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1. IN FILOSOFIA
Nella filosofia greca di questo argomento, a parte i cenni
che si trovano in Anassimandro
(l'Infinito), Parmenide (l'Essere) e
in Pitagora (il numero assoluto come
armonia), un po' più estesamente ne parla solo Platone quando
descrive il mondo dell'iperuranio, luogo e sede delle
Idee alle quali l'uomo attinge e delle quali in qualche modo è immagine e
forse
anche parte.
La stessa posizione sarà sostenuta nel sec. III d. C. da Plotino
quando sviluppa il concetto secondo
il quale esiste l'Uno che in sé riassume tutto il reale e nel sec. XVII
da Baruch Spinoza che ricondurrà ogni cosa
a un Tutto di natura divina del quale si
è emanazione, come una scheggia proiettata nel tempo.
L''Idealismo, specialmente con Hegel, ha teorizzato l'origine di
tutto dall'Idea e a essa il ritorno
di ogni essere con un processo evolutivo che include spirito e materia
nelle
loro varie dialettiche manifestazioni fatte di tesi, antitesi e sintesi.
L'Autore, però, che ha spiegato meglio l'argomento è
stato indubbiamente C.G. Jung (1875-1961),
psicologo-filosofo della interiorità, ma anche dei tanti fenomeni che
accadono
attorno e che non trovano una sufficiente spiegazione facendo ricorso
alla semplice
razionalità. Secondo Jung esiste un inconscio
collettivo, che rappresenta un contenitore psichico universale,
quella
parte cioè dell'inconscio umano che è comune a quello di tutti gli altri
esseri
umani. Esso contiene gli archetipi, cioè le forme o i simboli che si
manifestano in tutti i popoli di ogni
cultura. Tali archetipi precederebbero l'esperienza e in questo senso
sarebbero
dovuti alla istintualità. In altri
termini si potrebbe dire che l'inconscio collettivo è la struttura della
psiche
dell'intera umanità, sviluppatasi nel tempo ed è suddivisibile in inferiore,
medio e superiore.
L'inferiore è legato alle radici arcaiche, al passato dell'umanità; il
medio è
costituito dai valori socio-culturali in questo attuale momento; il
superiore è
invece relativo ai valori, alle potenzialità, alle mete future
dell'umanità. Il processo di naturale generalizzazione nella mente
umana unisce questi tratti ed esperienze comuni in un substrato
dell'inconscio
pressocchè identico, un inconscio che paradossalmente diventa
supercoscienza
comune, nella quale tutti verrebbero a ritrovarsi.
In qualche modo anche il filosofo austriaco L. Wittgenstein
(1889-1951) già a 27
anni affermava che il significato ultimo
della natura della coscienza è da rintracciare solo al di fuori di
essa, in una realtà cioè
che la trascende e la include. Molto più compiutamente esprimerà questo
concetto nel Tractatus
Logico-Philosophicus della certezza, nel quale chiaramente precisa
che il
senso fondamentale della vita cosciente sarà comprensibile al suo
scomparire,
come a voler dire che, con la fine fisica, si entra a far parte di un
flusso
universale di coscienza in cui tutti vanno a fondersi in una sorta di
Supercoscienza nella quale riconoscono le proprie ragion d'essere, la
propria
origine e la propria identità.
I presupposti dalla fisica "quantistico
relativista" sono stati di basilare importanza per lo sviluppo della
Psicologia Transpersonale che studia le dimensioni della coscienza
trascendenti
l'esperienza individuale e il potenziale
umano oltre i limiti convenzionali. In quest'ottica sono riconosciuti e
compresi anche i fenomeni biopsicocibernetici .
In questo discorso una riflessione a parte e più
approfondita merita il pensiero di Roberto
Assagioli (1888-1974), pioniere della Psicologia Transpersonale con
C.G. Jung, Stanislav Grof, Charles T.Tart, Claudio Naranjo e altri.
Questi
studiosi scoprirono nelle psicologie e nelle millenarie discipline
contemplative dell'Asia non solo informazioni dettagliate su esperienze
"alte"
o di picco (peack experience), ma di un insieme d'esperienze
trans
personali, molte delle quali benefiche, e di metodi sistematici per
indurle e svilupparle. Roberto Assagioli, medico
psichiatra, è nato a Venezia il 27 febbraio 1888 da genitori ebrei.
Rimasto
orfano di padre a soli due anni e adottato dal dottor Alessandro
Emanuele
Assagioli, da cui prese il cognome, si dimostrò subito dotato di
capacità straordinarie
di apprendimento e imparò contemporaneamente, oltre all'italiano,
l'inglese e
il francese (e, in seguito, anche il tedesco). A Venezia visse fino al
1904,
anno in cui conseguì la maturità al liceo Foscarini. Laureatosi a
Firenze in
Medicina e Chirurgia , non trascurò i suoi vastissimi interessi
letterari a orientamento
transculturale. Fra questi coltivò soprattutto lo studio del pensiero
orientale
e in particolare della grande tradizione spirituale indiana (soprattutto
attraverso un testo sacro fondamentale, la Bhagavad-Gita),
nonché delle discipline esoteriche e delle varie forme di spiritualità e
misticismo. Pubblicò molti lavori sulla
rivista "Leonardo", nei quali cominciò a sostenere che l'uomo ha in sé
il potere di proiettare le
immagini mentali direttamente nel mondo esterno in modo tangibile e
visibile ed
avvalora questa sua tesi con esempi di fatti riguardanti il sonno, i
mediums,
la creazione intellettuale. Assagioli mutuò dal Carpenter l'idea
che dobbiamo imparare a praticare l' Arte della
Creazione su noi stessi. Fu in questo
periodo che iniziò a delinearsi la prima espressione del suo pensiero,
cioè il
principio che dovrebbe animare il corso della vita di ognuno, quello
dell'evoluzione interiore come conquista di livelli sempre più alti di
coscienza, magnificamente espressa nella favola "Fantasia in Re
Interiore",
dove si parla di una scalata su una montagna sede del "Castello di
Luce". Nella
lettura della rappresentazione simbolica della favola, la scalata della
montagna potrebbe significare il percorso di quell'evoluzione interiore
cui
dovrebbe aspirare ogni uomo, per la conquista di livelli sempre più alti
di
coscienza, fino ad arrivare al Re o Sé interiore. Sebbene il mondo delle
cose svii continuamente, basta intravedere, in uno
squarcio tra le nubi, il Castello di Luce, ricevere un'illuminazione,
per
risvegliare in se stessi quel desiderio della spiritualità che c'è in
ogni
uomo. Ma questo richiamo, da solo, non è sufficiente: è necessario
prepararsi,
possedere fede ardente, purezza di intenti, volontà indomabile. Allora,
guidati
da un maestro spirituale, si riuscirà ad arrivare agli "abissi di
Luce" dai quali non si torna più indietro. Nella
simbologia della favola, la morte del vecchio straniero potrebbe forse
indicare
che ogni rinascita è preceduta da una morte e, nel caso specifico, può
essere
interessante considerare che è una morte stabilita dalla legge degli
uomini. Nell'articolo
"Per un nuovo umanesimo ariano " (Leonardo, 1907) Assagioli
individua la necessità di guardare alla cultura indiana per trovare
quegli
elementi mancanti in quella europea, cioè la sintesi armonica degli
opposti
(fede-ragione). A far da guida
attraverso l'ignoto labirinto dell' Io umano ci sono, per Assagioli, le
Upanisad, i sistemi Vedanta e soprattutto il Raya-Yoga (identificazione
della
coscienza individuale con quella universale mediante la volontà di
"credere di
essere"). Perciò al centro di tutto deve esserci la coscienza, come
elemento di
trasformazione della personalità, madiante la concentrazione nella
meditazione,
che crea una sorta di comunione con tutto il reale, superando così la
concezione dualistica tipica della cultura occidentale, specialmente
dopo
Cartesio ("res cogitans r res extensa"). Da qui anche la necessità di
riunire
la psicologia e la pedagogia in una unica disciplina : la Psicagogia.
Per
questi motivi nel 1907 si stacca dal rigidismo metodologico di Freud.
Quella di
Assagioli è una prospettiva molto suggestiva per il nostro argomento.
Sulla scia di Roberto Assagioli si pone anche Ken Wilber (1949),
che approfondirà il
concetto di Psicologia Integrale. Nel modello integrale,
lo sviluppo umano è inteso come il passaggio da uno stadio di
subcoscienza a
uno di di autocoscienza e infine di supercoscienza. Presento qualche
schema
illustrativo della sua posizione:
Nel grafico rappresentato nella fig.5 è riproposto
il modello integrale di Ken Wilber denominato All-Quadrant
All-Level (AQAL=
Tutti-i-quadranti-Tutti-i-Livelli). I quattro livelli
rappresentano uno spazio evolutivo integrato nella coscienza nell'arco
della
crescita individuale, in relazione all'esperienza
soggettiva-intenzionale, a
quella intersoggettiva-culturale, a quella oggettiva-comportamentale e a
quella
interoggettiva-sociale.
- Il quadrante a sinistra in alto
rappresenta l'esperienza soggettiva-intenzionale studiata nella
psicologia
evolutiva.
- Il quadrante a destra in
alto indica gli aspetti oggettivi del
cervello e del comportamento studiati nella neurologia e nella
psicologia
cognitiva.
- Il quadrante a sinistra in basso
illustra gli aspetti collettivi che si manifestano nella cultura,
studiati
nella psicologia e nella antropologia culturale.
- Il
quadrante a destra in basso riguarda gli aspetti collettivi esteriori
delle
istituzioni sociali studiati nella sociologia.
Per comprendere come il mondo è costruito e come funziona, dice Wilber,
abbiamo bisogno di adottare un approccio a "tutti i quadranti, tutti i
livelli" , cioè tenere in conto non
solo interiori ed esteriori, individui e sistemi, ma anche il fatto che
ciascuna realtà evolve entro tutti e quattro i quadranti attraverso i
vari
livelli identificati nella grande Catena dell'Essere, da una parte, e
nelle
scienze evoluzioniste dall'altra.
Nella rappresentazione successiva i cerchi
concentrici simbolizzano i livelli
della totalità umana (corpo, mente, anima e Spirito) che sono
in comunicazione con i quattro quadranti, che individuano l'esperienza
umana
relativa all'intenzionalità, al comportamento, alla cultura e alla
società.
Dall'interno
verso l'esterno dei cerchi: Corpo (body)- Mente
(mind)- Anima (soul)- Spirito (Spirit).
Come si può notare in Ken Wilber l'idea di una
supercoscienza è fortemente dipendente dal grado di sviluppo
dell'essere, anche
se non va oltre questa implicita conclusione né specifica e chiarisce la
sostanza di tale possibilità.
In
sintesi:
Altri
spunti di riflessione vengono dagli studi di Aldo Capitini, Maria
Montessori e Pietro
Ubaldi.
Aldo
Capitini (1899-1968) pone al
centro del suo pensiero una forte passione religiosa da fondare
sull'amore
verso tutti nella prospettiva di fondersi con il Tutto. Quindi una
religione da
intendere come continuamente "aperta" al Tu, come "compresenza" e
incontro.
Per
Maria Montessori (1870-1952) tutto
l'universo è un insieme intercomunicante, dove la legge interiore
dell'uomo è
riconosciuta come legge stessa di un piano cosmico.
Pietro Ubaldi (1876-1952) è per una visione
sincretica dell' universo, corrispettiva all'evoluzione della
coscienza. Scienza e fede sono concepite come diverse
prospettive che stanno convergendo verso una Coscienza Cosmica,
determinante un'etica universale,
quale etica progressiva, che tende verso il "supercosciente", una
zona della
personalità che anticipa l'avvenire e si volge ai superamenti attraverso
la
forza dell'intuizione. In questa prospettiva Ubaldi individua la
possibilità di
cogliere il rimando del microcosmo al macrocosmo (cfr. G. Mollo,
Univ. di Perugia, articolo su Internet).
Implicitamente anche H. Bergson (1907-1941), specialmente nei due
saggi " Saggio sui dati immediati
della coscienza (1889) e " L'evoluzione creatrice
" (1907), accenna al processo evolutivo della coscienza che non termina
con la
fine della durata del tempo, ma comunque continua a livello cosmico in
una
dimensione che non sa più di coscienza individuale limitata ma di
supercoscienza in continuo sviluppo.
Le
affermazioni di questi filosofi possono sembrare un po' vaghe e
imprecise, ma
un qualche spicchio di verità sembra abbiano afferrato in merito al
nostro
argomento.
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