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Non uccidere! PDF Stampa E-mail
In questi ultimi tempi è molto triste e sotto certi aspetti anche strano essere costretti ad assistere a episodi fortemente raccapriccianti: facili omicidi per rapine, motivi razziali, attività criminali, femminicidi per assurde gelosie o stalking di vario genere, pseudo ragioni religiose, scelte abortive con negazione di un dono, abbandono di neonati nei cassonetti, puro e semplice divertimento o imitazione (!), per non parlare dei massacri di massa di intere popolazioni durante le guerre, della eliminazione di numerose specie di animali per futilissimi interessi di parte o per gioco. Viene da chiedersi: ma in quale mondo si sta vivendo, che razza di umanità è mai questa, quali forze interiori spingono le persone a sopprimere e a sopprimersi, creando così enormi vuoti in tante esistenze? Si è perduto di vista il tema della sacralità della vita, della sua rilevanza in quanto a valore assoluto da rispettare sin dal suo concepimento: la sua uccisione, contrariamente a quanto egoisticamente si pensa, non è certamente segno di progresso, tutt'altro! L'uomo non ha il diritto di decretare la fine di un'occasione mancata o di spegnere questo flusso pensato e amato dall'eternità: non si nasce per caso, ma perché voluti come regalo nel tempo da un Altro! È vero che nella storia le cose non sono andate tanto diversamente, a cominciare dalla mano di Caino su Abele e dalla strage degli innocenti: le mattanze e gli stermini seguiti agli innumerevoli conflitti ne sono lo specchio talora terrificante. Eppure è stata offerta all'uomo la possibilità di una redenzione con Cristo: c'è tutto un messaggio divino che dovrebbe far riflettere. E invece cosa accade? Nulla o poco! Non sarebbe ora di scrollarsi da questa desolante tendenza compulsiva alla distruzione? Non sarebbe ora di rispolverare il comandamento divino del "Non uccidere" (Esodo 20,13), che non significa solo riduttivamente "Non commettere omicidio", ma "Non uccidere la vita", perché sorriso di Dio ed espressione del Suo Amore per il mondo? Non sarebbe ora di coltivare la speranza, il rispetto e un atteggiamento equilibrato verso persone e cose, senza i quali questo pianeta sarebbe destinato a estinguersi per il buio che si sta diffondendo? Non è giunto il momento di rialzare la testa, riaccendere il cuore e guardare di più in alto per trarre lo stimolo a osservare con maggiore attenzione quanto pulsa di vitale quaggiù? Ma è mai possibile che si sia ridotti alla misera condizione di aver eretto a dei idolatrati il denaro e il potere, ai quali sacrificare la bellezza della natura e del creato? Francamente non si riesce a capire come non si avvii un minimo processo di riflessione che induca tutti a ripensare alle decisioni che si vanno a prendere a livello di governanti talora ottusi, di speculatori senza scrupoli sulla salute del prossimo, di intere generazioni costrette alla fame e a non avere un futuro, ai bambini ai quali non si sa quale forma di carezza elargire e soprattutto quali garanzie di sicurezza a essi prospettare.
C'è poi il dramma dei poveri, dei disoccupati, degli ultimi, degli sfruttati, degli esclusi, dei disperati, dimenticati da tutti eppure anch'essi portatori di dignità, di valori, di richiesta di giustizia e di diritti. Non bisognerebbe recuperare un po' di maggiore umanità, prima che di fede religiosa?
Che il Signore della vita illumini le coscienze ad aprire gli occhi e a ri-generarsi nella propria chiamata a essere più fratelli solidali in umanità perché figli di uno stesso Dio, che è Padre di tutti.
Quando si prenderà pienamente consapevolezza di tutto ciò? Nessuno può dirlo! Un fatto è certo, che cioè di questo passo non si può più andare avanti senza conseguenze: è in gioco la sopravvivenza di ognuno, perché la barbarie sta rubando e decimando oltre ai corpi anche gli stessi sentimenti, obbligando  a oscurare non solo ciò che si fa, ma soprattutto ciò che si è.
C'è tanta gente che ogni giorno interpella e bussa al cuore di ciascuno, specialmente se credente, e chiede solo di essere ascoltata, vorrebbe cioè incontrare i testimoni della dignità della vita, come lo sono stati i don Pino Puglisi, i Don Tonino Bello, i don Andrea Gallo, i don Oreste Benzi, i don Felice Canelli  e i tantissimi altri che nel silenzio del proprio agire lasciano quotidianamente un segno indelebile della loro presenza nelle menti e nel ricordo di molte coscienze. Nonostante l'indifferenza generale, speriamo che si moltiplichino sempre di più questi "cantori della vita", perché in fondo quest'ultima  si presenta ancora interessante, irripetibile e bella!

 

.:Statistiche:.

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