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Il Giubileo del 2000 PDF Stampa E-mail
La pratica del Giubileo come anno legato a una sorta di “condono” era già in uso presso gli Ebrei. Nel Vecchio Testamento, infatti, si parla dell'ordine dato da JAHVE a MOSÈ secondo il quale, dopo ogni quarantanove anni (“sette volte sette”), quello successivo (il cinquantesimo) era da considerarsi Anno Santo durante il quale venivano non solo condonati tutti i debiti, ma gli schiavi riavevano la libertà, la terra doveva rimanere a riposo e si potevano edificare case o costruire strumenti da lavoro. (Cfr. Levitico 25, 8-54)

Durante l'era cristiana il primo Giubileo fu indetto nel 1300 da Papa BONIFACIO VIII , ma fu per puro caso. Dalle memorie del Card. JACOPO STEFANESCHI si sa di un afflusso inspiegabile di pellegrini in quell'anno a Roma in vista di un perdono e di una generale attesa di pacificazione. Il Papa, stupito, chiese ai Cardinali il perché di quanto stava accadendo. Di qui nacque l'idea di mutare quel flusso in Giubileo finalizzato alla “pienissima perdonanza di tutti i peccati” (Bolla del 22 febbraio 1300). Si racconta che la folla dei pellegrini fu così enorme da provocare un caos indescrivibile e la conseguente impennata nei prezzi degli alloggi (il commerciante GUGLIELMO VENTURA parlò di “hospitia carissima”: da allora fino ad oggi i tempi non sono poi tanto cambiati!). Con la decisione di BONIFACIO VIII si ebbe così una felice sintesi fra i tre elementi principali della religiosità medievale: il pellegrinaggio e il culto dei luoghi santi, l'indulgenza plenaria (cancellazione della pena connessa al peccato, concessa allora soltanto ai crociati in partenza per Gerusalemme) e la ricorrenza centenaria dell'evento. La Bolla papale prevedeva il “pienissimo” perdono a tutti (tranne ai nemici papali) estensibile anche a quelli che erano morti durante il viaggio.

 Il pellegrinaggio, dunque, era visto come un cammino di penitenza, caratterizzato anche da particolari segni esterni nel vestiario (il mantello, il cappello a falde larghe o pétaso , la bisaccia sulle spalle e il bastone col puntale di ferro o bordone). Le mete preferite dei pellegrinaggi erano: la Terra Santa (venivano chiamati palmieri , perché chi vi si recava tornava con una palma), Santiago di Compostella (dove erano conservate le spoglie dell'apostolo S. GIACOMO MINORE ed erano i pellegrini , cioè quelli “lontani dalla patria”) e Roma (“ad limina Apostolorum” e venivano denominati romei). Altre mete di pellegrinaggio erano: i santuari micaelici (Mont-Saint-Michel, in Bassa Normandia, e Monte Sant'Angelo sul Gargano), le cattedrali di Canterbury e Colonia e il santuario di Loreto.

Ritornando al Giubileo, la ricorrenza fu stabilita prima ogni cento anni, poi ogni cinquanta e ogni trentatré (gli anni di GESÙ) e infine con SISTO IV (1471-1484) ogni venticinque anni, tranne nel XIX secolo quando si celebrò solo nel 1825.

L'anno giubilare inizia la notte di Natale con l'apertura della Porta Santa delle quattro Basiliche Maggiori (la prima, con NICCOLÒ V nel 1450, fu quella di S. Giovanni in Laterano: durante quell'anno, per la calca, vi morirono duecento persone annegate nel Tevere). Il Papa appoggia le mani sui battenti di essa (in sostituzione dei tre colpi col martello d'argento, usanza questa introdotta da GREGORIO XIII nel 1575) e dall'interno il Cardinale Penitenziere, aiutato, lentamente apre le due ante. Subito dopo con acqua profumata viene lavata la soglia e per primo, al canto del salmo "“Aperite mihi portas"”, entra il Papa, tenendo nella mano destra una croce e nella sinistra una candela accesa, poi seguono i Cardinali, i Vescovi, i Chierici e cinque laici (in rappresentanza dei cinque continenti). Il presente anno giubilare (il 26° nella storia) si chiude il 5 gennaio 2001.

Le condizioni per l'acquisto dell'indulgenza plenaria sono la Visita a una Chiesa (a Roma le Basiliche Maggiori, le Catacombe, S.Lorenzo al Verano e il Santuario Madonna del Divino Amore; in altre Diocesi la Cattedrale o altre Chiese, Santuari o luoghi di sofferenza indicati dall'Ordinario), Confessione e S. Comunione , Atti di carità e di penitenza, Preghiera secondo le intenzioni del Papa. In altre parole: un impegno a un generoso cammino di conversione.
L'attuale Giubileo è stato annunciato con l'Enciclica Tertio Millennio Adveniente (10.11.1994), indetto con la Bolla Incarnationis mysterium (29.11.1998) e regolato dal Calendario dell'Anno Santo 2000.

I Vescovi Pugliesi hanno redatto un messaggio sull'argomento, nel quale, fra i suggerimenti a una testimonianza più forte di vita cristiana, ricordano anche due Papi originari della nostra regione: INNOCENZO XII (Spinazzola) col Giubileo del 1700 e BENEDETTO XIII (Gravina di Puglia) con quello del 1725 (durante esso ordinò il blocco dei canoni di affitto e degli sfratti).

Il Vescovo di San Severo, Mons. MICHELE SECCIA, alla sua Lettera Pastorale del 1.11.1999 ha voluto dare un titolo molto significativo: ”Giubileo: anelito di santità?”

Certamente la riscoperta della Fede fatta di dialogo col Dio dell'Amore e della Libertà, di coerenza di vita, di riconciliazione con sé e gli altri, di impegno per un mondo più giusto, di una continua tensione verso ciò che dà un senso all'esistere, di presenza responsabile nella comunità dei credenti, di interna realizzazione del progetto scritto per ciascuno non può che giovare alla evoluzione della coscienza. Anelito di santità indubbiamente (e tutto ciò lo è), ma anche un dovere se si vuol essere pienamente uomini profetici, che conoscono bene il valore e il dono funzionale del tempo. Se il Giubileo fosse vissuto diversamente, allora sarebbe folklore, mercato o affare: una cosa non auspicabile, anzi deprecabile. È nel silenzio della mente che si filtra il brusio dell'Eterno!

(da 'Il Giornale dei Misteri')

 


 

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