Questa
lettura delle cose, se da una parte era funzionale alle intenzioni di
FILIPPO IV (impossessarsi delle immense ricchezze templari), dall'altra
aveva un qualche apparente fondamento nei verbali delle deposizioni
fatte dai Cavalieri (sotto tortura), nei quali si parlava chiaramente
di cerimonie iniziatiche per l'ingresso nell'Ordine. Fra le tante
ricordiamo quella resa nel 1310 a Penne da Frate CECCO davanti alla
commissione inquisitoria. Questi raccontò che nel 1297, inviato come
novizio a Torremaggiore, fu interrogato da PIETRO ULTRAMONTANO con la
domanda: “Hai visto il tesoro del Tempio che abbiamo qui?”. Alla
risposta negativa PIETRO ULTRAMONTANO e GUGLIELMO ULTRAMONTANO lo
introdussero in un “luogo fortificato e segreto”, dove erano custoditi
“molti oggetti ecclesiastici di scherno e armi”, e venne sottoposto a
riti che “non erano celebrati a Roma”. Quali? Nulla di preciso si sa.

Il
fatto fu che FILIPPO IV conseguì il suo intento con la soppressione
dell'Ordine da parte di CLEMENTE V il 22 marzo 1312 e la conseguente
condanna al rogo del Gran Maestro JACQUES de MOLAY, eseguita il 18
marzo 1314.
Venendo al
Baphomet, di effigi di questo
misterioso essere androgino ci sono tracce in vari luoghi: nell'ogiva
del portale mediano della Chiesa di Saint-Méry (Parigi), sul portale
della Chiesa di Saint-Croix (a Provins), in una scena della Natività a
Saint-Bris Le Vineaux (ad Auxerre), sul portale dell'Oratorio di
Sant'Antonio ad Arquata Scrivia (Alessandria)...
Cosa significa la parola
Baphomet?
Le etimologie proposte sono molte. Ne riporto le principali:
deformazione in lingua d'Oc di MAHOMET (di qui “baphomeries”, cioè
moschee); da BAPHÈ (= Battesimo) e MÉTEOS (= Iniziazione); da
BAPHEUSMETE (=Tintore della Luna); dalla contrazione fra BAPTISTE e
MAHOMET (per la tradizione ecumenica dell'Ordine); dall'arabo
ABUPHIAMET (BUPHIAMET per i Mori di Spagna = Padre della Conoscenza),
secondo VICTOR-ÉMILE MICHELET, dalla lettura al contrario delle
iniziali di “Templi Omnium Hominum Pacis Abbas”; secondo LOUIS CHOCHOD,
dall'analisi cabalistica delle prime lettere (
B = beth, porta del Tempio;
A= aleph, il mago;
PH= speranza, stella dei Magi;
M= men, falce;
E= torre fulminata;
TH= teth, la lampada velata): la scienza che illumina la vita umana.
In
realtà cosa vuol dire tutto questo? Innanzitutto è da escludere, con
sufficiente fondatezza, che ci si trovi davanti a un idolo o, peggio,
all'immagine del diavolo. Il
Baphomet, nonostante le sue forme non certo gradevoli, è solo un
simbolo,
quello della sintesi, della complementarità, della coincidenza degli
opposti che solo il vero Homo Sapiens può cogliere (quindi un
superamento delle particolarità e un atteggiamento interiore di
tolleranza, mutuato dai Templari dal contatto con la cultura
orientale). In altre parole è il segno del
Sé, rintracciabile,
peraltro, anche in altre esperienze: cinese (i due principi Yn e Yang),
indiana (nella danza di Shiva: comprensione di tutti i beni e di tutti
mali), latina (il Giano bifronte), nel Gotico (l'apice dell'arco),
buddhista (il Terzo Occhio), nel “borzakh" coranico (zona di confluenza
dei due mari), presso i Celti (simboli binari), in Gesù (Uomo-Dio)...
Questo
Sé si realizza nella fedeltà al Tempio: otto, infatti, sono le lettere del
Baphomet, come ottagonali sono le torri del Tempio, come, del resto, segno della vita oltre la morte è l'ottaedro.
In
conclusione siamo dinanzi a una visione gnostica della vita, meta e
ideale di una concezione superiore dell'esistenza, cui i Templari
tendevano (= l'Albero della Conoscenza): forse sta qui la chiave
interpretativa del mistero e dei riti, oltre che di quello che in
seguito si dirà sul “Priorato di Sion”.