Pagina 1 di 9 Abstract
Nello studio dei fenomeni psi è molto importante non perdere mai di
vista due aspetti: quello metodologico e quello epistemologico. Nell' indagine
vanno applicati certamente i criteri della scienza, ma questi andrebbero
sempre completati e arricchiti anche dall' apporto dell'intuizione e
soprattutto da un'attenta lettura dei "segni" per scoprire un loro eventuale
reciproco legame. Da qui nasce la necessità di analizzare, nel contesto delle
Teorie della Biopsicocibernetica, dell' Informazione e della Sincronicità, il linguaggio dell' apparente "vuoto"
esistente fra i "segni" per metterne
possibilmente in evidenza il significato che esso presenta ai fini di una
conoscenza dell'insieme. Einstein ha chiarito che di "vuoto" assoluto non si
può parlare, perché tutto (spazio - tempo) è un "campo" di energie che ha
bisogno solo di essere misurato. L'Autore nel presente studio affronta e pone a
fuoco questa particolare problematica, peraltro fondamentale per comprendere la
natura complessa della fenomenologia psi, e delinea anche una proposta di
limiti oltre i quali una rappresentazione e interpretazione intuitiva dei fatti
non può spingersi: questo per rimanere sul piano di un discorso concreto,
sensato e credibile.
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