Gli 'Universi Paralleli' nella materia e nello spirito
Che la realtà sia molto più complessa e variegata di quella che appare mi sembra che non si possa più mettere in discussione. I nostri mezzi conoscitivi sono estremamente limitati. Riusciamo a cogliere solo le forme visibili e misurabili, disponendole nella dimensione spazio-tempo: e così acquistano un loro ordine, una struttura accessibile alla comprensione del nostro cervello, una leggibilità chiara e distinta, che fa concludere, come voleva Cartesio, che esse siano l'unica e possibile espressione di verità. Questa, però, è l'apparenza delle cose; l'essenza delle stesse è altra e si colloca altrove. Ammiriamo la bellezza, la luminosità e la bontà di ciò che circonda il nostro orizzonte vitale, ma cosa vi pulsa "dietro" e "dentro" chi può descriverlo e definirlo con esatta precisione?
I confini della conoscenza umana sono potenzialmente infiniti, concretamente però si bloccano dinanzi al muro di ciò che il cervello può elaborare, cioè ben poco: e così, nell'attuale condizione di esistenza, alla fine si restringono inesorabilmente. Eppure intuiamo perfettamente, come ne L'Infinito leopardiano, che oltre la "siepe" deve esserci qualcosa d'altro da scoprire e che potrebbe costituire la risposta piena ed esauriente alla comune e ricorrente domanda d'immenso e di eterno. Il mistero cioè non sarà più tale, ma il suo velo si squarcerà per sempre. Come e quando? Solo Dio lo sa!

Per ora non si può che analizzare quanto, per fortuna, sappiamo, che cioè "universi paralleli" nella materia e nello spirito non sono più una stravagante ipotesi, ma un oggetto sul quale poter ragionare con sufficiente sensatezza. Per chiarezza esporrò prima quanto sta accadendo nella ricerca scientifica sulla materia, poi in quella psicologica sulla mente o, se si vuole, sullo spirito.


Nell'ultimo secolo la Fisica e la Matematica hanno fatto registrare enormi progressi sia sul piano teorico che sperimentale. A tutti sono note le intuizioni di Riemann (esistenza di più dimensioni spaziali), di Einstein (trasformabilità della materia in pura energia), di Gödel (/inesplicabilità della realtà con se stessa), di Feemann, di Hawking (universi paralleli), di varie ipotesi sottoposte al vaglio della sperimentazione presso il CERN di Ginevra (antiparticelle, materia oscura, i paradossi della fisica quantistica...), ecc. Di modelli di universi ne esistono tanti (circolari, a spirale, a stringhe), come infinito si pensa sia lo spazio nel quale essi vivono, si sviluppano, muoiono e ne nascono altri. Quali processi avvengono nelle cosiddette stelle nane collassate in buchi neri e delle relative onde gravitazionali, alcune delle quali, insieme alla luce, fuoriescono ancora da esse e che nessuno riesce ancora a decodificarne i messaggi? Tutto questo è oggi in fase di osservazione scientifica. Che dire poi dell'invisibile, in quanto a presenza e origine, di alcuni fenomeni studiati dalla parapsicologia (telepatia, precognizione, registrazione di "voci" paranormali, eventi miracolosi, apparizioni impreviste e improvvise...), che presuppongono un loro allogamento che si situa al di là dei nostri sensi, per fortuna (altrimenti il cervello esploderebbe), ben circoscritti nella loro potenzialità di ricezione di stimoli? È vero che ogni tanto si sfilaccia il velo che delimita il visibile dall'invisibile e qualche sprazzo d'informazione perviene a noi: ma di che consistenza è questo velo, che, pur nella sua indefinibilità, è comunque vivo e palpabile? È proprio assodato che l'uomo sia l'unico essere pensante che circola nell'universo e che non vi siano altre forme di pensiero, magari più sottili e acute, che esulano dalle comuni consuete categorie filosofiche? È mai possibile che la vita sia una casualità ciclica, che si consuma nella polvere di una tomba, quando dalla stessa Fisica sappiamo ormai bene che gli elettroni, dei quali pur si è composti, presentano una loro permanenza nel tempo e nello spazio? Si dice che in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma: in base, però, a quali linee intelligibili e progettuali si verificano tali mutazioni? Probabilmente la materia è dotata di psichismo molto di più di quello che si pensi, tanto che diversi suoi comportamenti contraddicono ampiamente le leggi fisiche da noi conosciute: non a caso il determinismo è stato posto fortemente in discussione dalla stessa scienza (Heisenberg). L'intelligenza umana sarebbe molto presuntuosa se concludesse che tutto ormai è già scritto e decifrato. La verità è che non è chiaro un bel niente, anzi! Le frontiere della scienza stanno lambendo quelle della filosofia e della teologia e sembra che l'una postuli l'aiuto da parte delle altre: la complessità è così grande e vasta che lo sforzo di due occhi serve a poco se non si fa ricorso al "terzo occhio" di una conoscenza che sappia superare i livelli della pura e semplice sfera della sperimentabilità.

Ci sono molti indizi, allora, perché si possa, per il momento, almeno intuire che dalla frammentarietà delle informazioni in nostro possesso si arrivi alla sensata ragionevolezza della più che probabile esistenza di "universi paralleli" al nostro. Forse un giorno di essi sapremo di più: per ora s'impone almeno la sospensione del giudizio sulla sola assolutizzazione del visibile con la conseguente apertura all'ancora sconosciuto.

Dietro l'apparente disordine ci sono un senso e un disegno (Fritjof Capra), che andrebbero sapientemente scovati: questo è il "prezzo del tempo" (Harald Weininch) che l'uomo deve pagare per poter approdare a un barlume di verità.


È quasi un luogo comune sia nella psicanalisi che nelle neuroscienze dire che ogni essere umano è come un universo a se stante, anche se in relazione ad altri suoi simili (cervelli uguali, ma organizzazioni neuronali originalmente differenziate!): si è oggi quasi cinque miliardi di persone ad abitare il pianeta Terra, quindi cinque miliardi di universi paralleli e contigui. Se si riflette bene, in realtà è proprio così.

Ognuno è un insieme di elementi molto compositi e che in qualche modo si condizionano a vicenda: un Io con le sue barriere e i suoi freni più o meno liberi o inibitori, un abisso d'inconscio sede di pulsioni contrapposte, di ansie, di paure, di bisogni, ma anche di sogni e di proiezioni nell'immaginario poetico o di investimenti più o meno programmati nel futuro, pensieri strutturati e ideazioni a volte devastanti, sentimenti razionali e emozioni irrazionali, miscugli e miscele di esperienze e memorie passate e presenti, traumi elaborati o ancora fortemente attivi, giudizi lucidi e pregiudizi senza un solido fondamento, conflitti inestricabili fra volontà di essere e difficoltà a realizzare quanto desiderato, coscienza del finito e tensione irresistibile all'infinito, amore per la vita e terrore per la morte, un patrimonio culturale ben organizzato e informazioni disarticolate, momenti inspiegabili di slancio e di eroica generosità interiore e operativa e altri di incontrollata euforia, ricerca del silenzio ma anche stranamente del rumore e poi lacerazioni, dubbi, delusioni, ecc. Insomma il tutto e il suo contrario.

L'uomo è un marasma che si configura come un universo magmatico, talora flessibile, plasmabile, incoerente e mobile, ma talora anche rigido e ossessivo, qualche volta aperto alle curiosità e all'altruismo, più spesso riverso sul proprio gretto calcolo egocentrico, relazionato ad altri in maniera disinteressata ma non rare volte anche bloccato fra le maglie dei propri non sempre giustificati timori. L'uomo è un mistero ancora sconosciuto a se stesso e comunque è una individualità irripetibile, unica, diversa dalle altre, con stratificazioni evolutive distinte e spesso distanti fra di loro e una comunicabilità dialogica prevalentemente legata alla natura e qualità del vissuto personale e della cultura dominante (religione, contesto sociale, familiare ed economico, tradizioni, ecc.). Non parliamo poi di tutte le differenze esistenti fra uomo e donna, che sono tante e assai vistose: due mondi così lontani eppure tanto vicini perché destinati a integrarsi in unità.
Ebbene questi cinque miliardi di universi miracolosamente convivono in società, il cui grado di civiltà molto dipende dal collante della coesione ideale e della comune accettazione del rispetto di alcune regole che ci si è dati. Se ognuno è un mondo a sé, nonostante lo stare insieme, spesso può accadere, come accade, che si entri in collisione scontrandosi con altri mondi paralleli, talora si realizzano un incontro e un racconto stabili grazie ad aperture ponderate e condivise, non poche volte si cammina fianco a fianco senza mai sfiorarsi come tante isole che si ignorano o, peggio, si respingono a vicenda, qualche altra volta si verificano tante strane attrazioni generate magari da un minuscolo dettaglio come spesso si rinuncia a un nuovo miracolo per mancanza forse di un lungimirante salto oltre la collina di equilibri già fissati. L'esistenza di questi universi paralleli psichici è realmente un guazzabuglio di instabilità e di fluttuabilità, non sempre racchiudibili in un sistema di comprensione chiara e sufficientemente leggibile. Non accenno qui a quanto avviene nella mente del depresso, dello schizofrenico, dell'autistico e dello psicotico: se innescata, è una vera mina deflagrante dalle conseguenze a dir poco distruttive e drammatiche.

A questo punto si pone un duplice dovere a un mondo spirituale che ha voglia di evolversi in realtà gratificante per sé e per gli altri: "accendere" costantemente e fermamente i "fari" di alcuni valori e "illuminare" così il proprio interno terreno al fine di conoscersi sempre più e meglio; imparare a "vedere" e ad "ascoltare" con maggiore attenzione il mondo degli altri per coglierne le vibrazioni e trovare possibili varchi comunicativi con la conseguente adozione di una saggezza comportamentale, che spinge a scegliere intelligentemente condizioni e tempi opportuni per donare con rispetto, amore e discrezione, e non senza un sorriso, una informazione ricca di senso e di significato. Questa può essere anche rigettata, ma alla fine ognuno è responsabile di ciò che è e di ciò che fa.

Quanta maturazione, però, richiede tutto questo, onde evitare sgradevoli sorprese! Quanta paziente accettazione di stati di solitudine che implica! Quanta capacità di attesa silenziosa! Quanto autocontrollo interiore! Quanto coraggio a non fuggire da se stessi, credendo così di sfuggire ad alcune scelte che comunque prima o poi vanno pur compiute!

Come si può notare, veramente si naviga a vista fra questi universi paralleli psichici, dai quali talora bisogna pur prudentemente guardarsi per non soccombere. Beato chi, in questo più o meno lungo e faticoso viaggio verso la Luce, sa essere fiero e dignitoso nocchiero di se stesso, sempre vigile, sempre attento, sempre col fiuto pronto a capire i momenti delle tempeste e degli uragani, come quelli del sereno solare, della sera, della notte, dell'inganno e della resurrezione. A mio parere, solo chi apprende bene questa maieutica dell'esistere riesce a salvarsi, rendendosi così utile e prezioso anche agli altri, o perlomeno non naufragherà, per esaurimento vitale, fra gli scogli di una personale fallimentare implosione.

(da 'Il Giornale dei Misteri')