Gli 'Universi Paralleli' nella materia e nello spirito - Universi |
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Nell'ultimo secolo la Fisica e la Matematica hanno fatto
registrare enormi progressi sia sul piano teorico che sperimentale. A tutti sono
note le intuizioni di Riemann (esistenza di più dimensioni spaziali), di
Einstein (trasformabilità della materia in pura energia), di Gödel
(/inesplicabilità della realtà con se stessa), di Feemann, di Hawking (universi
paralleli), di varie ipotesi sottoposte al vaglio della sperimentazione presso
il CERN di Ginevra (antiparticelle, materia oscura, i paradossi della fisica
quantistica...), ecc. Di modelli di universi ne esistono tanti (circolari, a
spirale, a stringhe), come infinito si pensa sia lo spazio nel quale essi
vivono, si sviluppano, muoiono e ne nascono altri. Quali processi avvengono
nelle cosiddette stelle nane collassate in buchi neri e delle relative onde
gravitazionali, alcune delle quali, insieme alla luce, fuoriescono ancora da
esse e che nessuno riesce ancora a decodificarne i messaggi? Tutto questo è oggi
in fase di osservazione scientifica. Che dire poi dell'invisibile, in quanto a
presenza e origine, di alcuni fenomeni studiati dalla parapsicologia (telepatia,
precognizione, registrazione di "voci" paranormali, eventi miracolosi,
apparizioni impreviste e improvvise...), che presuppongono un loro allogamento che
si situa al di là dei nostri sensi, per fortuna (altrimenti il cervello
esploderebbe), ben circoscritti nella loro potenzialità di ricezione di stimoli?
È vero che ogni tanto si sfilaccia il velo che delimita il visibile
dall'invisibile e qualche sprazzo d'informazione perviene a noi: ma di che
consistenza è questo velo, che, pur nella sua indefinibilità, è comunque vivo e
palpabile? È proprio assodato che l'uomo sia l'unico essere pensante che circola
nell'universo e che non vi siano altre forme di pensiero, magari più sottili e
acute, che esulano dalle comuni consuete categorie filosofiche? È mai possibile
che la vita sia una casualità ciclica, che si consuma nella polvere di una
tomba, quando dalla stessa Fisica sappiamo ormai bene che gli elettroni, dei
quali pur si è composti, presentano una loro permanenza nel tempo e nello
spazio? Si dice che in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si
trasforma: in base, però, a quali linee intelligibili e progettuali si
verificano tali mutazioni? Probabilmente la materia è dotata di psichismo molto
di più di quello che si pensi, tanto che diversi suoi comportamenti
contraddicono ampiamente le leggi fisiche da noi conosciute: non a caso il
determinismo è stato posto fortemente in discussione dalla stessa scienza
(Heisenberg). L'intelligenza umana sarebbe molto presuntuosa se concludesse che
tutto ormai è già scritto e decifrato. La verità è che non è chiaro un bel
niente, anzi! Le frontiere della scienza stanno lambendo quelle della filosofia
e della teologia e sembra che l'una postuli l'aiuto da parte delle altre: la
complessità è così grande e vasta che lo sforzo di due occhi serve a poco se non
si fa ricorso al "terzo occhio" di una conoscenza che sappia superare i livelli
della pura e semplice sfera della sperimentabilità.
Ci sono molti
indizi, allora, perché si possa, per il momento, almeno intuire
che dalla frammentarietà delle informazioni in nostro possesso si arrivi alla
sensata ragionevolezza della più che probabile esistenza di "universi paralleli"
al nostro. Forse un giorno di essi sapremo di più: per ora s'impone almeno la
sospensione del giudizio sulla sola assolutizzazione del visibile con la
conseguente apertura all'ancora sconosciuto.
Dietro l'apparente disordine
ci sono un senso e un disegno (Fritjof Capra), che andrebbero sapientemente
scovati: questo è il "prezzo del tempo" (Harald Weininch) che
l'uomo deve pagare per poter approdare a un barlume di verità.
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