argomenti trattati sia dalla metodologia rigorosamente scientifica
seguita nella loro elaborazione. L'elemento, però, che meglio le caratterizza e
conferisce loro più compattezza e coerenza logica è l'interdisciplinarietà nella visione e soprattutto nell'analisi
delle parti e dell'insieme. Quando si vanno ad affrontare problematiche di delicato significato, perché suscettibili
di essere sottoposte a una pluralità di letture, non è sempre una operazione di
facile esecuzione. Ma è compito della scienza formulare una serie di ipotesi e su queste poi lavorare nella
sperimentazione concreta al fine di verificarne la loro validità.
Io dal 19 maggio scorso mi
onoro di essere stato nominato Direttore della Sezione Teoresi e
conseguentemente di far parte del Consiglio Direttivo del Laboratorio, formato
da persone di grande spessore culturale oltre che umano. In quella circostanza
mi sono attivato subito nel proporre all'attenzione di tutti i Soci del
Laboratorio una serie di tematiche, che potevano essere oggetto di studio e di
ricerca da parte dei più volenterosi, essendo già state egregiamente affrontate
alcune altre relative ai fenomeni apparizionali e alle "voci" di natura e
origine ancora ignote. Su di essi gli amici ne hanno già parlato e ne parleranno ancora in maniera
più ampia e dettagliata di me.
Ricorderete che i temi da me
sottoposti alla vostra indagine erano e sono di fondamentale importanza teorica
per definire un approccio
conoscitivo il più possibile
obiettivo ai fenomeni psi. Mi permetto di riferirne alcuni perché si possa riprenderli
e semmai approfondire concettualmente i loro contenuti:
- La funzione delle coordinate spazio-tempo
nella produzione delle "voci" e delle "immagini" psi: esperienze, analisi
statistica dei dati, ipotesi esplicative, verifica epistemologica, ricerca
del "significante"
- Gli elementi simbolico-informativi
provenienti dalle cosiddette "coincidenze": esperienze, contenuti,
proiezioni fra passato-presente, analisi dei "nessi", eventuale
formulazione di ipotesi
- Il blackout di coscienza in alcuni gravi
stati patologici (sindrome schizofrenica, morbo di Alzheimer-Petrusini,
coma medio-profondo): totale sua scomparsa, sospensione temporanea della
stessa o azione ad altri livelli
esperienziali? Descrizione di
alcuni casi, studio comparativo clinico e antropologico-culturale,
conclusioni provvisorie
- L'interfaccia fra mente-cervello-universo:
ricerca dei luoghi di raccordo e di interazione, linee di autonoma
presenza e azione, proposta teorica di superamento del monismo-dualismo,
definizione del ruolo dell'olismo
- L'inconscio collettivo e le esperienze di
sincronicità: rilievi teorici,
analisi quantitativa e qualitativa dei dati, l'ottica della
Biopsicocibernetica
- Le "intelligenze multiple" e la diversità di
lettura degli "eventi psi": analisi comparativa in soggetti scelti a
campione, elementi comuni e differenziali, il problema della
"scientificità" e dei suoi "correttivi"
- L'uso dell'intelligenza creativo-intuitiva
nello studio dei fenomeni psi: criteri metodologici, il linguaggio del
vuoto, applicazioni operative, limiti
Fino
a questo momento sono stati elaborati e prodotti solo tre interessanti studi su
alcuni di questi interrogativi:
1- E. Marabini,
Tempo,
Spazio, Coscienza e fenomeni comportamentali biopsicocibernetici con
particolare riferimento alla precognizione
2- M.
Dinicastro, Approccio Biopsicocibernetico ai Fenomeni Olistici e di Interazione
PSI Materia
3- N. M. Campanozzi, Intelligenza creativo-intuitiva
e fenomeni psi. Il linguaggio del vuoto
Ovviamente ci sono ancora tempo e modo per
effettuarne altri di uguale interesse
generale e che in qualche maniera andrebbero ad arricchire il già cospicuo
patrimonio di idee e di conoscenze che il Laboratorio sta offrendo alla
fruizione dei tanti ricercatori non solo
italiani ma anche stranieri.
In questa occasione mi sia consentito di invitare tutti a
partecipare attivamente, con il proprio personale apporto di contributi culturali , a questo grande progetto di sfida che la nostra società sta
ponendo alla intelligenza di ognuno: cercare cioè di capire un qualcosa di più del grande mistero che ci circonda e
che in qualche modo avvolge la comune
esistenza. Le domande sono tante, le risposte perlopiù si presentano o ancora
balbettanti o acriticamente fideistiche o ridicolmente scettiche. La verità è
sempre un processo "in fieri", così la dinamica del conoscere: l'essenziale è
essere comunque "aperti" e mentalmente vigili nel saperne carpire quei
frammenti che possono contribuire a rendere sempre più "sensato" il nostro
percorso terreno.
La
parola "fine" della ricerca probabilmente non sarà scritta mai, perché il
dipanarsi di orizzonti ogni giorno più
complessi imprime uno stimolo
e impone l'esigenza di un continuo
rinnovamento di posizioni, di angolature e quindi di rilettura del reale.
Questo è il nostro destino, ma anche la scommessa alla quale si è chiamati e
registrare di essa malauguratamente solo uno scacco sarebbe una sorta di
sconfitta o, peggio, di resa. La partita, dunque, come ne Il settimo sigillo di
I. Bergman, non andrebbe mai vinta dal buio, ma dalla luce non solo della
ragione ma anche del coraggio di andare avanti sino in fondo, senza mai
tradirsi: oltre il tunnel dell'apparente indecifrabilità si snoda l'autostrada
che conduce alla Terra Promessa della Conoscenza e dell'Amore.
Come
in ogni ambito del vivere, anche in quello nostro costituito dal tentativo di
comprendere quanto di più difficile c'è da capire, come sono appunto i fenomeni
psi , alla fine se non può esserci la
piena e totale comprensione del tutto, almeno resta, se non altro, la coscienza
di non essere vissuti invano, direbbe Dante "come bruti, ma per seguire virtute
e conoscenza". E perseguire solo ciò già sarebbe una gratificante soddisfazione
e non di poco conto!
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