I metodi di registrazione sono
vari: il magnetofono, la radio, la radio+microfono, la radio- ricevente, la
registrazione a diodo...Il registratore, come risaputo, è il mediatore fra le
onde elettroniche e quelle sonore, anche se noi, purtroppo, percepiamo solo
queste ultime.
Le "voci", allora, sarebbero forme di illusioni acustiche,
disturbi del circuito, di rumori reali
o registrazioni di suoni prodotti dalla radio, da radioamatori, da
segnali aeronavali captati e rimodulati
in onde acustiche dal microfono? O sono
espressione dei potenziali elettrici interni ai circuiti cerebrali, trasformati
poi nel registratore in suoni? Le domande sono quanto mai complesse, come
contrastanti si presentano anche le risposte. (11)
Due sono i presupposti che occorre
tener presenti per una corretta e serena discussione sull'argomento. Il primo è
che gli elettroni che compongono l'organismo umano hanno un comportamento
bizzarro e la loro attività elettromagnetica, almeno a livello cerebrale, si presenta molto debole (appena 50-70 mV).
Il secondo è che le "voci" mostrano di avere una forma di energia, che si
tradurrebbe, secondo lo studioso russo L. Wassiljew, in onde elettromagnetiche
di natura particolare (come si vedrà in seguito). In sostanza
l'elettromagnetismo è, per così dire, un continuo sfrecciare di fotoni tra
particelle cariche elettricamente come gli elettroni, scaricando su di esse
delle forze: sono una sorta di "vettore informativo".
Detto questo, sembra molto
improbabile, se non impossibile, che il
fenomeno delle "voci" sia effetto dell'elettromagnetismo cerebrale, essendo
quest'ultimo nei suoi potenziali elettrici, come già riferito, di scarsissima
intensità. Esse utilizzano un campo energetico ignoto e comunque sono autonome
dalle condizioni atmosferiche (stagioni, giorni, ore): anzi sembra che
accumulino suoni in riserva (nelle pause). Non si spiegherebbero né la
frequenza del fenomeno né il suo verificarsi in assenza di qualunque persona
né la varietà delle sue manifestazioni
né la complessità dei contenuti comunicati. Né tantomeno il fenomeno è favorito
da una prolungata attività concentrativa nello sperimentatore, presupposto per
una eventuale "carica" positiva elettromagnetica, anzi avviene tutto il
contrario, cioè nulla. D'altronde le onde delle "voci" attraversano anche lo
schermo della gabbia Faraday, che, come si sa, impedisce il passaggio di
"normali" onde elettromagnetiche, anche se è propizia al verificarsi di
fenomeni ESP (12). Esse viaggiano anche nel vuoto, sostengono dialoghi,
rispondono in assenza dello
sperimentatore. Addirittura si registrano sulla parte smagnetizzata o
rovesciata del nastro e spesso anche senza microfono e a registratore spento.
Come è possibile capire e spiegare tutto questo con il semplice ricorso
all'elettromagnetismo umano? Più che essere effetto, allora, di normali
irradiazioni elettromagnetiche (anche se di queste presentano una componente
ondulatoria longitudinale), dovrebbero essere considerate piuttosto come una
forma di energia di natura quantica, quella cioè che, tenendo unite le
particelle, dà consistenza a un organismo, e che, come tale, comunque postula
l'esistenza di un'antimateria e quindi anche di un antimondo (L. Ledermann).
Che ci sia la possibilità, cosa
improbabile, di fenomeni biopsichici (parole prima pensate e poi registrate)
non inficia il nostro discorso: spesso si registrano parole mai pensate! E poi
il registratore incide solo rumori, cioè onde acustiche: quelle cerebrali, che
sono di natura elettrica (e, per giunta, debolissime), avrebbero bisogno di un
trasduttore per essere trasformate in acustiche e quest'ultimo, nelle
esperienze di metafonia, non viene minimamente utilizzato.
Il fenomeno, inoltre, come si sa,
si verifica anche durante le normali trasmissioni radio. Sintonizzandosi sulle
onde corte (AM), alla lunghezza che varia con lo sperimentatore (a me è
capitato a 12-13 kHz), accade di sentire, intercalate alle varie notizie in
lingua straniera, improvvisamente parole in italiano dirette allo
sperimentatore e dai contenuti che invitano alla speranza, a credere all'Aldilà
o che danno precise indicazioni allo studioso che è in ascolto. Le informazioni
che si ricevono così sono dettagliate, chiare e circostanziate e usano toni e
grammatica che non sono di quella normale trasmissione radio. Nessuna radio,
peraltro, nel formulare una proposizione fa ricorso a lingue diverse: se così
fosse, chi potrebbe più seguirla? Come spiegare, dunque, questo fatto, dal
momento che è facilmente riscontrabile nel riascoltare il nastro della
trasmissione? Escluse le ipotesi dell'inconscio e delle memorie vaganti, per le
ragioni esposte nei capitoli precedenti (e che qui "a fortiori" urgono), due
sono le supposizioni che possono essere avanzate: o ci troviamo di fronte a
sovrapposizioni o inserimenti da parte di altre stazioni radio diverse da
quella che si sta seguendo o c'è qualche particolare stazione radio che ci sta
osservando, 24/24 ore, nel nostro lavoro di ricercatori, magari con microfoni-spie allestiti subdolamente nella
stanza, e pronta a giocarci la burla della risposta fatta passare e poi creduta
per paranormale. Cosa strana: una stazione radio-pirata dovrebbe avere, nei
loro organizzatori, doti tali di chiaroveggenza da essere in grado di conoscere
con esattezza e in anticipo l'ora e il momento d'ascolto da parte dello
sperimentatore in modo da lanciargli il segnale-beffa!
Alla prima supposizione, cioè a
quella della sovrapposizione, si risponde dicendo che teoricamente altre
eventuali trasmissioni, o spezzoni di esse, dovrebbero essere di contenuti
"neutri" (sportivi, informativi vari, politici, amichevoli...) e non "specifici"
come capita nel nostro caso. E poi lo sperimentatore non dovrebbe essere
chiamato per nome né bisognerebbe udire comunicazioni concernenti lo stato
attuale dello studio o ricevere consigli particolareggiati sul tipo di
lunghezza d'onda sulla quale sintonizzarsi. Si ha la sensazione, invece, di trovarsi di fronte a interventi
individuali indirizzati direttamente alla persona dello sperimentatore. In
nessuna trasmissione-radio normale accade un qualcosa di questo genere.
Alla seconda supposizione si
risponde facilmente facendo osservare che è improponibile per la sua irrealtà,
assurdità e, perché no, ilarità. Chi sarebbe così sciocco o quale interesse
potrebbe avere ad installare una stazione-radio "ad hoc" con impianti,
apparecchiature, personale da pagare notte e giorno? Il gioco (quale, poi,
concretamente?) varrebbe la candela? È semplicemente ridicolo pensare che ci
possano essere migliaia di stazioni-radio di questo genere, dato che migliaia
sono i ricercatori noti, per non parlare di quelli meno noti che pure
registrano il fenomeno delle "voci".
Rimarrebbe in ogni caso anche qui
una domanda: chi organizza o quale "grande fratello" sta sponsorizzando
l'insieme di queste "voci", dal momento che a un discorso intelligente (anche
se frammentario), com'è quello "loro",
dovrebbe far riscontro anche un controllo altrettanto intelligente?
Rimane un mistero, difficilmente spiegabile con presunti rapporti telepatici
inconsci, la cui natura sarebbe più inesplicabile se entra in gioco un congegno
elettronico come può essere il magnetofono o la radio. Comunque le "voci" si
presentano con tutta la loro problematicità e l'elettromagnetismo può spiegare
eventualmente il "modo" con cui si esternano ( e neanche molto), ricorrendo
magari anche al bizzarro formalismo della Meccanica Quantistica (B. Severi), ma
non certamente l'origine e l'identità degli autori di esse. E men che mai si
può parlare di extra-terrestri!
Quindi ci troviamo dinanzi a un
fenomeno "reale" (Ernst Senkowski, fisico): una sorta di paranormalità
elettro-acustica (PEA) o REP (Registrazioni Elettromagnetiche Presunte Paranormali) , che ha bisogno soltanto di
una sua decodificazione linguistica, da non confondere, come più volte detto,
con le allucinazioni acustiche (Wishful Thinking = credere vero ciò che si desidera intensamente) o con
l'audioscopia
(Da N. Michele Campanozzi, "Le voci dei Viventi nell'Oltre", SugarCo, Milano, 2002)
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