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Al dire dello storico tedesco FERDINAND GREGOROVIUS (1821-1891) la battaglia di Civitate è “la più memoranda che registrano gli annali del Papato temporale”: aveva e ha ragione. I due contendenti erano da una parte i Normanni e dall'altra le truppe papali al seguito di S.LEONE IX ; il luogo presso il quale si svolse è Civitate; il periodo è il 18 giugno 1053. Per ben comprendere la grande portata dell'evento mi sembra necessario procedere con ordine precisando alcune cose: la situazione politica del tempo, i Normanni, le condizioni del Papato, la posizione di Civitate, l'andamento e gli esiti dello scontro militare.
Nel sec. XI l'Italia Meridionale era sostanzialmente divisa sul piano territoriale fra la presenza bizantina, i signorotti locali perlopiù in guerra tra di loro, i possedimenti ecclesiastici e un'autorità imperiale che, perché lontana, solo vagamente esercitava il proprio potere politico di controllo. Ciascuno cercava di salvaguardare ed estendere i propri interessi temporali e ciò contribuiva ad accrescere ancora di più l'endemica debolezza del Sud. Tanto che i Normanni, popolazione bellicosa originaria della Scandinavia, scendevano prima come pellegrini dalla Normandia e poi approfittavano della fragilità delle strutture sociali esistenti per darsi a ruberie, saccheggi e razzie di ogni genere. Mercenari, in un primo momento al servizio dei potenti locali, come di quel MELO da Bari sconfitto insieme ad essi dal Catapano BASILIO BOJOHANNES nel 1018, riuscirono in seguito ad avere dal duca di Napoli uno stanziamento stabile nella contea di Aversa e di là, nel 1042, condotti dai figli di TANCREDI d'ALTAVILLA, s'impadronirono della contea di Melfi, spingendosi con ROBERTO il GUISCARDO (=Astuto) fino in Calabria e relegando così i Bizantini al possesso di poche città costiere.
Nel 1052, a Worms, l'imperatore ENRICO III, su richiesta di PANDOLFO di Capua (Signore di Benevento), assegnò alla Chiesa la città campana (che rimase in suo possesso fino al 1860) e altri insediamenti dell'Italia Meridionale, mentre il resto del ducato beneventano fu donato ai Normanni. Questi ultimi, smaniosi di conquiste, valutata anche la facilità con cui potevano impossessarsi dei vari territori, non poche scorrerie organizzarono contro Benevento, sicché gli abitanti della città, terrorizzati, furono costretti a chiedere aiuto al Papa, preoccupato peraltro anche per l'integrità dello Stato Pontificio. Al soglio di S. Pietro vi era allora un uomo mite e profondamente religioso: S. LEONE IX (l'alsaziano BRUNONE dei conti di Egistreim-Dagsburg, Vescovo di Toul). Data la gravità della situazione il Papa richiese l'intervento dell'Imperatore, che ritornò in Italia nel febbraio del 1053 con un esercito guidato da GOFFREDO di LOTARINGIA. In realtà i Normanni, perché cristiani, con ROBERTO il GUISCARDO e RICCARDO di Aversa, non volevano la guerra, anzi proposero al Papa un trattato di pace, che quest'ultimo, diffidente nei loro confronti, decise di respingere. Lo scontro militare si rese così inevitabile.
Il luogo naturale di confluenza dei due eserciti contendenti (quello normanno e quello papale) era la piana del Fortore presso Civitate, ma di questo dirò in dettaglio più sotto.
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