Il problema del sogno ha sempre interessato tutte le culture e in ogni tempo:
dalla Grecia, all'Egitto, al mondo orientale e occidentale. Tutti ricordano
ancora i sogni di alcuni noti personaggi biblici (Giacobbe, Giuseppe,
S.Giuseppe...). Ad esso si è sempre cercato di dare un significato, che variava
dal simbolico al premonitore, passando attraverso la credenza popolare della
predizione del futuro o della indicazione dei famosi "numeri" da giocare al
lotto. E' da FREUD, però, che lo si è iniziato a studiare in maniera
scientifica, come forma cioè di rielaborazione a livello onirico del vissuto
passato di ognuno, specialmente di quello relativo ad alcuni traumi infantili
rimossi o desideri insoddisfatti.
In realtà come stanno le cose?
Fisiologicamente, come ho già scritto qualche altra volta, durante il comune
riposo notturno (sonno), si susseguono alla distanza di circa due ore e mezza un
quattro o cinque quarti d'ora di sogno, durante il quale si notano fenomeni
come, per esempio, stati erettivi o il rapido movimento degli occhi (sonno REM).
E' in questa fase particolare che il cervello produce immagini, situazioni,
esperienze che "sembrano" reali, in continuità di contenuti e dei quali il
soggetto solo rare volte è cosciente (ipnagogia). In qualcuno soltanto, ma in
seguito a particolari esercizi, si conserva una quasi totale lucidità: questo,
però, è un altro discorso.
Quale valore conferire a questa attività del
cervello? Alcuni, secondo me un po' troppo sbrigativamente, considerano il sogno
come una sorta di liberazione di quel materiale ingombrante e inutile che si è
accumulato fra le cellule nervose e che trova nell'attività onirica una via di
uscita o, come dicono, una "spazzatura" fisiologica che finisce in pattumiera.
In parte questo è vero, ma non spiega tante cose. Secondo altri studiosi, e sono
la maggioranza, esiste un inconscio individuale (anche se su questo la scienza a
ispirazione organicistica non si pronuncia), che trova nel sogno il momento più
propizio, essendo minima la vigilanza dell'Io, per esternare quanto di più
nascosto e sconosciuto si muove in noi. Io concordo con quest'ultima tesi,
perché ci sono troppe cose a confermarla: la pratica clinica, le esperienze di
molti, la storia di alcuni casi misteriosi. Il fatto, comunque, è che durante il
sogno si attiva un processo creativo straordinario, che usa un sistema
comunicativo seguendone alcune leggi particolari: la "condensazione" (= fatti,
luoghi e tempi diversi legati in un "unicum" esperienziale), lo "spostamento"
(=pulsioni e desideri personali proiettati in altre figure presenti nello
scenario onirico), la "assoluta libertà" (=volare, correre non secondo le regole
comuni, continui cambiamenti e accostamenti di ambienti ecc.), "sensazioni
paralizzanti" (=incapacità di reazione di fronte a un pericolo, imbarazzo per la
propria nudità, fuga "lentissima" se inseguiti da agenti insidiosi), "presenze
inattese" (=dialogo con defunti percepiti come "fossero" vivi, situazioni
riguardanti il futuro non visto come tale, funerali propri e altrui ecc.), la
"simbolizzazione" (=oggetti vari, persone strane...).
Quale significato
dare al sogno? Le ipotesi sono tante. Ne riporto le principali.
Il sogno
non sarebbe altro che il linguaggio dell'inconscio che, tramite esso,
realizzerebbe desideri più o meno antichi (FREUD).
Nella maggioranza dei casi
si tratterebbe di una semplice rielaborazione di fatti ed eventi vissuti con
intensità emotiva il giorno prima.
Per ROBERT McCALEY l'impressione di volare
e di correre potrebbe essere una forma di esaltazione di sensazioni particolari
che hanno eccitato in maniera singolare alcune reti nervose.
Per SIEGEL
l'esperienza di paralisi notturna sarebbe una espressione di stasi del
cervello.
E i sogni premonitori? A parte l'idea, in verità riduttiva e
opinabile (MORELLI), secondo la quale essi sarebbero il frutto o di una
coincidenza o del territorio dell'inconscio collettivo (segnale di una
insorgente malattia o di una imminente guarigione), io credo invece che ci
troviamo di fronte a un vero mistero, che solo con la parapsicologia può essere
in qualche modo interpretato: l'Io cioè, come guardiano di frontiera che durante
il sonno vigila e censura ben poco, permetterebbe, a sua insaputa, un flusso
umanamente inspiegabile di informazioni "rivelatrici" che liberamente
attraversano il confine dei due mondi o, se si vuole, di due contigue
"dimensioni" e piani di esistenza (aldiqua e aldilà). La stessa Bibbia tende a
confermare questa ipotesi, per certi versi inquietante ma anche
affascinante.
Cosa pensare, allora, e cosa concludere? Il sogno resta una
delle attività più enigmatiche dell'uomo. Tutte le forme di interpretazioni
sopra esposte, non esclusa l'ultima, presentano una loro parte di verità.
Pretendere di assolutizzare una negandone un'altra potrebbe essere un grave
errore di valutazione. Occorre, dunque, essere sempre prudenti ma anche "aperti"
a questo indubbio mistero, perché la vita è piena di fatti non riconducibili
alla comune e limitata razionalità. Sotto il cielo e nel deserto del vivere ci
sono troppe cose che non conosciamo, molti veli che nascondono punti invisibili,
diverse domande che attendono una risposta: tentare di darsela è una scommessa,
ma anche una sfida che vale la pena di affrontare. La realtà, comunque, ha
sempre più facce.
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